Diario del mio nono viaggio in Giappone: Capolavori giapponesi
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il nostro tour in Giappone entra nel vivo!
L'appuntamento col gruppo è alle 8,30 nella hall, colazione fatta e pronti ad andare alla scoperta del Sol Levante, prima meta è il Tempio d'Argento, il Ginkaku-ji, che stranamente latita nelle visite di gruppo italiane che dedicano tempo alla collina di Higashiyama, là dove Kyoto ha forse retto di più all'incedere del tempo nel cambiar pelle.
Con il nostro abbonamento giornaliero dei bus, fatto la sera prima, arriviamo nei pressi della famosa strada del filosofo che ricordo l'ultima volta che vi passammo essere circondata da sakura in fiore ed una folla di turisti.
Oggi è caldo, ma meno di quel che può regalare Kyoto in estate, è così che prima di varcare il perimetro del sito illustriamo il meraviglioso giardino zen con il suo strano cono di sabbia e la sua rena pettinata a simboleggiare il Giappone stesso, il monte Fuji, il mare, per poi attardarsi nelle viuzze del giardino verde, coi suoi laghetti, il muschio e la sua stupefacenete perfezione che faceva da cornice alle prime cerimonie del tè che qui sotto gli occhi dello shogun Yoshimasa si consumarono...
Ci sono luoghi a Kyoto che non puoi perdere...
Ripreso il bus ci ritroviamo ai piedi del Kiyomizu-dera tappa d'obbligo per chi si reca in Giappone una prima volta, il tempio che ha preceduto la stessa Kyoto e che per la sua universalità tra i vari culti presenti nel Sol Levante è senz'altro uno dei più amati dai Giapponesi ed ormai da tantissimi altri turisti che provengono dall'estero, tant'è che anche molti tra noi oggi si fermano qua per consultare un "oracolo", infatti prendono un omikuji, cioè un foglietto che svela il futuro dell'interrogante e che Yumiko, via via svela a tutti: curiosi di sapere cosa abbiano scritto gli astri per il prorio cammino.
Ci affacciamo dalla famosa terrazza per poi ridiscendere la collina, muoversi tutti insieme non è facile: c'è chi si attarda per una foto o per comprare una bibita e chi va più veloce, tra cui il sottoscritto...è così che ci mettiamo un po' ad arrivare alla Sannen-zaka che col suo lastricato di pietra e le sue case ormai negozi di souvenir e ristoranti accompagna i viaggiatori giù quasi fino a Gion, è l'ora di pranzo, visto il caldo con alcuni dei partecipanti che si fidano della nostra scelta andiamo in un locale che è una sala da tè e dove io mangio un gelato al matcha condito da tanta buona aria condizionata, così come molti degli altri, Yumi opta addirittura solo per una una spremuta... poi c'è anche chi ha fame e si spolvera un tramezzino farcito di tonkatsu, la fammosa cotoletta alla giapponese.
Qua abbiamo un primo esempio della proverbiale rigidità nipponica: siamo 11, ci sono dei tavoli rotondi da 10 persone...noi vorremmo aggiungere una sedia stringendoci un po', tanto le consumazioni sono davvero semplici, ma la cameriera si impunta e ci dobbiamo dividere occupando mezza sala.
Un meraviglioso esempio di antico Giappone
Riposatici un po' proseguiamo la nostra passeggiata per recarci ad un tempio meno noto, ma bellissimo per la sua conservazione perfetta dei giardini, delle strutture, degli arredi, il Kodai-ji, luogo voluto da "Nene" il vezzeggiativo di Kita no mandokoro, prima moglie del grande Toyotomi, uno degli unificatori del Giappone del secolo XVI; il condottiero aveva sposato la donna prima della propria fama, in un matrimonio d'amore e rispetto reciproco, fu così che alla sua morte, con il bene placito di Tokugawa Ieyasu, vincitore a Sekigahara della battaglia che lo rese padrone del Sol Levante, potè realizzare una dimora destinata ad essere poi suo sepolcro e vero cenotafio celebrativo del marito.
Qua all'ombra della veranda, seduti davanti al bel giardino di sabbia pettinata, ci laciamo andare alle foto ed ad ammirare l'armonia che ci circa.
A terra sono delle basse canne di bambù, che limitano le uscite ad una soltanto, per un italiano è normale, non essendoci apparente motivo, pericolo, od altro, oltrepassare il piccolo ostacolo...beccandosi, però, qualche rimprovero da parte dei custodi.
La domanda che mi viene rivolta dai nostri amici stupiti dal rimbrotto è stata: "Perchè? Perchè non si può, non c'è motivo...", ma il Giappone è anche ubbidire senza discutere a regole che possono apparire insensate, un luogo incredibilmente dogmatico e per noi Italiani che culturalmente proveniamo da una cultura che è dogmatica, non dovremmo alla fine faticare troppo a capire. Nella vita non sempre c'è un perchè alle cose...a volte le cose sono in un modo e basta. E non ci si può far nulla (ovviamente scherzo, noi italiani siamo molto indipendenti, forse troppo per comprendere pienamente tutti i lati dello spirito giapponese).
Rispetto a visite del passato le zanzare sono più quiete oggi, e così ci arrampichiamo nella piccola foresta di bambù, primo assaggio di altre, più grandi e famose che seguiranno, senza eccessivo tormento. Il bambù in Giappone è cibo, legno per il mobilio, materiale da costruzione, oltre che fonte d'ombra nelle giornate di calura.
Da basso arriviamo al piccolo museo legato al tempio, mi accorgo che rispetto al passato c'è un alternarsi dei pezzi in mostra, delle sue famose lacche, di dipinti e stampe, ma l'aria condizionata è sempre polare.
Ecco come fu il Sol Levante nel passato
Usciamo e proseguiamo tra i vicoli di Kyoto che qua sono rimasti come nel passato, in un luogo che era alieno al grande turismo che soffoca, ormai da decenni, città come Firenze o Venezia, ma che anche qua, ormai, si palesa in ogni momento, e così davanti alle abitazioni private si alternano inviti al silenzio ed al rispetto della privacy, scritti in giapponese, così schiamazzi (non da parte nostra che eravamo davvero rispettosi ed educati, al più direi allegri) e foto ricordo sono inevitabili.
Eccoci che si giunge, allora, al santuario Yasaka, il santuario di Gion e degli abitanti di Kyoto, cuore religioso e vitale della città stessa, presente qua ancor prima che il luogo si apprestasse ad accogliere imperatori e dignitari.
Dopo la classica fermata al kombini al di là dell'incrocio, ci addentriamo nella Hanami koji una delle principali vie di Gion giù fino al grande tempio Kennin-ji, il primo fondato nell'antica capitale imperiale da Eisai, al ritorno dalla Cina coi segreti dello zen. Abbiamo camminato un bel po', negli occhi di tutti iniziano ad assieparsi immagini e raffronti con la nostra Italia. Intanto Fabio e Raffaella, novelli sposi ed il loro Alessandro, un ragazzo di 13 anni tanto alto per la sua età quanto timido, ma simpatico ed intelligente, tanto che poi, rotto il ghiaccio, si è riveltato sempre uno dei più acuti ed interessati osservatori di quanto si palesava, si staccano dalla comitiva per andare al Pokemon Center meta di visita di molte generazioni successiva alla mia che è cresciuta con Golddrake e Candy Candy.
Piccole trattorie dove gustare la vera cucina giapponese
Torniamo all'Hotel Karasuma decisi a provare un ristorante di curry giapponese e ci diamo appuntamento dopo una doccia con una decina di partecipanti che vogliono condividere questa esperienza culinaria con noi, Yumiko aiutata da amici del posto, dalle nostre esperienza passate e da affidabili guide ha buttato giù delle mappe con locali divisi per fasce di prezzo, la maggior parte sono a costo molto economico, ma senza mai perdere di vista la qualità ed è così che possiamo gustare la vera cucina giapponese, in locali spesso molto piccoli e dove va solo o quasi una clientela nipponica.
E' così che dopo cinque minuti, saranno le 19 circa (in Giappone si mangia prima che da noi) arriviamo all'esercizio che è metà di una stanza e si sviluppa lungo un bancone...non c'è posto quindi, ma sopratutto hanno finito il cibo per oggi...per noi Italiani è strano, ma funziona così, certi ristoranti calcolano un numero limitato di porzioni, che gli garantiscano la giornata,.. e che siano così sempre di fresche ed oltre quello: stop.
Non ci facciamo prendere troppo in castagna e subito parte un piano B, c'è infatti un ristorantino di gyoza non troppo distante, arriviamo e veniamo sistemati in tutto il locale, quasi a riempirlo per intero, il menù è facile, un set di ravioli alla piastra, riso bianco e zuppa di miso, a cui io ed altri aggiungiamo una birra media come premio a fine giornata...nel frattempo arrivano autonomamente Rosy e Luca una simpatica coppia della zona di Cagliari che sta partecipando al nostro tour, segno che la mappa di Yumiko ha funzionato.
Una cena davvero ottima e poi un set costava meno di otto euro ed era davvero gustoso...con i nostri nuovi amici, quindi, ci dirigiamo nuovamente al Karasuma hotel per la buonanotte e per ricaricare le pile di fronte ad una prossima giornata piena di tante cose da vedere.
Galleria fotografica sotto!!
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!