Il Konbini giapponese
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
- Dettagli
- Scritto da dani@viaggiappone.com
Konbini un'oasi nel viaggio in Giappone
Una delle cose che manca di più agli italiani, al ritorno da un viaggio in Giappone, sono senza dubbio i Konbini, cioè i Convenice store come vengono chiamati abbreviando dai giapponesi dei minimarket, che sono un po' bar, un po' cartoleria, un po' edicola (ci sono anche le riviste oseè ed i manga), un po' profumeria, insomma un luogo dove trovare di tutto un po'... perfino camicia e cravatta se hai passato la notte fuori e devi andare in ufficio senza passare da casa e una postazione ATM, oltre a sevizio fax e spedizioni corriere espresso...
La cosa incredibile è che di konbini ve ne sono a migliaia ovunque, facenti per lo più capo a tre marchi dominanti cioè gli imperanti: Seven Eleven, Family Mart e Lawson e non solamente nelle metropoli, dove li ritrovi uno difronte all'altro, uno dietro l'altro, oppure se è lo stesso marchio anche a distanza di 50 metri, ma anche nelle zone più remote, nelle stazioncine microscopiche, rimaste agli anni '70, di taluni villaggi dove può vivere il nonno di Sanpei o poco più.
Oltre a questi marchi principali poi ce ne sono anche altri come Ministop, Poplar e Daily Yamazaki a livello nazionale o anche in modo locale come Seicomart in Hokkaido ad esempio... e tutti questi hanno una particolarità...vendono praticamente le stesse cose, a prezzi simili e più o meno a seconda dalla grandezza del locale hanno la stessa disposizione, per questo i vari marchi devono dare agli utenti una qualità competitiva e così ci troviamo davanti a prodotti confezionai che in realtà potrebbero dare filo da torcere ai migliori bar delle nostre città.
Qualità e freschezza per gli spuntini all'occidentale nel Sol Levante
Ad esempio potete trovarvi due prodotti di origine occidentale e di cui io vado matto, ma ne è andata matta la stragrande maggioranza delle persone che ho avuto la fortuna di poter accompagnare alla scoperta del Sol Levante sui passi di Viaggiappone nei nostri tour, che sono i tramezzini e i bignè.
Così i tramezzini a vederli la prima volta, dentro i loro cellofan, ci aspetta un prodotto zeppo di conservanti, dal gusto industriale, chimico, rinsecchiti e stantii, o almeno inferiori a quelli di uno snack bar lungo la superstrada... ed invece aperto l'incarto e dato il primo morso una fragranza di freschezza, dalla maionese (fondamentale per un tramezzino) alla precisa ed al contempo strabordante quantità di ripieno sia prosciutto, insalata, uova sode o frittata, o tonno con croccanti (ripeto croccanti) cetriolini, insomma dei sandwich che anche dei cari amici romani (Roma è il tempio dei tramezzini in Italia se non lo sapeste) hanno trovato che essi sono di una bontà superiore al normale... insomma incredibili. Per dire poi che in Giappone (e anche nei konbini) si trovano delle varianti superlative a gusto nipponico come il katsusando (cioè il sandwich farcito di tonkatsu, la cotoletta di maiale alla giapponese) o i teriyaki sand (ripieni di carne grigliata, solitamente pollo, spennellata di salsa).
Lo stesso si dica per i bignè, mi raccomando quelli panna e crema, nei miei primi viaggi li guardavo con sospetto, io non sono un super amante dei dolci, mi piacciono, ma devono essere davvero buoni, sennò preferisco assumere calorie con delle patatine ad esempio.
Un giorno poi, dopo aver accettato di dare un morso alla pastarella imbustata che aveva comprato Yumichan, come genere di conforto da smangiucchiare in hotel alla fine di una giornata di visite culturali, scoprii una nuova dimensione del pianeta bignè. Anche qua parti aspettandoti un dolce in stile profiterole da pizzeria anni ottanta, pasta coriacea e poco ripieno, invece ti trovi tra le labbra una soffice, soave palla che esplode in un tripudio di crema... e poi di panna... che magicamente nello stesso bignè coesistono, anche se in modo separato. Attenti che provocano dipendenza. Tra tutti forse il più buono è quello di Seven Eleven (ma si rincorrono).
Tra i dolci vi troviamo anche dei buoni melon pan (un dolce di concezione occidentale ormai un classico della pasticceria nipponica) nei Family Mart hanno reso più goduriosi farcendoli di panna.
Cibo giapponese per un pranzetto al volo
Ovviamente nei nostri konbini c'è molto cibo giapponese, a partire dagli onigiri cioè le pallette di riso spesso avvolte in un alga (croccantissima) con al centro un ripieno, prodotti che vedevamo mangiare nei cartoni animati e da ragazzini del secolo scorso non immaginavamo neppure cosa fossero, se non dei panini stilizzati e così qua li trovate con gamberi e maionese, salmone, pollo, carne di manzo, mentai (la bottarga piccantina al modo di Fukuoka), uova di salmone, umeboshi (prugna salata giapponese) ed il più classico e per me gustosissimo tonno, maionese e wasabi (questi è facile farli anche a casa) oltre ad altri che ora non mi sovvengono e poi sono sempre ad un costo ridicolo diciamo tra un euro ed un euro e mezzo a seconda del ripieno e vi assicuro che con due (tre se siete ingordi come me) ci pranzate.
Poi qua trovate anche dei veri e propri bento cioè le "schiscette dei lavoratori" e ne trovate di vari tipi con riso, soba e poi carne, verdure ecc se poi volete del cibo caldo quasi sempre in inverno hanno l'oden (uno "spezzatino misto" alla giapponese), spiedini o pollo fritto, che credevo fosse cattivo, invece anche di questo mi sono dovuto ricredere.
Inoltre nei konbini ci saranno tutti i tipi di bevande tra cui l'acqua gassata, che fino a qualche anno fa era poco presente nel Sol Levante, ma per me e molti Italiani è fondamentale per vivere dignitosamente e che adesso trovo sempre.
Il Konbini è anche il luogo più facile in Giappone per comprare una birra in lattina a prezzo buono così da bersela in camera in hotel con dei sembei (snack salati di riso) e farsi così un aperitivo, oppure una caraffina di sakè per un po' di relax dopo cena...
Un buon caffè alla giapponese fresco e profumato per una pausa rigenerante esplorando il Sol Levante
Per un Italiano, poi, in Giappone c'è il "problema del caffè se uno vuole un espresso con un po' di pazienza se ne possono bere di ottimi, in "bar" di concezione italiana e si trovano anche a marchio Lavazza o Illy, ma ovviamente una tazzina vi costa il triplo che nel Belpaese e poi queste parentesi d'Italia non sono certo ovunque se non nelle grandi città, quindi spesso si deve optare per il caffè "americano", che qua è giapponese, ed ha un tono e una persistenza più intensa che nei paesi anglosassoni, sa meno di "ciofeca" per intendersi, e così all'interno dei nostri Konbini troverete dei coffee corner dove potrete comprare il vostro caffè appena macinato la cui versione piccola (che è anche troppo lunga) la pagherete poco più di Yen100 cioè circa 80 centesimi e così nella stagione fresca io lo prendo caldo e lo arricchisco con un paio di bricchini di panna che sono a disposizione dei clienti, mentre in estate lo scelgo ghiacciato ed è veramente buono meglio del caffè freddo in caraffa che si trova ancora in qualche bar, un consiglio di viaggio da non tralasciare, se, come me ,avete bisogno di caffeina per riprendere le forze a metà giornata... Fino a poco tempo fa il mio caffè da konbini preferito era quello di Seven Eleven, ma da un po' da Family Mart hanno messo l'opzione dark che è più forte e devo dire buonina, come buono può essere un caffè americano per un italiano abituato all'espresso, che già la moka è lunga.
Nei Konbini trovate un ombrello se piove, e chi fuma, sigarette ed angoli fumatori ed in ultimo (ma ho tralasciato molte cose) anche il bagno così da essere davvero un'oasi per il viaggiatore.
Come capirete dopo un primo timido approccio, dovuto alla lingua, i viaggiatori si innamorano di questi punti vendita sempre convenienti e di buona qualità che sono un'evoluzione nipponica dei drugstore americani e che appaiono già da tempo anche nei paesi dell'Europa del nord e in altri paesi asiatici, ma qua assortimento e qualità non sono all'altezza di quelli giapponesi e così in tanti al rientro a casa si lamentano del fatto che essi non esistono in Italia e sognano di aprirne uno nella propria città, dove però siamo disseminati di bar e dove lo sappiamo le cose arrivano sempre dopo venti anni rispetto agli USA e dopo aver vinto la resistenza delle lobby e della politica che le spalleggia.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!