Diario del mio quarto viaggio in Giappone: Kyoto arriviamo!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Un Comodo viaggio in treno fino a Kyoto
Ci accompagnano in macchina alla stazione di Hakata e alle 8,40 parte shinkansen Sakura (ciliegio tanto per non sbagliarsi) che collega il Giappone sud occidentale ad Osaka; abbiamo a disposizione il Japan rail pass , che ci permette di prendere le linee Japan rail, ma non il Nozomo (il treno che va un po' più veloce e che farebbe meno fermate) e così ci dobbiamo "accontentare" di coprire i 600 Km che ci separano da Osaka in 2 ore e mezzo, il tutto su mezzi precisi, puliti, comodi ed efficienti.
Prima di partire c'è il tempo per un caffè, per una frugale colazione e per acquistare un bento, il "cestino" del pranzo che mangeremo in treno, così da arrivare senza fame ad Osaka e successivamente a Kyoto dove abbiamo in programma le prime visite.
Arrivare alla bellissima e modernissima stazione dell'antica capitale giapponese è sempre emozionante, anche se stavolta è più un tornare in un luogo amato e quindi lo stupore lascia il campo all'emozione.
Lasciati i bagagli al deposito della stazione, dal piazzale antistante questa, all'ombra della torre di Kyoto, prendiamo un autobus della JR che fa servizio extra urbano, il quale, "gratuitamente", (grazie al pass) ci porterà fuori dell'antica capitale imperiale nipponica, in collina, in mezzo a lussureggianti boschi di conifere e bambù tra le quali fino al tempio Kozan-ji, nostra prima meta.
Incontri italo-giapponesi a Kyoto
Qui abbiamo un doppio appuntamento con due amiche di Yumichan e con Elena di Nihon almost a love story che avevamo incontrato anche l'anno precedente e con la quale ho un piacevole e costante conforto tra blogger e confronto sui temi nipponici.
Elena è sempre molto carina e simpatica; un anno passato in terra giapponese l'ha senz'altro arricchita non solo per la migliorata conoscenza della lingua del Paese del sol levante, ma anche per la grande opportunità di vivere in un mondo totalmente diverso dal nostro, un mondo gentile e funzionale, ma complicato e non sempre immediatamente comprensibile per lo "straniero".
Il Tempio, suggestivo e molto antico, sta immerso nella foresta di conifere che si alternano ad aceri che si arrosseranno in novembre, sotto l'egida dell'UNESCO ed è famoso per le sue sculture in legno di epoche diverse che vanno da quella Nara ( VII secolo ca ) a quella Kamakura (XIV secolo ca ), di cui noi abbiamo potuto vedere solo due esemplari, un bimbo in preghiera (Zenzai-doji) ed un cane estremamente realistico, perché è abitudine in Giappone celare e svelare i propri tesori in determinati momenti e non tutti assieme. E' stato emozionante ammirare anche una porzione di una delle opere più importanti dell'arte nipponica per la sua innovatività, la famosa Choju giga, risalente al XII secolo, composta da una serie di quattro rotoli dove sono disegnati animali umanizzati che impersonano i vizi dell'uomo.
(Per gustare questi aspetti particolari dell'arte giapponese, consiglio a tutti di immergersi, almeno un po', nella storia e nella storia dell'arte di questo paese)
Un viaggio in Giappone tra gardini, pagode e templi
Tornati a Kyoto, siamo andati a visitare il Ninna-ji, un grande tempio buddista legato alla casa imperiale, che ha ospitato nei secoli passati tanti imperatori in "pensione" i quali, dal chiostro, avevano continuato ad esercitare il loro potere, anch'esso tutelato come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Il Ninna-ji è bello e vi si entra passando tra due alti Niou, i mostri che devono tenere lontano il male dal luogo di culto; si risale l'insieme degli edifici, fino alla pagoda e ad un piccolo santuario shintoista (a simboleggiare la dicotomia religiosa che caratterizza la cultura di questo paese) e poi visitiamo le parti più private del monastero dove è un bellissimo giardino di sabbia pettinata e alberi di piccole dimensioni che si ammirano dal corridoio perimetrale su cui si aprono gli shoji.
Ottima cucina giapponese ad Osaka
Tornati ad Osaka, dove faremo punto fisso per visitare il Kansai , raggiungiamo, con le amiche di Yumiko, lo Sheraton dove dormiremo e dove lasciamo le valige.
Siamo nella parte sud della metropoli, nei pressi del stazione di Tsuuroashi, da cui non dista troppo un ristorante di Okonomiyaki e Yakisoba che abbiamo scelto per la serata; per arrivarvi dobbiamo attraversare strade che non hanno nulla di turistico e che mostrano un Giappone sicuramente più vero di quello che si può avere in testa dall'Italia. Il locale è molto famoso e frequentato anche da star locali ed è per questo che facciamo un po' di fila per entrare; ci tocca un tavolo, purtroppo nella parte con i tatami, quindi dobbiamo toglierci le scarpe e sederci per terra, cosa che indolenzisce le mie gambe dopo poco tempo, ma la bontà del cibo, la birra e l'ambiente rendono il tutto estremamente piacevole...
Dopo l'ennesima camminata della giornata, ritorniamo allo Sheraton Miyako, hotel che già ci aveva visto ospiti tre anni prima ...è bello tornare nei posti dove ci si è trovati bene, perché è un po' come tornare a casa.
Finalmente andiamo a letto; ci siamo alzati presto e siamo stanchi morti, ma il jet lag, che ancora mi disturba, assieme all'emozione di essere in viaggio in Giappone mi fanno dormire in modo filato solo poche ore...
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!