Diario del mio nono viaggio in Giappone: gita a Kamakura!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Un angolo d'antica provincia alle porte di Tokyo
Oggi il tempo non è bellissimo, ma alla fine Giove pluvio non si manifesterà mai in modo significativo...dal nostro Hotel Sunshine in Ikebukuro ci rechiamo a Kamakura, la cittadina alle porte di Tokyo famosa per essere stata tra i secoli XII e XIV capitale de facto del Sol Levante ospitando la residenza degli shogun Minamoto (non sto ad entrare nei dettagli, chi volesse approfondire può cliccare e leggere i capitoletti dedicati), qua si respira un'aria del tutto diversa dalla grande metropoli, un'atmosfera di cittadina provinciale votata al turismo storico artistico e di coloro che vogliono andare a fare surf nella sua bella spiaggia.
La vicinanza alla capitale nipponica ed alla grande Yokohama ha fatto sì che essa sia luogo per una gita dalla mattina alla sera, già appena arrivati si respira un'aria più a misura d'uomo e in molti attorno a noi si dicono rinfrancati dopo la grandezza di Tokyo.
Un altro grande Budda
Dalla piccola stazione in autobus ci spostiamo verso il sito che ospita il grande Budda di qua, lo shogun, infatti dopo aver vinto le fazioni avversarie, c'è tutta una letteratura legata agli eventi, e dopo aver pregato sui resti fumanti del Todai-ji a Nara che ospita l'altro grande simulacro si convinse di regalarne uno anche alla sua città natale.
Da qualche parte ho letto che il suo bronzo non sia un gran che, questo perchè il metallo in Giappone scarseggiava e per realizzarlo si utilizzarono le piastre che fungevano da moneta, ma chissà se sia vero. La statua si presenta a noi in uno spazio aperto, ma attorno ad essa era un padiglione che terremoti e maremoti spazzarono via...mentre il Budda rimase al suo posto...l'opera plastica pur realizzata in un momento poco felice per le arti nipponiche rispetto a quella di Nara è senz'altro meglio conservata e si presenta molto bella come era stata pensata al momento della sua creazione.
Una stranezza è data dall'oportunità di potervi entrare all'interno, infatti è vuota ed anzi presenta alle spalle delle buffe finestre per arieggiare il grande simulacro.
Il rosso santuario shintoista nel cuore di Kamakura ed un pranzetto alla giapponese
Visto il nostro Budda ci rechiamo al santuario Hachiman con le sue vermiglie costruzioni dense di storia e di guerre (nella foto di testa), d'altronde il Dio è proprio preposto a questo, una sorta di Marte nipponico, ci attardiamo tra i laghetti dove ninfee rosse e bianche ricordano le antiche famiglie che si sterminarono per il potere e la mia amata Yumichan racconta la storia ad i nostri amici, così da far rivivere quei luoghi dei loro antichi eventi.
Tornati alla stazione tutti assieme (oggi siamo un po' di meno, alcuni tra i partecipanti sono voluti andare ad Akihabara, il quartiere dell'elettronica) decidiamo per un ristorante di cucina casalinga giapponese così da far provare anche ai partecipanti al nostro viaggio un pasto nipponico con riso, zuppa e piattini piccolini...un pasto leggero per noi italiani, ma senz'altro completo.
Dopo pranzo regaliamo a noi e ai nostri compagni di viaggio un bel momento incentrato nella calma e nella pacatezza zen, andiamo così a due templi del tutto fuori dalle gite turistiche occidentali, ammiriamo giardini di muschio, boschetti di bambù e respiriamo le antiche storie.
Templi zen fuori delle normali rotte turistiche
La prima meta è Hokoku-ji detto Takedera, tempio di bambù, per il bosco di canne che lo circonda, un luogo mistico, dove la storia drammatica di Yoshihisa, esponente del clan Ashikakga (altra famiglia di Kamakura che scalò il potere) che qua a 13 anni dovette fare il seppuku, fa da scena, le strutture sono piuttosto rimaneggiate a causa di vari sconvolgimenti, tra cui il famoso terremoto del Kanto del 1923 che ha portato via molte antiche testimonianze, ma di questo primo periodo, rimane la campana con il suo edificio attorno protetto dal caratteristico tetto in paglia, e il pacato stile dei giardini circostanti.
Il secondo tempio che andiamo a vistare è il Jomio-ji fondato nel 1188 come quinto dei cinque "templi della montagna" posti a Kamakura, era molto grande e ricco di padiglioni, che in un modo o nell'altro sono poi scomparsi lasciando ai nostri occhi oggi solamente il giardino che si ammira dalla sala da tè un piccolo giardino zen bellissimo nella sua perfezione.
Sono molti giorni ormai che siamo in viaggio, certamente la stanchezza e la consapevolezza in molti dell'imminente ritorno si fanno sentire in questa giornata un po' grigia, è così che per tirar su il morale a tutti, almeno a tutti coloro che amano il sushi proponiamo di andare nuovamente al ristorante del giorno precedente. L'esperienza era stata così appagamente ed esclusiva che tutti accettano di buon grado, tranne alcuni che proprio il pesce crudo è meglio di no.
Ed ancora sushi...
Così tornati sui nostri passi ed incontrati per puro caso nella grande confusione alcuni degli altri amici che erano andati in giro da soli con alcuni fedelissimi del sushi ci rimettiamo in fila per godere delle delizie da maestro del sushi Midori
Domani è l'ultimo giorno prima del ritorno c'è il giorno libero, ma il nostro programma alternativo è piaciuto a molti e così tranne due ragazzi andremo tutti assieme alla scoperta di una Tokyo più popolare, vissuta e a misura d'uomo.
Galleria fotografica sotto!
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!