Asakusa e il tempio Senso-ji
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Asakusa, la vecchia Tokyo
Quando sarete a Tokyo sicuramente vi consigliamo due passi nel quartiere di Asakusa, che si gira comodamente a piedi, e dove ci si può fare un'idea di come fosse la metropoli precedentemente alla seconda guerra mondiale. Il quartiere si era formato tra la città e la zona più malfamata così, da divenire, soprattutto ad inizio del secolo XX, il luogo dei divertimenti per antonomasia della capitale giapponese, infatti, qua erano alcuni teatri dove si metteva in scena il Kabuki e dove si faceva il cabaret, ed era anche il quartiere delle cortigiane, come si può leggere nelle pagine di "La banda di Asakusa" del premio nobel Yasunari Kawabata o nel più recente libro di Takeshi Kitano "Asakusa Kid".
Il Tempio Senso-ji e le sue origini
Grande attrattiva di Asakusa è senza dubbio il Tempio Senso-ji che sorge dove la leggenda vuole che nel 628, due fratelli pescatori, nelle acque del fiume Sumida, recuperassero una statua d'oro della dea Kannon, e di come, pur volendosene disfare, gettandola nuovamente nell'acqua, questa tornasse sempre a loro. Fu così che, consacrato il luogo alla divinità, pochi anni dopo, nel 645, nasceva il primo tempio in questa zona, che fu poi completamente rifatto ed ingrandito nel secolo XVII all'inizio dell'epoca Edo, quando la città era diventata la capitale di fatto.
Si narra, infatti, che Tokugawa Ieyasu pregasse qua Kannon di sorreggerlo prima della battaglia di Sekigahara, che poi di fatto gli darà il potere incontrastato sul Giappone, e fu così che per ringraziare la divinità, il tempio fu arricchito di meravigliosi padiglioni e qua lo shogun volle anche che si ponesse una delle sue fastose sepolture dette Toshogu (Tokugawa Ieyasu fu deificato alla morte e tante sono le sue tombe in Giappone, anche se la più famosa è quella di Nikko), che però andò in gran parte bruciato in un incendio nel 1646. Il quartiere di Asakusa ha retto, più o meno, agli eventi, anche al terremoto del 1923 e alla seconda guerra mondiale, ma, purtroppo, il Senso-ji, è stato centrato in pieno dalle bombe americane nel 1945 ed è andato in fumo (come la maggior parte delle antichità della città).
Uno dei simboli di Tokyo e del Giappone
Oggi, così, ci dobbiamo accontentare del rifacimento della seconda metà del secolo XX che ci ha riconsegnato un sito senz'altro ridimensionato ed in parte stravolto, pur rispettando lo stile antico. Se, infatti, guardiamo le stampe di Hiroshige realizzate a metà '800 che ci narrano la vita di tutti i giorni a Tokyo e attorno al tempio stesso, vediamo che ad esempio la pagoda è stata ricostruita dalla parte opposta e poi di come i palazzi abbiano preso il posto di boschi ed giardini.
Si arriva al tempio varcando uno dei simboli della città stessa la porta Kaminarimon, quella della grande lanterna rossa, anche essa era stata distrutta dalle fiamme successive il bombardamento, ma fu ricostruita qua negli anni '60 dal signor Matsushita, il fondatore della Panasonic, come ex voto per una guarigione. Oltre questa, sono i negozi della Nakamise dori, una strada su cui si affacciano tanti esercizi commerciali da circa 400 anni. Si narra, infatti, che all'indomani delle ricostruzioni volute da Tokugawa Ieyasu le pulizie ed il mantenimento del tempio di Kannon fossero affidati agli abitanti della zona, che ottennero in cambio il privilegio di aprire un commercio lungo la via di accesso; è così che ancor oggi, qua, si affacciano tanti negozietti che vendono ventagli, ombrelli, kimono e yukata, sia souvenir per turisti che pezzi di discreta fattura, e comunque a prezzo contenuto. Il posto e buono, quindi, per comprare qualche pensiero in stile giapponese per amici e parenti in Italia.
Percorsa la lunga strada, sempre gremita di gente, si arriva alla porta Hozomon, questa ricostruita con donazioni della famiglia Otani, nota per la sua catene di hotel, dove è un'altra lanterna e dove i due Niou proteggono il tempio dagli spiriti maligni, dietro di essa sono affissi due sandali enormi, affinché i malintenzionati stiano lontani, immaginando la grandezza del suo proprietario.
Da qua si accede all'edifico sacro vero e proprio, passando da cortili all'aperto, dove si brucia incenso fino alla sala principale, che ospita la statua della dea Kannon e immagini di bosastu con fiori di loto del pittore Domoto Insho realizzati nel XX secolo. Di fianco al tempio alla destra di chi guarda troviamo una porta vermiglia essa è la porta Niten del 1618 era l'ingresso del Toshogu di Ieyasu, ma i due Niou sono stati spostati dalla sepoltura di Ietsuna, il IV degli shogun Tokugawa, ed è l'unico pezzo antico rimasto in piedi.
Una Tokyo un po' parigina
Attorno al tempio ci sono tanti locali dall'aria vissuta, famosi per servire dalla mattina alla sera il così detto hoppy, una bevanda simile alla birra, ma dalla gradazione bassissima, che viene poi corretta con shochu (distillato giapponese), pare, infatti, che la birra vera e propria, fosse troppo costosa nell'immediato dopoguerra e così si era inventato questo cocktail, che è ancora in auge in queste izakaya, i bar giapponesi. Oltre a queste "osterie" il quartiere offre la scelta di tanti ristorantini, tra cui noi vogliamo segnalare la trattoria Akiyama, dove abbiamo mangiato uno dei tonkatsu (cotoletta di maiale) più buoni di tutti i nostri viaggi.
Nei pressi è anche la via di Kappabashi, una via che è diventata il regno dei ristoratori, che qua vengono a comprare attrezzi da cucina, coltelli e i famosi modellini di cibo, che tanto aiutano nella scelta i viaggiatori interdetti difronte alle diversità culinarie.
Asakusa come dicevamo sorge vicino al Sumida e da qua se volete potete fare una passeggiata sul lungo fiume, in una zona davvero piacevole, che diventa ancor più bella durante il periodo di hanami per la presenza di tanti alberi di somei yoshino, il ciliegio giapponese.
Asakusa è un quartiere che noi Italiani amiamo molto, dove ormai noi di viaggiappone, una scappata la facciamo sempre, ogni volta che andiamo a Tokyo, coi nostri gruppi, quando non riusciamo anche a dormirci per goderne a 360° il fascino che si esalta al calare della sera. Una vera cittadina nella metropoli, che fa ritrovare ritmi da vecchia Europa nelle enormità della grande capitale del Sol Levante, sarà forse per questo che il posto oggi piace più ai viaggiatori occidentali che non agli stessi Giapponesi.
Tokyo Skytree
Al di là del fiume, domina le piccole abitazioni di Asakusa una nuova presenza, la Tokyo Skytree, una torre di comunicazioni nata per soppiantare l'oramai superata, a causa della costruzione di molti grattacieli, Tokyo Tower.
La Tokyo Skytree è infatti alta 634 metri ed è l'edificio più alto del Giappone.
E' aperta al pubblico dal maggio 2012 ed i suoi visitatori da là possono godere di un nuovo colpo d'occhio sul Paese del Sol Levante dai suoi belvedere, ristoranti e negozi, posti a 350 e 450 metri. Noi ci siamo andati una domenica mattina e forse la visita è stata un po' funestata da troppe persone, per questo consigliamo ai nostri lettori di andarci non nel fine settimana, ma senz'altro la vista da lassù vale l'eventuale folla. Per salire al primo livello Tembo Deck (350m) ci vogliono ¥2060, mentre per andare più in alto, Tembo Galleria (450m) ¥1030 in più. Ai Giapponesi con un supplemento è possibile prenotare la visita, tramite carta di credito nipponica, ed è così che per venire incontro agli stranieri si è cercato di realizzare per loro un'entrata fast, a biglietto un po' più caro: Fast Skytree, Ticket single Ticket (350m) ¥3000, Combo Ticket (350m+450m) ¥4000.
- come arrivare
- Con la Metropolitana si scende ad Asakusa, linee Ginza e Toei-Asakusa. Col tram fermata Tobu-Asakusa linea Tobu-Isesaki.
- orario
- Tempio: tutti i giorni dalle 6 alle 17, da ottobre a marzo dalle 6,30; negozi della Nakamise Dori: dalle 9,30 alle 19,30 aperti tutti i giorni dell'anno.
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!