Diario del mio settimo viaggio in Giappone: mare, onsen e cucina del Sol levante!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Riposo giapponese
Piove, questo settembre si rivelerà fresco e piovoso, facendo dire alla televisione che si hanno temperature più simili al novembre (che qua è più mite che da noi), che non alla fine del periodo estivo (solitamente in Giappone fino alla metà di ottobre se tutto va liscio si hanno temperature per noi italiani estive); siamo stanchi per il viaggio appena concluso e così posso sintetizzare i due giorni che seguono al nostro rientro, dicendovi che i picchi più significativi della giornate si hanno a tavola, dove mia suocera, per allietare il nostro soggiorno, si dedica ad una continua ed incessante ricerca dei piatti più buoni e appetitosi della cucina nipponica e quindi colazione alla giapponese con frittatine, riso, zuppa di miso e poi pranzi e cene con butaman (saccottini di pane al maiale speziato), harumaki ("involtoni" primavera per intenderci) e spezzatini vari...per far culminare il tutto, poi, nella cena del lunedì, quando arriva il tonkatsu (una cotoletta di maiale fritta) con attorno una selva di piattini di verdure, tofu ecc.
Gita al mare di Saga
Il martedì, mentre facciamo colazione i miei suoceri si lasciano andare ad un comportamento poco giapponese, consultano il meteo, l'agenda degli impegni e decidono su due piedi (senza aver programmato) di andare a vedere il mare a Saga...
Le mete, oltre al mare, sono sopratutto un ristorante che per il pranzo offre un buon buffet e poi un bagno in un onsen là vicino...il tempo continua ad essere così così, non piove ma non è certo bello.
La strada che facciamo è simile a quella fatta la scorsa primaveraper andare a Karatsu (andiamo in quella zona), si attraversa la bella campagna sapientemente coltivata, si vede il mare, si passa dal tombolo dove è la grande pineta...poi arriviamo al ristorante, sono le undici ed un quarto, il locale apre alle undici e trenta e c'è già un po' di fila...ed è martedì. "Ma lavorano i Giapponesi?" Mi domando, infatti, oltre alla maggioranza che sono pensionati, ci sono coppiette e giovani famigliole...
I giapponesi ed il buffet
Ora, io sono un gran mangione, ma col tempo, davanti ai buffet mi areno un po'... mi faccio un vassoio di sushi, karaage, soba, gyosa, yakitori (spiedini di pollo) e della bistecca di manzo giapponese alla piastra...e tanta insalata...ora pare dal mio elenco che abbia mangiato come un tribunale, ma vi giuro che di ogni cosa ho preso un boccone...poi, dopo aver capito che, tra tutto, la cosa per me più buona era la tagliata di vitello alla giapponese, mi concentro a mangiar quella...
Ma dovevate vedere gli altri, i Giapponesi sono scientifici in tutto, anche nei buffet, mangiavano tutti come se si fossero fatti fare la lavanda gastrica il giorno prima, vassoi che avrebbero messo in crisi gli stomaci italici più voraci...compresi i miei suoceri si lasciano andare a mirabili vassoiate...sopratutto coi dolci ci fanno il tonfo, come si dice dalle mie parti, ed arrivano otre l'umano sentire e tutti poi rimango magri...
Io e Yumichan cerchiamo un po' di sollievo dalla tavola con due passi sulla vicina spiaggia, ma il vento è forte, molto forte, tanto forte da farmi capire perchè la pineta che è tutt'attorno è popolata di alberi ricurvi...i tifoni che caratterizzano i mesi estivi giapponesi sono poderosi e gli alberi se non vogliono essere spezzati o sradicati si devono adeguare.
Onsen nella provincia profonda giapponese
Rimessi in strada ci dirigiamo nei pressi, ci spostiamo un po' verso l'entroterra, ed arriviamo vicino ad un fiume, qua tra i campi coltivati, un centro sportivo e un simpatico onsen ove chiaro al visitatore appare un divieto, senza ombra di fraintendimenti, perchè il giapponese è corredato di un paio di disegni, di ingresso ai bagni a chi abbia un tatuaggio.
I protagonisti di queste terme nei giorni infrasettimanali, nelle prime ore del pomeriggio, in questo luogo, nella provincia più provincia del Sol levante che immaginiate sono: i vecchietti...Io entrando mi lavo ben ben alle docce prima di fare le abluzioni termali, so che i gaijin (stranieri) sono considerati, questo grazie anche ai primi portoghesi che arrivarono qua, nel XVI secolo, senza essersi lavati da qualche tempo, un po' sporchi e puzzolenti, mentre noto che i vecchi che arrivano si danno una minima sciacquatina e via..."ma bravi", penso io, qua si predica bene e si razzola male poi.
Comunque mi faccio i miei bagni, nel frattempo un paio di anziani personaggi mi rivolgono la parola, mi salutano, mi parlano e si stupiscono che non capisca...io gli dico le tre parole che so in Giapponese: che sono Italiano (questo ancora da queste parti fa simpatia), che sto a Fukuoka e che anche se mi parlano non capisco nulla...Al che si mettono a parlare con mio suocero, che pare fiero di questo "ciccione" che si portano dietro.
Finiti i bagni andiamo a recuperare Yumichan e la sua mamma che non si sono dedicate all'onsen, ma sono andate a fare una passeggiata, mi dicono che la campagna era molto bella, ma poi ha ricominciato a piovere...
Una cenetta italiana in Giappone
Nel tornare verso casa andiamo a vedere una cascata, ma per goderne dovremmo scendere fin sotto, la nostra vista si limita ad ammirarne il salto che fa, da un ponte, siamo un po' stanchi e non ci sarebbe tempo, una cascata forte e ruggente che porta le acque dei monti circostanti al fiume...al breve fiume che è quasi arrivato al mare...
Il rientro è lento, come sempre da queste parti, i limiti a 40, 50 Km/h sono perenni fuori dalle autostrade e poi man mano che ci avviciniamo all'area metropolitana il traffico si intensifica, così come i semafori, tanto che vien voglia di esportare anche da queste parti le nostre, ormai, consuete rotatorie.
Prima di tornare a casa ci fermiamo a far la spesa e mi propongo con gioa di tutti di cucinare io, una cosa semplice e veloce, fusilli alle melanzane e una frittatona di patate...la cucina italiana è più immediata rispetto alla nipponica, mia suocera, poi, che non si arrende ai cibi pronti (di cui i supermercati del Sol levante esondano) ha dei lenti e scrupolosi tempi di preparazione (meglio per noi) e così ne approfitto per aprire del vino ed il parmigiano che abbiamo portato e per un attimo mi lascio andare a sapori per me più consueti.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!