Diario del mio settimo viaggio in Giappone:il sacro santuario di Izumo
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il regno dei dolci giapponesi
Il mattino seguente verso le sei mi reco nuovamente agli onsen dell'hotel e come è uso comune mi rado la barba visto che ormai se la trascuro un paio di giorni mi fa somigliare a Babbo Natale e poi segue una colazione leggera, data la cena del giorno prima, un po' di pane tostato con burro e marmellata, acqua e tre espressi...ah si c'era una macchina da pseudo espresso e in queste parti di mondo noi Italiani si soffre se amiamo il caffè...
Intanto inizia a piovere forte...un pioggia scrosciante...ma che ci lascia presto, si riprende l'autobus, la prima tappa è ad un negozio di dolciumi...una mega pasticceria realizzata con le sembianze di castello antico, eh siamo in Giappone e ai nipponici piacciono queste cose...qua con un assaggio a tutti gli stand rifaccio colazione...in pratica ne salta fuori un excursus culinario sulla pasticceria nipponica.
Uno dei giardini più belli del Giappone
Si riparte ed in breve tempo ci spostiamo a Yasugi nella prefettura di Shimane dove sorge il giardino museo Adachi, legato ad una fondazione voluta da un ricco mecenate: Adachi Zenko; un mercante nato nel 1899, uno di quelli che si sono fatti tutti da sè e che qua ha esposto la sua collezione di arte, sopratutto giapponese circondando il tutto in un giardino di paesaggio che è giudicato da molte guide tra i più belli, se non il più bello, del Giappone intero...la nostra attenzione, infatti, è maggiormente presa dagli scorci paesaggistici che non dal museo di per sè...e le foto, spero, possano darvi un minimo l'idea di questo luogo bellissimo che sinceramente è davvero fuori dalle rotte del turismo straniero che giunge in Giappone.
A questo punto con un rapido spostamento si arriva al ristorante, dove ci aspetta un bento caldo, un posto sul lago costiero Shinji, lo specchio d'acqua che bagna Matsue, qua il personale è affaccendatissimo e ci accoglie, tra inchini e "sumimasen" (mi scusi) vari, un pranzetto buono e molto molto giapponese...
Izumo uno dei luoghi più sacri del Paese del Sol levante e il suo famoso coniglio
Dopo pranzo si riparte e con il tempo di una piccola pennichella arriviamo ad Izumo uno dei luoghi più sacri del Giappone, qua pare, infatti, che gli Dei nella notte dei tempi venissero a dissetarsi a magiche fonti...ed inoltre, si racconta, anche, una leggenda che ha come protagonista un coniglio, una storia che tutti in Giappone più o meno conoscono, o conoscevano, perchè più il tempo passa, un po' come da noi, più le nuove generazioni scordano il passato...qualunque tipo di passato.
La storia (a questo punto spero siate curiosi) narra di un coniglio che dal vicino mare vuole arrivare all'altra sponda, ove sono altri conigli...non sa come fare ad arrivarvi quindi chiama un pescecane, altre tradizioni parlano di coccodrilli, e gli chiede se ci siano più squali o conigli...così per saperlo fa mettere tutti i pesci in fila da una sponda all'altra per contarli...li conta correndoci sopra, ma arrivato quasi in fondo la sua natura beffarda gli fa confessare che era un trucco per arrivare di là...al chè i voraci personaggi del mare si adirano e sbatacchiano un po' il nostro amico, ansi lo scuoiano...nel frattempo dobbiamo dire che ad Izumo regnava un pronipote del Dio delle tempeste che aveva avuto un figlio bravo dalla prima moglie ed un ottantina di figli cattivelli dalle sue concubine, ora, la torma di prole malvagia mentre andava a chiedere la mano di una principessa incappò nel nostro coniglio piangente e senza pelle e crudelmente lo consigliò, per guarire, di bagnarsi con l'acqua di mare e poi di andare in montagna al vento...immaginatevi che bruciore, a questo punto passò il figlio buono che si chiamava Okuninushi che disse al nostro povero animaletto di fare il bagno nelle acque dolci sacre del fiume di Izumo e poi rotolarsi tra i fiori...il coniglio una volta guarito andò di corsa dalla principessa e le raccontò di quanto fossero cattivi gli uni e quanto fosse bravo l'altro...così da favorirlo nella scelta...il mito poi vuole che Okuninushi, dopo aver passato tante altre avventure, partecipasse in qualche modo alla creazione del Giappone stesso (sarà per questo che in Giappone i conigli non si mangiano?).
Insomma, arrivati al santuario ammiriamo subito il famosissimo shimenawa, la corda rituale, enorme, e poi prima di procedere oltre ,con Yumiko scappiamo dal gruppo per berci un caffè...poi restituiti alla vita dalla caffeina andiamo ad ultimare la visita alle varie strutture del famoso santuario...
"Scalo" ad Hiroshima e ritorno a Fukuoka
Si riprende l'autobus, la gita sta volgendo al termine o quasi solo una sosta per spezzare il cammino lento delle statali nipponiche, ad una cantina dove mi faccio un paio (forse cinque) di assaggi di vino rosso...un prodotto ancora un po' acerbo e distante dai nostri rossi e qua in bella mostra c'erano anche dei pacchi di biscotti del Mulino Bianco e rimango incantato a pensare la strada che hanno fatto quei "baiocchi" per arrivare in quello scaffale...
Il viaggio in autobus prosegue, il cerchio si chiude alla stazione di Hiroshima da dove riprenderemo il treno che in serata ci riporterà a Fukuoka...
Chi l'avrebbe mai detto, quando andavo a scuola, che sarei passato un giorno da Hiroshima solamente per prendere il treno, io sono grandino e per tanto tempo questo nome mi ha messo solo paura addosso, l'orrore dell'atomica, la guerra...ma come per Nagasaki l'averla in passato visitata ha fatto sì che il luogo si esorcizzasse, che rimanesse il rispettoso ricordo, ma anche la consapevolezza di un mondo che è andato avanti vivendo...ed è così che se mi dite Hiroshima io rispondo: "Okonomiyaki ed Ostriche" e se mi dite Nagasaki io vi ripsondo: "Chanpon (ramen) e Casutera (pandispagna)"...
Questo per dirvi che visto che abbiamo un'ora ci mettiamo a tavola in uno degli indirizzi migliori per mangiare la caratteristica "frittatona" rituale alla maniera di Hiroshima, che ha la particolarità di accogliere nel suo impasto anche degli yakisoba (spaghetti alla piastra)...una classica con maiale e calamari e l'altra più ricca con Ostriche...sono talmente stanco, però che mi sazio subito...e dire che con gli occhi avrei mangiato tutto il locale...così mi prendo anche i rimproveri della mia cara Yumichan (che verranno ripetuti, ne son certo nel momento in cui leggerà queste righe).
Arriva il treno, il gruppo come sempre si muove compatto, anche nel suo ultimo spostamento, in un paio d'ore arriviamo alla stazione di Hakata che sono quasi le 23...nemmeno il tempo di salutare i "congitanti" e tutti torniamo alle nostre vite di sempre...
Raggiungiamo casa che è tardi, è la mezzanotte passata, giusto il tempo di una doccia, e poi si crolla...
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!