Il Monte Koya
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Koya san montagna sacra al buddismo giapponese
Il monte Koya è uno dei luoghi sacri più cari ai Giapponesi ed ai viaggiatori, sopratutto Europei, che si possono trovare nel Paese del Sol Levante. E' una vera e propria città monastero legata alla figura del santo bonzo Kukai (774-835) e alla sua riforma del credo Buddista (Shingon).
Costui dopo essere tornato da un "famoso viaggio" in Cina (806) che lo aveva portato a contatto con il Buddismo esoterico indiano, tornato in Giappone, dopo essersi messo in luce alla corte imperiale ottenne il permesso di prendere un pezzo di bosco sul monte Koya e qua fondare un proprio convento (819). In questo luogo il nostro Kobo-daishi (il nome postumo) costruì i propri centri religiosi principali, prima di essere chiamato nell'anno 823 a soprintendere al To-ji a Kyoto, avvicinandosi così al centro del potere temporale.
Oggi come un tempo arrivare al monte Koya non è semplice e non deve nemmeno esserlo, anche se rispetto al passato ormai una strada asfaltata lo raggiunge e i turisti che si muovono coi mezzi pubblici vi arrivano con il "salto" finale fatto a bordo di una funicolare. Noi vi siamo andati a in una fine febbraio, quando ancora il freddo è pungente ed il turismo totalmente rarefatto.
Se avete in mente di dormirci è ovvio consigliarvi di farlo in uno dei tanti monasteri che fanno Shukubo, cioè che fanno mezza pensione a turisti e pellegrini; si tratta di veri alberghi, molti dei quali forniti di ogni confort. Deliziosa è la cucina shojin che vi verrà offerta oltre ad essere di per sè molto coreografica. Da provare è la preghiera all'alba. Arrivarvi da Osaka vi porterà via più di un paio di ore, quindi vi consigliamo di dedicare il pomeriggio al paese ed ai suoi punti di interesse e la mattina successiva all'Oku-no-in, il luogo più sacro della motagna là dove lo stesso Kobo-Daishi si trova in eterna meditazione.
Il Danjogaran e la sue mistiche pagode
Noi vi suggeriamo di iniziare la visita dal Danjogaran, che è un insieme di luoghi sacri tra cui alcuni la tradizione vuole che ad innalzarli sia stato lo stesso Kukai tra questi il Kondo (sala principale) che è stato più volte ricostruito e la pagoda in stile tahoto alta 50 metri a rappresentare un mandala tridimensionale ed a proteggere la statua dorata del Budda cosmico perno di tutto il culto Shingon, come sintetizzatore anche degli altri culti a partire dallo Shitoismo, la prima (ma quella che ammiriamo è una ricostruzione piuttosto recente) ad essere costruita dallo stesso fondatore dell'ordine. Qua si trovano poi altri edifici, pagode, padiglioni, risalenti a svariate epoche da quella Kamakura (XII_XIV), potete ammirare il Fudo che è del XII secolo, fino a ricostruzioni, pur sempre suggestive del secolo scorso. Sarà bello ammirare tutto l'insieme in una lenta passeggiata.
.Il Daimon la grande porta sud ed i Mausolei dei Tokugawa
La grande porta alta 25 metri con i due alti niou a proteggere l'intero paese monastero, vermiglia, accoglie chi arrivi da Sud, ad un chilometro circa di distanza dal Danjogaran fu edificata in queste forme nel XVIII secolo.
Il terzo degli shogun della dinastia Tokugawa Iemitsu volle far costruire due mausolei a commemorare il nonno (Ieyasu) ed il Padre (Hidetada), anche se avevano ulteriori sepolture altrove (la più nota di Ieyasu, vero Dio del pantheon shintoista, è a Nikko , ma un'altra celeberrima è ad Ueno, a Tokyo) così che potessero godere della vicinanza con Kobo Daishi. Due tombe santuario per la cui edificazione ci vollero 20 anni di intagli, dorature e laccature per dare un prodotto baroccheggiante, fulgido, così come era appunto lo stile del primo periodo Edo. Gli edifici sono un po' in disparte e vengono a volte scordati, ma vi consigliamo di andare a vederli e qua magari pregare per i propri successi in ogni campo, così come fanno i Giapponesi rivolgendosi al fondatore della dinastia shogunale.
Il Kongobu-ji il tempio principale del buddismo shingon
E' il tempio principale della dottrina shingon, è qua che risiede il bonzo che sta a capo di tale setta, costruito dal grande condottiero Toyotomi Hideyoshi in memoria della madre nel 1593, ha preso fuoco più volte, notate i grandi secchi di legno che ancor oggi stanno sul tetto, ma conserva ancora mirabili shoji (porte scorrevoli) dipinte dai fratelli Kano e dalle propria scuola nel secolo XVII, qua è anche un giardino secco di concezione moderna, il più grande dell'intero Giappone che ha 140 pietre messe in modo tale da suggerire le forme di due dragoni...in inverno quando lo abbiamo visitato era talmente freddo (le scarpe si lasciano fuori) che bellissima ci parve anche una stufa.
Oku-no-in dove riposa la storia del Giappone
Se vi piace camminare vi consigliamo di fare tutta la passeggiata nel bosco passaggiando tra oltre 200.000 tombe, qua riposa la storia del Giappone stesso, se sapete leggere gli ideogrammi troverete i nomi delle grandi famiglie, dei vincitori, dei vinti, che hanno fatto negli ultimi mille anni almeno le vicissitudini del Paese del Sol Levante. Dopo circa un paio di chilometri tra alti cedri giapponesi alcuni dei quali enormi, tra sepolcri di diverse forme e dimensioni si giunge ad un piccolo ponte in pietra. Togliete il cappello, camminate in silenzio, smettete di scattare foto (è vietato da qua in poi) qui vi attende Kobo Daishi in persona per condurvi fino al tempio ove arde da più di 1000 anni una sacra fiamma e dove riposa (per la verità si è calato in profonda meditazione e non riesce a svegliarsi) il santo bonzo Kukai.
Sotto galleria fotografica!
- come arrivare
- da Osaka Namba linea Nankai Koya fino a Gokurakubashi poi funivia.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!