Diario del mio nono viaggio in Giappone: la Tokyo delle geisha
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Kagura-zaka il quartiere delle geisha di Tokyo
Siamo arrivati a domenica 28 agosto l'ultimo giorno pieno di Giappone che il nostro gruppo in viaggio con noi passerà nel Sol Levante, prima di partire, è un giorno che nella nostra scaletta abbiamo lasciato libero per tutti, ma alla fine i nostri compagni di Tour (quasi nella totalità) hanno apprezzato quanto abbiamo pensato di vedere noi oggi e sopratutto hanno avuto piacere di passare l'ultima giornata in compagnia di tutta l'allegra brigata che si è costituita.
Ci incontriamo anche quest'oggi con tre nostre amiche che a Tokyo ci vivono, le nostre care Keiko e Yuko a cui si è aggiunta Yoko san, che tanti anni fa è venuta in Italia a studiare italiano, e chissà se si ricorda ancora come si fa il ragù, che glielo avevo insegnato.
La prima meta di oggi è Kagura-zaka il quartiere delle geisha di Tokyo, è domenica mattina, ancora si faticano a vedere persone in giro, figuratevi queste signore che popolano l'immaginario collettivo mondiale quando si dice: Giappone. Il quartiere è carino, quasi europeizzante, sarà che è sede dell'istituto francese e tanti residenti d'oltralpe lo prediligono per soggiornare qua, anche se devo dire che, tra i tanti ristoranti, quelli italiani, o di ispirazione italiana qua fanno la parte del leone.
Santuari antichi e moderni nel cuore del Sol Levante
Ci perdiamo un po' tra i vicoletti, fino ad arrivare ad antiche vestigia superstiti del castello di Edo e da qua al tempio o santuario, che la commistione tra shintoismo e buddismo è sempre forte, dedicato a Bishamon-ten, il capo dei 4 re guerrieri, quello che protegge dagli spiriti cattivi che sopraggiungano da nord, dove ammiriamo i "cani-leone" posti a protezione dei recinti sacri, che qua sono ad onor del vero delle tigri.
Siamo in una zona di Tokyo centrale dove, però, uffici e palazzoni danno spazio ad un quartiere residenziale, dove tutti si dicono pronti a poter vivere dopo lo "spavento" dei giorni passati in una città affascinante, ma poco vivibile per chi è abituato alla vecchia Europa.
Visitiamo, poi il santuario Akagi contraddistinto da una strana storia. Distrutto dai bombardamenti ha alla fine dato luogo alla riqualificazione dei propri spazi accettando di essere ricostruito (dopo una prima riedificazione post bellica) dal grande architetto contemporaneo Kuma Kengo e di far si che esso vi progettasse anche abitazioni a tempo, sì case molto belle, ma destinate dopo una settantina di anni ad essere abbattute per restituire lo spazio ai religiosi che ne faranno poi nuovamente ciò che vogliono, lasciando per ora l'usufrutto alla ditta che ha ricostruito il tutto, questo è accaduto perchè il mezzo di sostentamento dei santuari shintoisti sono le offerte dei matrimoni e le rette degli asili ad essi collegati...così lo svuotamento demografico della zona ha richiesto di dar guizzo all'ingegno.
Il regno dei gatti nel centro di Tokyo
Tornando verso la metropolitana facciamo più soste mangerecce, approfittando di indicazioni delle nostre amiche di Tokyo tra vari laboratori di leccornie e io non posso non mangiare un gustosissimo butaman assieme agli altri, mentre alcuni vanno sul dolce e si pappano un pan di Spagna farcito o ambedue...
La nostra mattinata prosegue fino al santuario Nezu dalle origini quasi mitiche, ma ricostruito nel secolo XVIII in onore di un figlio maschio dello shogun e fortunatamente rimasto integro tra i vari sfaceli che hanno toccato la città, torii rossi e antiche strutture ci accompagnano in questa bella visita.
Da qua con una passeggiatina arriviamo a Yanaka ginza una zona dove Tokyo sembra quasi un paese e che è molto di moda tra gli amanti dei gatti, animali che qua hanno vita più facile che altrove nella metropoli, oggi c'è un piccolo matsuri (festa religiosa) tra i carri portati dai figuranti e i tanti convenuti un signore eccentrico porta al guinzaglio un maiale...un maialino piccoletto che si chiama, scopriamo, Tonkatsu, cioè cotoletta di suino...uno strano humor nipponico.E qua ognuno andrà in giro per pranzare e fare acquisti, io mangio un paio di crocchette, poi un gelato in una sala da tè, un ottimo gelato che nelle forme a spaghetti mi ricordava quelli di quando ero ragazzino a Monte Sansavino.
Tradizione ed antichità eterno alternarsi giapponese
Recuperata una stazione di metropolitana continua la nostra ricerca di una Tokyo diversa e ci rechiamo allo Zojo-ji che fu uno dei templi più importanti, forse il più grande che i Tokugawa vollero costruire, dove oggi sorge la Tokyo tower, la torre di comunicazione simbolo della vecchia Tokyo di fine ventesimo secolo e della rinascita e ricrescita del Giappone post bellico.
Il gruppo si divide momentaneamente in due tronconi uno sale sulla torre, l'altro ci segue alle ricerca dell'antica Edo cioè del poco che è rimasto del tempio che era grande come 25 volte il Colosseo e grandioso come se non più dei santuari di Nikko, ma che non fu risparmiato dalle bombe delle seconda guerra mondiale. Dopo essersi ricongiunti agli altri che sono saliti sulla vermiglia struttura che fa il verso alla tour Eiffel sfruttando al massimo il nostro abbonamento giornaliero alla metropolitana ci spostiamo verso la modernissima struttura di Roppongi Hills con il suo grattacielo ed i suoi giardini pensili, dove troviamo una selva di simpatici Doraemon ad accoglierci che fotografiamo ingordamente...da qua scendiamo ad un bellissimo giardino giapponese perfettamente inserito nelle nuove architetture che apparteneva alla dimora del samurai della famiglia Mori, dove si compì una pagina tristissima legata alla vicenda dei 47 ronin (antico e moderno vanno a braccetto nell'oblio di molti) e qua di fianco si sta svolgendo un altro matsuri, colorato e chiassoso, una delle facce allegre dei giapponesi che quando possono si rilassano a modo loro dove si sta esibendo una nota star della musica del Sol Levante: Kiyoshi Hikawa...che noi italiani non conoscevamo, ma che spopola da vent'anni nel Sol Levante come icona pop.
Ascoltati un paio di brani ritorniamo tutti sui nostri passi fino ad Ikebukuro al nostro Hotel Sunshine e qua io e Yumiko rimaniamo con le nostre amiche di Tokyo a cena, andiamo in un ristorante di gyoza, enormi e buoni ravioloni che così grandi non li avevo mai visti, per poi andare a passare la nostra ultima notte "tokyese" di questo viaggio.
Foto sotto!
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!