Diario del primo viaggio in Giappone, primo impatto col Paese del Sol levante

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
Si parte per il viaggio in Giappone
E' il 31 marzo, ho preparato i bagagli siamo pronti! La notte ho dormito con l'ansia da gita, passa un pulmino che ci accompagnerà da Arezzo all'aeroporto di Fiumicino, in tutto siamo sei, voliamo con JAL la compagnia di bandiera nipponica che ancora faceva voli diretti tra l'Italia ed il paese del Sol Levante.
Si parte, finalmente, l'aria è fresca, c'è il sole in Italia, in Giappone sarà più freddino, ma questo è un bene perché così arriveremo in piena fioritura dei ciliegi per poter fare Hanami.
Arrivati a Fiumicino mi accorgo con piacere di essere stato messo in un posto comodo, alle uscite di emergenza, un po' distante dagli altri, ma il lungo viaggio così è passato almeno un po' più confortevolmente, tra pisolini, film e passeggiatine nel corridoio con gli amici.
Arrivo e risate all'aeroporto di Narita!

Si arriva a Narita che è mattina in Giappone. Mettiamo piede nel Paese del Sol Levante, tutto è scritto in Giapponese! Ma ancora in aeroporto sotto, in piccolo leggiamo qualcosa in Inglese, e così ci accingiamo a fare le pratiche doganali per accedere all'Impero dei Crisantemi.
Là dopo aver risposto goffamente, a qualche domanda, che mi hanno rivolto, per capire dove andavo ed aver lasciato elettronicamente le impronte digitali, vengo invitato ad avvicinarmi ad un attrezzo, io, stanco dal viaggio e farcito di film alla 007 credo che mi vogliano fare la scansione della retina ed avvicino l'occhio tra le risate di tutti a quella che era una normale macchina fotografica, preposta a fotografare gli stranieri che entrano in Giappone. Vedo in lontananza Antonio che si sbraccia ed urla: "La foto, ti devi far fare una foto!"
Ora, dobbiamo prendere un secondo aereo, da Narita a Fukuoka, quindi cambiare terminal, dal 2 al 1 e fare un nuovo check-in, dopo un viaggetto in autobus, tutto va secondo le indicazioni fornite da Yumiko.
Mentre ci avviciniamo a consegnare il bagaglio, un po' rumorosi e festanti, veniamo fermati dalla polizia che ci chiede i documenti...tutto è in regola e così ci avviciniamo al nostro gate dove dobbiamo stare qualche ora prima di prendere la coincidenza.
Al gate abbiamo fame e così io ed il mio amico ci facciamo un primo spuntino ad un chiosco, yakisoba, onigiri; dopo di che ci mettiamo a riposare tutto è ordinatissimo, tutto è pulitissimo, siamo soli, quindi occupiamo l'intera sala d'aspetto, visto che dobbiamo aspettare un paio d'ore, il bagno dove mi cambio e mi rinfresco è incredibilmente pulito, forse più di quello di casa in certi giorni, questo perché i giapponesi sono rispettosi del bene comune le pulizie sono soventi ed accurate, pensate che passa anche una signora a spolverare mentre bivacchiamo!
Fukuoka la porta di Kyushu
Si riparte, un'ora e mezza d'aereo, 1100 Km di viaggio e si arriva a Fukuoka, a prenderci Yumiko il suo babbo e la sua mamma, strette di mano, sorrisi, carichiamo tutti i bagagli su una grande macchina, e noi ci spostiamo verso il centro della città con la metropolitana, storditi, accompagniamo tre di noi al loro hotel a fare il check-in.
Poi tutti insieme abbiamo il primo approccio con Fukuoka, è più freddo che in Italia, tantissime luci, una galleria di negozi che ti accompagna fuori dalla stazione di metropolitana, fontane, scritte incomprensibili e tutti attorno sono Giapponesi...lo strano per una volta sono io.
Prima notte in un futon!

Andiamo a cena in un ristorante di cucina cinese, non sto a spiegare nuovamente l'altezza e la qualità della cucina cinese che si trova in Giappone, dove, quindi, mangiamo benissimo.
Cotti dal viaggio e dalla stanchezza arriviamo dopo un breve tragitto in autobus a casa dei miei suoceri, dove, dopo esserci tolte le scarpe nel genkan (un pezzetto d'ingresso posto ad un livello inferiore) si indossano le pantofole che stanno, invece, al livello della casa, così da non sporcare il pavimento, fatta una doccia, ci corichiamo nella stanza tatami, a noi riservata, nella quale si accede senza pantofole se no si sciupano le stuoie e divisi da un fusuma, che lasciamo aperto, sdraiati sui futon, crolliamo vegliati dai Kami...mentre Yumiko e miei suoceri dormono nelle loro stanze, su dei letti...

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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!