Diario del mio nono viaggio in Giappone: Nara nota e remota!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Un Giappone fuori dal tempo
La sveglia suona presto quest'oggi abbiamo, infatti, in mente di accompagnare i nostri amici al Muro-ji, uno dei templi più famosi di tutto il Giappone, tra i Giapponesi, un luogo sacro dalle origini antichissime (secolo VIII) e che è noto nel Sol Levante con il nome di Monte Koya delle donne...
Il monte Koya è il luogo più sacro alla setta Shingon, una branca del buddismo fondata dal bonzo Kukai nel secolo VIII che tanto fu amata in Giappone ed il cui fondatore è un vero Santo per i fedeli del Sol Levante, ma il buddismo nel passato era piuttosto maschilista (non sto qua ad approfondire), così che molti templi erano preclusi al gentil sesso, mentre questo da sempre è stato rifugio per le signore di tutto l'Impero del Crisantemo.
Ci rechiamo quindi alla stazione JR da dove prendiamo un trenino locale fino a Sakurai, snodo per raggiungere molti tesori della prefettura di Nara, nel cuore di quello Yamato che fu alle origini del Giappone stesso, qua cambiamo compagnia e linea ed in un quarto d'ora di treno ancor più locale arriviamo a Muro. Piovizzicava due anni fa ed anche oggi due gocce di pioggia calano su di noi, ma all'ufficio del turismo accanto alla piccola stazione ci prestano degli ombrelli, che a dire il vero poi non serviranno neppure. Siamo in un Giappone profondo, dove i ritmi sono lenti tanto da sembrare di essere, rispetto alle città, in un altro periodo storico.
Un divario che almeno a prima vista è più forte che non in Italia, dove tra un paese del Chianti, Arezzo dove vivo o Firenze che è più grande non c'è tutta questa differenza...
Muro-ji capolavoro dell'arte giapponese
Da qua col pass fatto il giorno prima ci spostiamo al sito del tempio che si trova oltre un ponte rosso lungo la strada principale, che è circondata da negozi di souvenir impolverati e gestiti da vecchietti fuori tempo massimo che sono qua quasi dal tempo di Kukai, un'atmosfera bellissima. Tra gli alberi di sugi, i cipressi giapponesi, sorgono i padiglioni superstiti (un tempo l'intera montagna era un susseguirsi di sub-templi e santuari) due strutture risalenti al periodo Heian (IX-XII) ed una al periodo Kamakura (XII-XIV secolo), con al loro interno delle meravigliose statue, di Budda e guerrieri divini preposti alla salute di esso.
Visitati i padiglioni ci spostiamo ad ammirare la piccola pagoda vermiglia che risale all'anno 800, quando in Europa Carlo re dei Franchi divenne Magno ricevendo corona e benedizione pontificia in San Pietro.
Con alcuni dei partecipanti che non temono le salite mi reco fino al livello più alto ove è ...
Ridiscesa la scoscesa scalinata (io ho dei sandali poco adatti oggi) torniamo dagli altri fino ai negozietti dove in molti si son fermati a fare uno spuntino dolce di kaitenyaki da una vecchietta arzilla.
Facciamo poi la strada a ritroso e approfittiamo della sosta a Sakurai per acquistare un paio di onigiri ad un kombini per il pranzo, gli onigiri nei konbini sono una soluzione rapida, economica e freschissima che risolvono tanti pasti per chi è in viaggio nel Paese del Sol levante e così torniamo a Nara dove abbiamo in programma di andare a vedere il Todai-ji il grande tempio famoso per ospitare il grande Budda (una statua in bronzo alta circa 16 metri risalente al secolo VIII).
Grande Budda e cerbiatti nel cuore di Nara
Per me è la quarta volta a Nara, la terza al grande Budda, che anche se sono certo che non sia la cosa più bella che la prima capitale stabile del Giappone abbia da mostrare è senz'altro la più famosa, assieme al parco che la ospita, noto per i suoi cervi che vi albergano indisturbati ed ormai totalmente abituati alla presenza umana.
Non che non sia bello, è solo che gli eventi si sono accaniti sul tempio e di esso abbiamo solo una tarda ricostruzione, così come della gran parte della statua stessa e per vederlo in troppi si scordano di altri imperdibili appuntamenti con l'arte giapponese.
Vi arriviamo dopo un breve passaggio in bus dalla stazione e qua tutti vengono rapiti prima dai cervi...e poi dalla grandezza delle opere che si palesano, l'aria è tiepida, la luce è molto bella, dopo la visita di rito ci arrampichiamo su fino alla campana ed alle terrazze che dominano sulla cittadina, da qua con un'ulteriore passeggiata arriviamo fino al santuario Kasuga, uno dei più importanti dello shintoismo, sacro a quei Fujiwara di cui parlavo nella visita al Byodo-in un paio di puntate indietro.
Ramen e pagode questo è il Sol Levante
Un po' stanchi per la lunga giornata cerchiamo un bus per avvicinarci al Fujita Hotel che ci ospiterà anche stanotte, qua dopo una doccia ci ritroviamo con gli altri partecipanti al viaggio, noi abbiamo in mente di andare a mangiare okonomiyaki da Okaru un posto a noi noto per averci mangiato in un precedente soggiorno, ma quando arriviamo c'è un po' di fila, Yumiko è un po' stanca, e poi noi avremo modo di tornarci, così ci dividiamo in due gruppi e mentre alcuni rimangono a gustare le delizie della cucina kansai noi ci decidiamo per un ramen, un ottimo, soddisfacente a grande ramen del quale su tutti gli ingredienti ricordo il gusto dei funghi giapponesi che era molto simile a quello dei nostri porcini.
Per non andare subito a letto facciamo poi una piccola passeggiata al vicino tempio Kofuku-ji che nel passato fu uno dei centri di potere religioso più importati di tutto il Giappone ed oggi ci accoglie con la sua alta pagoda illuminata nella notte tiepida di Nara che è uno dei posti che amo di più al mondo.
Galleria fotografica sotto!
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!