Diario del mio quarto viaggio in Giappone: bella gita a Kamakura

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
Kamakura! Alla scoperta dello zen dei samuari:l'Engaku-ji

La stanchezza di cinque giorni di viaggio a ritmi frenetici inizia a farsi sentire e così a colazione cerco solamente cibi che ricordino i gusti occidentali, ma alle fine, come al solito, mangio un po' troppo...
Alle 10 abbiamo appuntamento a Kita (Nord) Kamakura con Yuko e dobbiamo cambiare albergo, perchè Yumiko ha prenotato una stanza al New Grand Hotel, anch'esso sul mare, il più antico in stile occidentale del Paese del sol Levante, con decori liberty e decò dove hanno dormito Charlie Chaplin e tanti altri nomi dello spettacolo oltre a qualche testa coronata, il cui ristorante ha proposto per primo la cucina occidentale in Giappone.
Lasciamo i bagagli per prendere il treno e giungere finalmente a Kamakura, oggi una piccola città che vive sull'industria del turismo e sulle vestigia di quando nel XII-XIV secolo, nell'omonimo periodo storico, è stata la sede dello shogunato e di fatto la capitale del paese del Sol Levante...
Qui troviamo la nostra amica ad aspettarci e con lei visitiamo l'Engaku-ji, un tempio della setta zen rinzai costruito nel 1282 dagli shogun per ricordare i soldati caduti per salvare il Giappone dai tentativi di invasione da parte dell'impero mongolo.
Il luogo è suggestivo, accessibile per un'antica porta oltre la quale una scalinata con una campana dell'epoca della fondazione attendono i visitatori, mentre il resto è stato ricostruito in epoche recenti a causa di incendi e cataclismi di varia natura di cui il Paese del sol levante è sempre stato prodigo.
...e il Kencho-ji ed il nostro Daruma...

Fa caldo oggi; è il 13 settembre, c'è molta umidità e sono almeno 33 gradi, ma la nostra visita di Kamakura continua per cui andiamo a vedere il Kencho-ji, il tempio della prima scuola zen, voluto dall'imperatore con l'appoggio dei reggenti Hojo: una bella porta di stile Muromachi, dove si riparano dal sole i turisti, accoglie i visitatori, con a fianco una campana in bronzo; la visita si snoda poi in alcuni edifici di recente fattura e si conclude al giardino zen con il suo laghetto che si trova dietro il complesso, bello...ma forse un po' sbiadito dall'estate...
All'uscita con Yumichan compriamo un Daruma, la bambola caratteristica della cultura giapponese simbolo della perseveranza e della realizzazione di desideri, per il cui buon esito ha pregato un bonzo del tempio: per questo ha già un occhio dipinto; l'altro lo dipingiamo noi per confermare che le preci del monaco buddista e i nostri desideri si spera siano andati buonfine.
Un santuario shintoista tra i più importanti per la storia del Giappone

Attaverso una picola scalinata, fiancheggiata da tanti Tori rossi, dopo una bella camminata sotto il sole, accediamo al Santuario Tsurugaoka Hachiman che è uno dei più importanti della storia giapponese, voluto dalla famiglia dei Minamoto che, a Kamakura, aveva le basi del suo feudo.
Stremati dalla calura, nonostante le ripetute soste refrigeranti a qualche fonte, decidiamo di mangiare qualcosa, per cui ci fermiamo in un famoso ristorantino di curry giapponese, dopo esserci messi in coda … il pasto è buono e più leggero di quel che pensavo...
Mentre aspettiamo, ho modo di scambiare due parole con Yuko che tante volte è venuta a trovarci, che ama tantissimo l'Italia e che almeno una volta all'anno viene nel bel paese, solitamente nostra ospite per qualche giorno; davvero una cara amica, sia per Yumiko che per me.
Il Grande budda di Kamakura una delle meraviglie del paese del Sol Levante

Prendiamo un bus per andare a vedere il pezzo forte della città: il grande Budda, il daibutsu voluto da Minamoto no Yoritomo per ringraziare il dio della sua vittoria nella guerra Taira. La statua, meno grande di quella di Nara, fu realizzata con la fusione di monete cinesi di lega non eccellente e così, ormai alle intemperie (essendo la sala che lo ospitava stata spazzata via da uno tsunami nel 1495) si presenta verdognola allo sguardo degli astanti...
E' veramente molto bella, con due finestroni nella parte posteriore che danno aria al suo interno, accessibile, che visitiamo nonostante il caldo l'abbia trasformata in un forno.
Un antica leggenda giapponese alla fondazione dell'Hasedera di Kamakura

Sempre in autobus raggiungiamo i pressi di un altro importante tempio, l'Hasedera, di Kamakura.
Tra laghetti e verdi boschetti arriviamo ad un piccolo belvedere sulla costa, ed all'interno del tempio troneggia una grande statua di Kannon del VII secolo che la leggenda vuole proveniente da un gigantesco tronco di albero di canfora portato dal mare.
Nel salire al tempio si passa accanto a tanti Jizo, statuette di piccolo "bonzi" che proteggono i bimbi morti troppo presto o mai nati.
Cena storta a Chinatown...un mondo nel mondo a Yokohama

Ma la giornata ancora non è finita: col treno ritorniamo a Yokohama dove abbiamo appuntamento con altre tre amiche che da Tokyo ci raggiungono per salutarci.
A questo punto io sono stanco per cui comincio a dimenticare le buone maniere nipponiche e sogno solamente di farmi una doccia; così sprono, anche non troppo urbanamente, Yumiko e Yuko che si attardano per comprare dei biscotti. A cena siamo in un ristorante della chinatown, specializzato in ravioli gustosi, da tempo prenotato per le 20,30, ma qui, dopo il primo giro di gyoza, la proprietaria ci invita ad andarcene perché doveva chiudere, il che manda in tilt le mie ospiti nipponiche che non sanno capacitarsi di un simile comportamento molto poco giapponese, l'orario di chiusura scritto era 22 ed erano le 21 e ciò lascia tutti alquanto nervosi...

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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!