Diario del mio secondo viaggio in Giappone, arrivo ad Osaka

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
Arrivo in Giappone, ad Osaka Kansai

Arriva il nuovo giorno, dobbiamo arrivare a Kansai, l'aeroporto famoso in Italia perché progettato da Renzo Piano su un'sola artificiale, che alle lunghe stava per affondare, si aspetta di atterrare, ma non si arriva mai, si vede l'ombra dell'aereo sul mare, inquietante, ma poi appare la pista, d'un tratto e si atterra.
Eccomi, Giappone per la seconda volta in meno di due anni.
Arriviamo che è domenica mattina, il volo tra Italia e Giappone è passato in poco più di 11 ore, gli aeroporti all'arrivo sembrano spesso vuoti, e questo non fa eccezione.
Siamo arrivati quindi, io mia moglie...e la valigia dei regali quella dei vestiti non c'è...non mi arrabbio nemmeno, cerco di vedere i lati positivi, siamo arrivati, stiamo bene, siamo in vacanza; facciamo le trafile del caso e ci muoviamo verso Osaka e l'albergo dove staremo tre notti, così da visitare nuovamente Kyoto e Nara.
Caldino
Avevo letto, mi avevano detto che d'estate l'umidità in Giappone è alta e mi accorgo che effettivamente il sole ancora qua è un super sole e il tasso di umidità è altino, ma si sta bene, siamo in viaggio quindi va bene lo stesso, e poi spesso c'è l'aria condizionata, anche troppo fresca per i miei gusti.
La prima constatazione è quanti pochi occidentali ci siano, probabilmente ancora molte persone stanno lontane per lo tsunami o per le radiazioni di Fukushima, certo ci sono danni nelle coste colpite dal maremoto e dal terremoto, ma almeno secondo le rilevazioni dei tecnici della protezione civile italiana ci sono meno radiazioni sul tetto della nostra ambasciata a Tokyo che non nel centro di Roma, e qua ad Osaka di sicuro non c'è mai stato nulla da temere.
Grattacielo

Dormiamo in un grattacielo, al 36 esimo piano in una stanza carina, e pulita come sol qua sanno fare, e la colazione è al 56 esimo piano.
Ci sistemiamo ed usciamo per comprare qualcosa per vestirci, io sono in tuta da ginnastica e scarpette.
Arriviamo in una delle zone commerciali, della metropoli, Namba, devo stare attento a non perdere Yumiko, sennò perdo me stesso, un dedalo di negozi. Tra i tanti negozi, facciamo acquisti a Uniqlo (una catena che in Italia non c'è, ma ad esempio la trovate a Londra) e a Muji, (c'è anche a Milano), dove aiutati dai saldi e dal fatto che qua questi negozi hanno i prezzi di Zara riusciamo a farci un piccolo guardaroba per affrontare i seguenti giorni; per noi Italiani in questo periodo comprare in Giappone può essere poco conveniente, quindi meglio non andare a caso!
In Giappone non vi accorgete di uscire da una stazione Metro che siete in un grande magazzino. Tornando all'albergo, che è verso Bentencho passando col treno in mezzo ad abitazioni più popolari Yumiko mi ha detto:"questa è la zona povera di Osaka...qua stanno i poveretti che li pigliano la mattina e li portano a lavorare, poi mi ha indicato due palazzi improbabili e una scritta, in giapponese ...affitti giornalieri senza chiedere documenti..." così chi ha guadagnato la giornata, magari quella sera dorme nel letto, cose che succedono ovunque nel mondo.
Okonomiyaki

La sera andiamo a mangiare l'okonomiaki, uno dei piatti più famosi della cucina giapponese, la famosa "pizza" rituale del XVII secolo, sulla quale si metteva, e si mette quello che uno vuole, più che una pizza è una frittata, una pastella; e i yakusoba, spaghettoni di grano, che abbiamo preso con pesce e frutti di mare, buonissimi, un altro must della cucina giapponese, in un posto alla mano dove si sudava da morire intorno a tavolini piastra, sui quali ti cuociono in diretta i piatti; circondati da avventori da telefilm...ah ricordatevi che in Giappone in molti ristoranti si può fumare, quindi non stupitevi.

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