Kinkaku-ji, il tempio d'oro
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il Padiglione d'Oro
Kinkaku-ji, il padiglione d'oro: così chiamato dalla pagoda ricoperta di lamina d'oro che lo contraddistingue. Nel 1397 lo shogun Ashikaga Yoshimitsu, terzo nella sua famiglia ad ereditare il titolo che ne faceva di fatto il sovrano del Sol levante, fece costruire nella collina di Kitayama la sua villa nella quale si ritirò abdicando a 37 anni, dopo aver riunificato il Paese, e di fatto continuando a governare sul Giappone; infatti vediamo come in quegli anni portando avanti una fitta politica di scambi con la Cina, non esitò a dichiarasi fedele vassallo del grande vicino col titolo di Re del Paese del Sol levante. Quando nel 1408 costui morì il padiglione e i terreni dove sorgeva la dimora divennero il tempio Rokuon-ji.
Un incendio doloso
La costruzione, splendida, sorge ormai quasi isolata, infatti gli altri edifici furono fatti spostare dal suo successore o andarono distrutti durante le guerre civili Onin (metà del XV secolo), ed è un esempio dello stile architettonico in auge durante l'epoca Muromachi (1336-1573) del primo periodo ove si tende ad architetture sottili e raffinate che si avvantaggiano dei legami col celeste impero da cui proviene appunto la filosofia zen che tanto successo ebbe tra i militari giapponesi.
Il padiglione che vediamo oggi è una copia fedele dell'originale, che è andato bruciato in un incendio doloso per mano di un monaco folle nel 1950, la ricostruzione è identica a quella andata perduta, anche se la copertura in oro prima delle fiamme era solo della parte superiore, ma studi hanno svelato che all'origine fosse così e quindi si è preferito dare le sembianze che vedeva Yoshimitsu.
Il tempio è inserito in una splendida cornice esempio dei giardini Momoyama, nel fulgore della cultura dell'antico Giappone; si specchia in un laghetto nominato Kiokyo e le montagne circostanti gli fanno da perfetto scenario. La passeggiata di visita ci porta anche a lambire gli spazi di quella che era la dimora del bonzo, chiusa la pubblico, ed un tempietto che custodisce una statua di Fudo Myo, divinità buddista per i Giapponesi protettore delle infermità del fisico e della mente. La statua si dice esser stata scolpita da Kobo Daishi, quel Kukai che è padre del rinnovamento buddista nel primo periodo Heian (IX secolo).
Narra del famoso incendio nel romanzo Il padiglione d'oro Yukio Mishima, lettura che vi consiglio sopratutto se avete in programma di visitare il sito a breve, bellissime pagine che descrivono il tormento e l'estasi che può dare la bellezza assoluta che si respirava alla vista di questo e davvero coinvolgenti sono le parti che descrivono l'incendio stesso.
Personalmente ho visto il tempio tantissime volte sia da solo che accompagnando i nostri gruppi in viaggio e devo dire che è facile trovarlo assediato ormai dai turisti, vi consiglio quindi di andarci o al mattino prestissimo, all'ora di pranzo o alla sera poco prima della chiusura...o in inverno. .
- come arrivare
- Dalla stazione centrale bus 101 o 205 fino a Kinkaku-ji
- orario
- aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00
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