Diario del mio terzo viaggio in Giappone: Gita ad Ohara, campagna giapponese alle porte di Kyoto
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Ohara un'imperdibile tappa di viaggio alle porte di Kyoto
il Terzo Giorno:
Nuovamente colazione nipponica, ma stamani sotto la supervisione di Yumichan che si è preoccupata di farmi mangiare i cibi giapponesi con i giusti condimenti abbinati, per poi andare a prendere un autobus che ci porterà in circa 45 minuti ad Ohara, praticamente una "frazione" alle porte di Kyoto ai piedi del Monte Hiei, in aperta campagna...in un posto ricco di storia che a parte qualche chiosco garbato è rimasto come doveva essere anticamente.
Per arrivarvi attraversiamo mezza città: Kyoto non è stata bombardata (anche se Yumiko mi fa notare che alcune incursioni aeree le ha subite ed ha contato alcune centinaia di vittime), nella seconda guerra mondiale, ha un aspetto sicuramente più agè rispetto a molte altre città giapponesi in quanto, oltre ai templi e alle moderne costruzioni, ci sono tante casette, alcune anche fatiscenti e con i panni stesi ad asciugare, ma circondate da ordine e pulizia.
Dall'autobus osservo la vita normale della città che ci scorre attorno e, passando il fiume Kano, soffermo la mia attenzione su un gruppo di signore che fa ginnastica (pilates?), per cui penso alla nostra Italia, a quanto poi non sia così diversa,...è che spesso abbiamo approcci differenti per ottenere gli stessi risultati.
Jizo che fanno capolino, antichi templi e carpe giapponesi...
Attraversiamo una bellissima campagna verde dove l'autunno si affaccia timidamente con qualche sprazzo di giallo, di ocra e raramente di rosso. Arrivati alla stazione degli autobus, percorriamo una stradetta che passando in mezzo a bottegucce di artigianato per turisti e ristorantini ci porta al Sanzenin.
Entriamo nel complesso varchiamo la soglia dell'edificio principale il Kyakuden dove si ammirano collezioni di opere di calligrafia, per arrivare alla Shiden, la sala principale, da cui si può contemplare il bel giardino giapponese col suo stagno e e le sue piante, dove il verde e la pace sono davvero intensi.
Usciamo e, tramite un sentiero attorno al quale fanno capolino degli jizo coperti di muschio, andiamo a quella che è la struttura più antica del complesso: l'Ojo Gokuraku che ospita una superba statua di Amida, il Budda celeste e da qui ci incamminiamo verso edifici di più recente fattura.
Ci sediamo per riposarci e una signora ci dà un goccio di brodo caldo con delle pagliuzze gialle: è salatino e per berlo ci vuole tutta la mia passione antropologica nei confronti di tutti i cibi.
Un tè verde davanti al giardino in cornice e si respira lo spirito del Giappone
Usciamo dal luogo e ci incamminiamo verso un altro tempio Hosen-in che si trova a cinque minuti di passeggio e che fa parte di un altro più grande il Sorin-in dove ancor oggi risiedono i monaci della setta che si esercitano nel canto rituale buddista.
Si va al Hosen-in per vedere il suo spettacolare giardino "in cornice" perché, da dove lo si osserva, l'effetto è quello di vedere un quadro incorniciato. Compreso nel biglietto vi verrà offerto un tè verde giapponese da gustare con un dolcetto, mentre vi lasciate rapire dall'abbraccio della natura...Un aspetto caratteristico che sicuramente colpisce è il soffitto rossastro del corridoio che era il pavimento di un castello soprastante nel quale, prima di essere sconfitti, alcune centinaia di samurai fecero il seppuku il suicidio rituale per non esser catturati.
Un tempio zen e un giardino di arte concettuale questo è il Paese del Sol Levante!
Torniamo sui nostri passi ed andiamo a fare una passeggiatina nella campagna circostante per poi tornare alla fermata dei bus e da là verso Kyoto, dove scendiamo ad un capolinea della metropolitana con la quale torniamo verso sud, arrivando al un grande complesso di templi del Tofuku-ji al cui interno è un giardino di pietre realizzato da Mirei Shigemori, architetto degli anni trenta che ha voluto qua sintetizzare gli antichi concetti zen del periodo Kamakura con l'arte e concettuale a lui contemporanea, è il tramonto e c'è poca gente, non abbiamo fretta e finalmente mi godo un giardino zen, perdendomi un po' nel mio pensiero.
In fila per dei super ramen e Kyoto di notte
Si va in hotel per rassettarci un po' e, anche se è presto, a cena andiamo in una "trattoria" di ramen, non troppo lontana dalla stazione, un posto di altri tempi fermo ad una trentina di anni fa, pulitissimo ed efficientissimo: c'è la fila per mangiare...ma scorre ed in quarto d'ora siamo a tavola; ho particolarmente appetito perché il pranzo alla fine lo abbiamo quasi saltato ed allora prendo una ciotola maxi di ramen: fenomenale!!! con le sue cipolline e le sue fettine di maiale...una delizia...io coi ramen ho difficoltà assoluta ad usare le bacchette...allora non mi vergogno a chiedere una forchetta e a trattarli come spaghetti in brodo...in modo poco ortodosso, ma funzionale, un italiano a Kyoto!
Sebbene stanchi decidiamo di fare due passi nella Kyoto by night e, così, camminiamo nell'atmosfera d'altri tempi di Gion con la certezza di non incontrare delle geishe perché siamo alla fine di un ponte festivo...almeno così ci dice un signore a cui chiediamo dove trovare le machiya, le antiche dimore qua conservatesi.
Le luci, le lampade di carta e le vecchie case sono davvero belle di notte...ma siamo stanchi...(noi quando viaggiamo ci alziamo presto) e così decidiamo che la prossima volta, quando torneremo da queste parti, alloggeremo nella non lontana Osaka dove la scelta degli hotel è maggiore così come il respiro della città nell'offerta ristorativa e di bizzarrie...
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!