Diario del mio settimo viaggio in Giappone: il Castello di Himeji ed il deserto di Tottori!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il Giappone prima dell'alba
Ci dobbiamo svegliare talmente presto (4,15) che non mi vien voglia neppure di radermi, prendo un caffè nella versione istantanea del caffè americano e poi con Yumi ci lanciamo nella notte, verso il primo treno della metropolitana che si ferma alla vicina fermata di Nanakuma, che come già accennato è vicina nella concezione di vicino di una grande città...un quarto d'ora a piedi...che di regola è il tempo che ci metti ad attraversare la metà di una città di provincia.
Anche se è prima dell'alba c'è un po' di gente, alcuni corrono, così da aver il tempo poi di fare una doccia e filare in ufficio, dei vecchietti camminano, che poi magari fa caldo, dopo per muoversi e, comunque, si sa che ad una certa età il sonno diventa effimero...altri lavorano dediti a quei lavori che si fan presto, altri vanno a far spesa nei supermercati o nei konbini che non chiudono mai, che magari non c'è tempo più tardi...
Giunti alla metropolitana prendiamo il treno e in venti minuti arriviamo a Tenjin, il nodo centrale di Fukuoka, da qua cambiamo linea del metrò (con una passeggiata di cinque minuti) e così arriviamo alla stazione JR di Hakata pronti per partire in quella che è la mia prima gita organizzata treno più bus nel paese del Sol levante...
Un tour organizzato nel Paese del Sol levante
Sì avete capito bene una gita organizzata...abbiamo comprato un pacchetto, composto da spostamenti e pernottamento in comitiva, già dall'Italia, infatti muoversi in gruppi organizzati abbiamo pensato che fosse, stavolta, il modo migliore per raggiungere più luoghi, ottimizzando i tempi ed il denaro così da fare un paio di giorni di visite.
Si parte quindi con uno shinkansen Kodama, cioè che fa tutte le stazioni della linea veloce e che da Hakata termina la corsa ad Okayama (famosa per un giardino di paesaggio) poco a nord est di Hiroshima e qua, assieme ai nostri compagni di viaggio, saliamo su di un bus. E' in questo momento che inizio a stigmatizzare i signori e le signore che ci faranno compagnia, sono per lo più over 65...sorridenti, con gli immancabili cappellini da baseball gli uomini, con i capelli freschi di parrucchiere le signore. Ci sono di tutti i tipi: giovanili, sportivi, la famiglia con figlia adulta al seguito...la mamma col figlio adolescente, la coppia schick, i campagnoli sorridenti, la coppia di amiche che viaggia spesso...insomma la gita...uno spaccato di società giapponese che un antropologo mi avrebbe invidiato.
Himeji il castello più famoso del Giappone
La nostra prima meta è Himeji, il cui bianco e famoso castello ha terminato dalla passata primavera un capillare restauro durato 5 anni circa...noi lo avevamo visitato nel 2010, quando ancora per me il Giappone era solo uno stupirsi di tutto, o poco più...e così volentieri andiamo a vedere come siano stati spesi questi 40 milioni di euro di messa a punto.
Il maniero si presenta grande, è il più grande di quelli che sono rimasti integri in Giappone, mosso tra mura perimetrali, tetti con spioventi arricciati, ballatoi, torrette ed il grande, imponente torrione centrale e certamente ancor più bianco di come non fosse prima dei lavori di ripristino, che, dice, lo abbiano riportato ai colori primigeni.
Avvicinandosi ci si rende conto della grandezza dell'opera, è il castello che più di altri è nell'immaginario del viaggiatore occidentale, si entra ci si arrampica su per le scalinate, si arriva a dominare la città con lo sguardo, che si ferma soltanto giù al mare, saltando quasi l'abitato che appare moderno e sgraziato come sono gli inurbamenti nipponici post bellici che hanno smantellato ogni grazia e non hanno costruito un minimo di skyline.
Di "corsa" (avevamo un paio d'ore a disposizione) torniamo al pullman, che riparte con l'allegra comitiva a bordo e con i nostri accompagnatori, uno che segue l'organizzazione del tour, secco secco vestito di nero che ricorda il Chiarchiaro di pirandelliana memoria ed un donnina piccina che fa venire in mente la brutta copia di Memole, con una divisa da hostes fuori tempo massimo, che con la sua vocetta squillante racconta in viaggio dei luoghi che attraversiamo e di quelli che visiteremo...comprese anche canzoni popolari locali (questo è un classico dei tour nipponici)...
Il deserto di Tottori e poi ryokan ed onsen
La nostra nuova meta è sull'altro versante dell'isola, così dal mare interno puntiamo verso il mar del Giappone, verso la prefettura di Tottori, la più povera del Paese del sol levante, famosa per le pere (che sono buonissime, succose, grandi e tonde) e per il suo piccolo e "strano" deserto...
Sì avete capito bene, in Giappone c'è il deserto, io mi sono sempre immaginato che il libro di Abe Kobo La donna di Sabbia fosse stato pensato qua, infatti siamo sul mare, ci sono le dune e vi si respira un'aria fuori dal mondo, se ci andrete, fatelo leggendo questo romanzo che è anche molto bello.
Il deserto di Tottori sono 30 chilometri quadrati di dune, nate per i sedimenti fluviali di un corso d'acqua (il fiume Sendai, nome molto comune per fiumi e città in Giappone) che qua fatica a riversarsi in mare per le grandi maree ed i venti...anche se dopo la seconda guerra mondiale, frangiflutti e il rimboschimento hanno diminuito la sua grandezza.
E' un vero shock, uno spettacolo onirico...ci vanno tanti turisti, comunque essendo un luogo grande basta scostarsi poco dal flusso più centrale per trovarsi soli nelle dune...
E' quasi il tramonto, risaliamo in autobus e su strade tortuose e lente (i limiti nelle strade normali è basso...50, 60km/h, figuratevi un bus) sempre relativamente vicini alla costa, ma in zona più montuosa arriviamo al nostro Hotel, un vero Ryokan alla giapponese un albergo un po' consumato dal tempo, ma bello, una grande stanza, un ottimo buffet, e guardate che mangiar bene ad un buffet non è cosa solita...unica pecca è che uno poi vuole assaggiare tutto e poi sta male...più che pecca è un mio limite psicologico...poi la cosa più buona erano le fritture...
Dopo la cena luculliana segue un calmo passaggio agli onsen (le terme, in questo caso la spa dell'hotel), questi belli e rinnovati, grandi vasche, catini di legno e piscinette in pietra fumanti all'aperto...un bel relax che mi ci vorrebbe anche ora che scrivo in una domenica italiana, dove i miei soggiorni giapponesi paiono lontani lampi di calore.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!