Diario del mio ottavo viaggio in Giappone: pellegrini e burattini a Tokushima
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il pellegrinaggio degli 88 templi in Shikoku
Ci svegliamo presto per quest'ultima giornata da dedicare alla prefettura di Tokushima, la colazione è molto molto giapponese in questo ennesimo hotel, e velocemente siamo già in cammino. Se si pensa allo Shikoku subito la nostra risposta sarà: pellegrinaggio degli 88 templi! Infatti quest'isola è famosa in Giappone ed ormai in tutto il mondo per un pellegrinaggio che tocca appunto 88 luoghi sacri, un percorso circolare sulle orme di Kobo Daishi (quello del Koyasan) che appunto in questa isola nel cuore del Mare interno era nato, migliaia di o-henro (questi fedeli itineranti) ogni anno partono alla ricerca di sè stessi e di Kukai una volta a piedi, ma ormai anche in bus, in auto, infatti non è tanto importante il mezzo, ma andare in tutti i templi, non c'è un vero e proprio tempio di partenza, anche se il numero 1 qua nella zona di Naruto è di fatto il luogo da cui la stragrande maggioranza delle persone parte, qui è possibile procurarsi, infatti tutto il corredo da pellegrino che ci accompgnerà nel viaggio stesso, una serie di indumenti simbolici che ho comunque voluto indossare anche io se non altro per calarmi il più possibile in un piccolissimo assaggio di questo famoso itinerario sacro.
O-henro sulle orme di Kobo-daishi, alla scoperta di un religioso Sol Levante
Arrivati al primo tempio mi vesto quindi da o-henro e dopo aver pregato, ed acceso una candela con Yumi partiamo per una breve camminata fino al secondo tempio, prima di prendere il cammino però vengo interrogato da una signora sul mio viaggio, è di Perugia e sta per partire per alcuni giorni di cammino passeggio sulle orme del nostro Kobo Daishi, ripenso ai miei anni di università nel capolugo umbro, alla vicina Assisi a San Francesco ed i pellegrinaggi fino al monte Verna poco lontano da casa nostra, e alle belle passeggiate fatte col mio caro babbo negli anni .
E' impossibile sbagliare strada oltre ai simboli che scandiscono il percorso del nostro Kukai una serie di persone vestite per l'occasione è in continua marcia, i bambini per strada ci salutano, al secondo tempio un altro momento di preghiera...e poi, con mezzi più veloci dei piedi ci rechiamo al sesto complesso, non perchè non sappiamo contare fino a tre, ma perchè abbiamo ottenuto di poter incontrare il bonzo di questo tempio che ci illustrerà meglio le origini di questo pellegrinaggio e le sue particolarità così da poterle raccontare anche qua sul nostro viaggiappone.com...
Veniamo accolti nel tempio che funge anche da ostello e mensa per i pellegrini, il monaco ci spiega meglio il perchè di questo itinerario spirituale, ci svela il significato di alcuni simboli (tutte cose che racconterò in un prossimo articolo su questa tematica) e ci racconta di lui bimbo in quel tempio, sì perchè i bonzi spessissimo ereditano dal proprio padre il tempio a cui sovrintendono.
Gli udon di Tokushima
E' quasi l'ora di pranzo e ancora non abbiamo assaggiato uno dei piatti forti della zona cioè tarai udon (spaghettoni) che vengono serviti dentro un mastello di legno, hanno la particolarità di essere un po' scotti e vengono serviti in modo collettivo ai commensali che prendono con le bacchette la pasta e la condiscono nella propria ciotola brodosa...sicuramente, come il nabe che vede i commensali attingere da un'unica pentola questo cibo è a ricordare l'antico e collettivo focolare domestico, simbolo di una vita più comunitaria che nel passato contraddistingueva la società giapponese.
Per mangiare questa pietanza andiamo in una trattoria alle porte di Tokushima sulle rive di un fiumiciattolo, il piatto è ottimo così come lo è un po' di karaage che ci viene servito in accompagnamento, un posto davvero fuori mano che certo un non giapponese raramente trova.
Ningyo Joruri i burattini giapponesi
Delle attrattive che rendono famosa a tutti i Giapponesi questa parte di Shikoku ne dobbiamo perlustrare ancora una, cioè il Ningyo Joruri, una particolare forma di teatro tradizionale che utilizza come mezzo espressivo dei burattini, questa forma di rappresentazione filodrammatica era utilizzata come mezzo di comunicazione e svago durante i matsuri legati ai principali santuari shitoisti ed, infatti, è nata per essere rappresentata nei palchi che in questi spazi sacri si notano spesso nello spiazzo che precede l'altare principale, da questa forma popolare nacque appunto il Bunraku che vide nella non troppo lontana Osaka trovare un suo spazio proprio all'interno dei teatri.
Qua a Tokushima è importante il teatro museo di Awa Jurobe Yashiki che è alle porte della città all'interno della villa di un famoso samurai Jorube Bando, un guerriero che perse la vita per aiutare la collettività durante la carestia proteggendola dalle angherie del daimyo (signore) del luogo alle cui vicende, tragiche, si rifanno i drammi che qua tramite i nostri burattini vengono rappresentati, arriviamo per la rappresentazione delle 14, vi danno un minimo di riassunto della messa in scena e poi parte lo spettacolo...
Un gruppo di minute ed energiche signore fanno muovere i pupazzi con una leggiadria indescrivibile, la cosa strana è che le nostre provette burattinaie sono in scena, vestite di nero, ma in scena, e così scopro che il nero è il colore del nulla nella cultura giapponese, il colore dell'invisibilità, e così la loro scura presenza viene letta da tutti i giapponesi come assenza totale.
Finita la rappresentazione (dura una mezz'ora e mostra solo una piccola parte del dramma) ci attardiamo tra i "burattini" in mostra nel piccolo museo, il tempo è bello ed ad una mezz'ora di strada ci sono due cose che vogliamo visitare prima di andar via da qua uno dei più grandi hinamatsuri del Giappone e un ristorante di selvaggina che è piuttosto inusuale nell'arcipelago giapponese, io ne sono ghiotto, Yumiko quasi per nulla, ma ha deciso per una volta di assecondare le mie voglie da toscanaccio.
Il più grande Hinamtusri del Sol Levante
Arriviamo alla "frazione" di Katsuura qua è un grande capannone e dentro il più grande (hinamatsuri ) che possiate immaginare, se non sapete cosa sia cliccate il link e leggete, è una delle feste più importanti del Sol levante, qua le foto mi aiutano un po' ci sono decine di migliaia di bambole che un gruppo di persone ha raccolto in un grande capannone, si dice che esse abbiano il loro spirito, che raccolgano le fortune e le sfortune delle bambine a cui furono regalate e così dal momento che esse sono adulte le varie composizioni vengono dismesse e per non essere messe da parte arrivano fin qua...il nostro direttore ci racconta che spesso è andato in giro per il mondo regalando vere e proprie collezioni, quando gli domandiamo perchè ha fatto tutto ciò esce fuori una risposta molto giapponese: "volevo creare un qualcosa che richiamasse gente nel mio paesino" ....
Una cena di selvaggina in Giappone
E' presto, ma avrete capito che in Giappone si mangia sempre e sopratutto domattina ci dobbiamo alzare prestissimo, tanto vale fare una merenda cena e andare a letto con le galline a questo punto...
Entriamo in un simpatico ristorante lungo la strada, nuovo e lindo, odoroso di legno, qua trofei di caccia fanno da arredamento come in una baita tirolese o in una trattoria del Casentino.
Sono incuriosito da come la cucina nipponica possa manipolare la selvaggina...ed è così che ordiniamo un nabe di cinghiale (botan nabe, ottimo) in cui poi verranno cotti anche gli udon come da tradizione, inoltre un sashimi di capriolo (appena scottato) davvero buono se amate la carne, infine verdure e un po' di pollo per Yumiko...
Torniamo poi lentamente in città ed in hotel e spegniamo il corpo ed l cervello in un istante (sotto foto gallery).
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!