Diario del mio quarto viaggio in Giappone: Dazaifu una piccola Kyoto nell'isola di Kyushu.

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
La classica gita fuori porta se siete a Fukuoka: viaggio in un Giappone meno noto

La mattina successiva c'è il sole in cielo, io scalpito un po', ho voglia di rimettermi in moto perché i posti da vedere sono tanti e poi perché per me il semplice uscir di casa è un divertimento costante. Allora convinco Yumichan, la quale se ne starebbe anche a casa con mamma e babbo, ad uscire e così andiamo a Dazaifu una delle città più importanti dell'antichità nell'isola di Kyushu, oggi un paese alle porte di Fukuoka, dove Yumichan ha frequentato l'università.
Prendiamo un treno di una compagnia privata locale con un biglietto che ci permette di scendere e salire quante volte si crede lungo il tragitto iniziamo le nostre visite dal Kanzeon-ji dove in epoche antiche sorgeva un grandissimo centro religioso con pagode e tanti altri edifici, che raggiungiamo dopo una camminatina sotto il sole che già picchia sodo; varchiamo una porta di legno che conduce a dei tempietti e sembra quasi di esser tornati a Kyoto, poi entriamo nel piccolo museo che custodisce le vestigia di tanto passato.
Templi ed un piccolo museo da non perdere se viaggiate questo "segreto" Giappone

Bellissime sculture di epoca Heian e Kamakura si susseguono davanti ai nostri occhi incantati per lo stupore di trovare simili testimonianze in questo luogo dimenticato dalle rotte turistiche; c'è il divieto di fotografare purtroppo.
C'è anche una mappa del sito realizzata nell'antichità da dove si capisce quanto fosse grande e composito.
Usciti, visitiamo un altro tempio il Kaidan-in dove vediamo edifici di epoca Edo ed un giardino "secco" e sotto il sole che è davvero cocente al punto di piegarmi ad accettare il cappellino da giapponese in gita, arriviamo alle rovine dell'antica Tofurou, un conglomerato di epoca Nara ed Heian del quale sono rimasti solo muretti e perimetri che ci fanno, però, immaginare come potesse essere la realtà del passato.
Jeeg robot d'acciao

Ora voglio aprire una piccola parentesi storica: questa è la zona dove gli archeologi e gli storici hanno individuato uno dei centri nevralgici dell'antica civiltà Yamatai dove, forse, la mitica regina Himiko aveva fatto costruire la capitale del suo regno (mi è impossibile non pensare alla regina Himika e la sua antica civiltà che dal passato arriverà e che meno male che c'era Hiroshi Shiba con Jeeg a salvare l'umanità).
Un macha (tè verde giapponese) ristoratore a Dazaifu

Prendiamo nuovamente il treno, stavolta per un sito più famoso, il Dazaifu Tenmangu, il santuario shintoista dedicato a Tenjin che storicamente fu un pezzo grosso dell'epoca Heian, grande poeta e studioso, il quale fu qui spedito dai Fujiwara perché era diventato troppo potente. La sua morte (pare sia morto di nostalgia per Kyoto) fu foriera di lutti e rovine per il Giappone, tanto che per placarne lo spirito fu eletto dio della cultura e qui gli fu, appunto, dedicato un santuario e fu venerato come la divinità che aiuta gli studenti (un po' come fa San Tommaso d'Aquino qua da noi).
Uscendo dalla stazione facciamo una piccola passeggiata lungo un corso su cui si affacciano negozi di souvenir, sale da tè, pasticcerie ed uno Starbucks dall'ingresso molto particolare fatto cone tante bacchette di legno "intrecciate" , e che è annoverato come esempio di bioarchitettura; grazie al biglietto del treno riceviamo in premio un dolcetto ed un tè macha che ci gustiamo in un nota sala da tè, con questo caldo non abbiamo ancora fame e così decidiamo di tirare avanti verso il santuario.
Un'inaspettata cerimonia al santuario shintoista

Varcati un paio di ponticelli, eccolo tutto rosso e brillante come sono appunto i luoghi di culto shintoisti. C'è una cerimonia alla quale partecipa una scolaresca che porta dei doni a sacerdoti seduti in prossimità dell'altare, tra ragazze che fungono da officianti e questo è uno spettacolo che dà una nota in più di suggestione alla nostra visita.
Uscendo, vicino a delle vasche di acqua corrente dove dimorano delle grandi carpe colorate, notiamo due bimbi con la mamma in Kimono ed il babbo in luccicante abito scuro, una scena davvero bella...
Un Giardino zen meraviglioso e "sconosciuto"

Il motivo della visita di oggi, oltre a quanto già detto è un giardino zen che sorge proprio qui vicino; per arrivarci percorriamo una stradella e dal Dazaifu Tenmangu arriviamo ad un tempio solitario, che è aperto per permettere di visitarne il giardino che è sul retro, per la cui visito sono richiesti 200 yen. I soldi li mettiamo nella cassetta che non è sorvegliata e così ci troviamo di fronte ad uno spettacolo bellissimo costituito da un giardino d'epoca muromachi che non ci si aspetterebbe così lontano da Kyoto; dopo le foto di rito ci sediamo a sentire il silenzio...udiamo il cadere delle monete nella cassetta, segno che sta arrivando altra gente, una coppia di giapponesi che rispettano la pace del luogo...il che fa sottolineare da Yumiko come i giapponesi siano onesti sempre, anche quando nessuno li guarda...ed a me fa pensare che in Italia ci sarebbe stata una biglietteria.
Fukuoka che in Giappone fa rima con Ramen

Riprendiamo il treno ed arriviamo fino al centro di Fukuoka, a Tenjin; è buffo vedere entrare il convoglio in stazione; in pratica si entra in un grande magazzino come vuole la buona tradizione nipponica e, dopo poco, siamo in strada. Yumichan vorrebbe tenpura, io ramen per i quali la città è famosa ed ancora quest'anno non li abbiamo gustati, ed alla fine vengo esaudito.
Entriamo in uno dei locali più famosi nel quale non sono ancora stato; è un posto pensato solo per mangiare e non conversare troppo: qui si ordina ciò che si desidera cliccando sui tasti di una macchinetta all'ingresso dove si paga, si arriva davanti ad una fila di separé simili a dei "confessionali"...dove anziché trovarci davanti ad un prete, dopo un po' che siete seduti viene un cuoco che vi prende l'ordine e poi vi porta i ramen...davvero buoni, pesantucci per il clima estivo, ma buoni e, per uno stomaco come il mio, di facile digestione, ma micidiali per la nostra Yumichan che ne è rimasta sopraffatta...
Dopo una breve ma salutare passeggiata, decidiamo di riprendere l'autobus e tornare a casa: il numero 13 arriva presto, ci sediamo e stavolta mettiamo la sveglia per non fare come un paio di giorni prima e saltare la fermata...infatti crolliamo...
Arrivati puntualmente, dopo una doccia ristoratrice e un po' di computer, ci aspetta una bella cenetta a base di yakisoba (il mio piatto preferito qua nel Paese del sol levante), maiale al miso, verdure, riso...insomma una bella mangiata tale da rendermi certo che in Giappone non dimagrirò mai.

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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!