Todai-ji, il Grande Budda di Nara
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Un tempio grande quattro isolati per celebrare il buddismo giapponese
Quando Nara era la capitale del Giappone, l'imperatore Shomu nell'anno 747 volle che qui un vecchio tempio fosse ampliato e ricostruito per divenire il più importante centro buddista del Giappone, luogo guida, sotto il controllo del monaco Roben, così da porre fine ad una serie di sciagure che si erano abbattute sul regno e sulla casa imperiale.
Il Todai-ji era grande quattro isolati della capitale, munito di mura e di edifici, aveva quattro porte, una per lato che lo collegavano alla città di cui la più importante è la porta Nandaimon che è tutt'oggi in piedi nel cuore del grande parco abitato dei messaggeri degli dei: i cervi sacri di Nara. Qua stanno due grandi statue in legno rappresentanti i due Nyuo che tengono lontani le forze maligne, statue realizzate nel 1203 dalla scuola Kei, da qua ho avuto la sorte di passare ormai tante volte e sempre mi sono sentito come un protagonista di un film di Kurosawa, oltre ad aver capito, in mezzo a tanta grandiosità, la grande potenza che avevano i monaci.
Varcata la porta, dopo un recinto e lungo un viale si arriva alla sala del Daibutsuden, oggi in una ricostruzione del XVIII secolo, più piccola dell'originale, ma sempre comunque, la più grande struttura in legno del mondo, che ospita il grande, colossale, Budda di Nara.
La potenza del Sol levante in un Budda di 15 metri
La statua del grande Budda di Nara alta circa 15 metri fu realizzata nel VIII secolo utilizzando 900.000 artigiani, che fecero otto fusioni da assemblare, consumando tutte le scorte di metallo, presenti, al momento, nel Paese del Sol Levante, con un lavoro di circa 11 anni.
La sua presentazione fu fatta davanti a delegazioni provenienti da mezza Asia e mise per la prima volta il Giappone a pieno titolo al centro delle attenzioni del mondo buddista.
Il grande Budda non ebbe però fortuna e fu danneggiato, assieme all'edificio che lo protegge, durante le guerre tra Taira ed i Minamoto nel XIII secolo fino a rimanere scoperchiato a causa di un tifone nel 1610, fino alla ricostruzione voluta dalla madre del V shogun Tokugawa nel 1709, durante la quale si restaurò anche la testa della statua e parte delle braccia. Pare che dell'antico simulacro ormai rimanga solamente il fiore di loto che fa da trono al Budda.
Ai lati della struttura anticamente sorgevano due altissime pagode a sette ordini, non sopravvissute, purtroppo, agli eventi.
Le sale del secondo e terzo mese tesori nazionali del Giappone
Il Todai-ji è costituito da più strutture, due di queste, le sale del secondo e del terzo mese sorgono in alto rispetto al grande padiglione del Budda, vi si arriva percorrendo una scalinata. Vi cosigliamo di arrvare qua al tramonto quando la luce è calda e si irradia sulle lampade che decorano la terrazza esterna del Nigatsu-do (Secondo mese), una struttura dalle origini mitiche, pare, infatti, che qui fosse visto apparire Bosatsu che prendeva delle acque. Qua,quindi, ogni anno da quel remoto tempo (VIII secolo) si celebra un rito che consiste nel prendere le acque che scaturiscono da un pozzo sottostante. Quest'evento si celebra nei primi 15 giorni di marzo ed è accompagnato da una fragorosa illuminazione di torce. Evento che ha purtroppo fatto bruciare il medesimo padiglione e ci dobbiamo accontentare di una sua ricostruzione del 1699 (bellissima comunque!), che custodisce due statue di Kannon; se avrete modo di essere a Nara in quei giorni potrete vedere , ancor oggi,il balcone del Secondo mese illuminato a giorno dalle torce fiammeggianti.
La struttura che invece è rimasta integra dal VIII secolo è il Sangatsudo o sala del loto o sala del terzo mese, infatti qui nel terzo mese dell'anno si recitavano i sutra del loto. Al suo interno troviamo, importantissime statue in argilla e in lacca raffiguranti Kannon e preziosi documenti tutti dell'epoca Nara (VII-VIII secolo); oltre alla magnifica statua lignea risalente al XIII secolo del monaco Chogen, uno dei rifondatori del Todai-ji dopo la distruzione dei Taira.
Sopra questi padiglioni potrete ammirare grande campana posta in un luogo da cui si domina la città di Nara.
Il primo luogo in Giappone dove venivano ordinati i monaci buddisti
Sempre all'interno del parco, alle spalle del Daibutsuden, fuori dai percorsi del turismo di massa dei grandi gruppi, si arriva ad un altro tempio, in realtà un padiglione che è parte integrante del complesso del Todai-ji, il Kaidan-in. Il luogo, deputato alla consacrazione dei bonzi buddisti, fu fondato nell'anno 754.
Fino ad allora, infatti, per diventare bonzi si doveva andare fino in Cina da dove era arrivato in un certo senso il buddismo giapponese che si stava evolvendo in modo autonomo fu così che per porre chiarezza alla neonata religione e fu inviato (o fu chiamato) il monaco Ganjin, il quale superate mille disavventure giunse dopo molti anni nel Sol Levante ormai vecchio e cieco, ma abbastanza in gamba da svelare i dettami di iniziazione al buddismo soprintendendo questo "seminario" per bonzi e far si che ne nascessero anche altri due nell'arcipelago, uno loYakushi-ji nella prefettura di Tochigi (dove è Nikko) e l'altro sempre nominato Kaidan-in a Dazaifu (alle porte dell'attuale Fukuoka). Come premio poi il monaco ricevette la possibilità di fondare un tempio suo, i meraviglioso Toshodai-ji.
Della struttura del secolo VIII del Kaidan-in nulla rimane e dopo varie ricostruzioni quello che ammiriamo oggi è un padiglione del secolo XVIII che protegge quella che era la sala dell'ordinazione ove tutt'oggi sono conservati i sacri arredi. Un pagoda in thaoto in miniatura all'interno della quale è conservata un piccola statua di Yakushi Nyorai, il Budda della medicina, che come vuole l'iconografica buddista ha come protezione i Quattro re guerrieri (Shitenno) a soprintendere i punti cardinali dalle forze del male. Le rappresentazioni plastiche dei re guerrieri sono spettacolari, risalgono infatti al secolo VIII e sono realizzate a grandezza naturale in terra cruda dipinta materiale che ha dato più del legno la possibilità di modellare le espressioni "mostruose" dei soldati divini. Non abbiamo potuto fare foto dell'interno, infatti la sacralità del luogo le vieta (senza particolarissime deroghe), ad ogni modo noi abbiamo avuto la fortuna di vederle nella primavera del 2020, adesso è in restauro, ma ricordatevi di andarci prossimamente.
La cassaforte del Todai-ji
Un altro gioiello, tra le pochissime strutture integre risalenti al periodo della fondazione del complesso templare da ammirare al di fuori dai percorsi standard di visita è lo Shōsō-in un vero e proprio magazzino nato per proteggere i tesori legati al Todai-ji, ed infatti le sue sembianze sono quelle proprie dei granai e dei magazzini giapponesi dell'epoca, sopraelevati così da non subire l'umidità del terreno e ben protetti da tetti e possenti muri in legno di cedro giapponese. I tesori contenuti nel magazzino sacro si trovano ormai in veri musei nazionali ed in parte in una struttura in cemento che è il museo del Toadai-ji. Molto interessante per capire come fossero le architetture "civili" nel secolo VIII in Giappone
- come arrivare
- Col treno da Kyoto o Osaka; la struttura è all'interno del grande parco di Nara
- orario
- da aprile a settembre dalle 7,30 alle 17,30; nel mese di ottobre dalle 7,30 alle 17; da novembre a a marzo dalle 8 alle 16,30.
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!