Diario del mio quinto viaggio in Giappone: In viaggio verso il Giappone

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Roma, Helsinki, Tokyo, Fukuoka, la nostra nuova rotta per il Sol levante

Si parte in orario da Roma diretti ad Helsinki, un panino e una bibita, oltre ad un po' di lettura ci aiutano a coprire le tre ore e mezza che servono per arrivare in Finlandia, paese dove ero stato 20 anni prima con un rocambolesco viaggio in macchina, ma erano altri tempi.
Il volo dalla Finlandia verso il Giappone è relativamente breve, 9 ore e mezza, tanto che Finair fa delle sue rotte più brevi un vanto, come porta per l'Oriente, le assistenti di volo con solerzia seguono tutti i nostri bisogni (il volo è operato direttamente dalla JAL) anche se stavolta con Yumichan ci apprestiamo a farlo incastrati come due sardine nei posti centrali della fila da quattro, questo come "premio" per aver prenotato una settimana prima.
E' così che con un paio di film, un paio di pasti, due bicchieri di vino rosso, un pisolino, un'oretta di passeggiatine e un po' di stretching arriviamo a Tokyo Narita, da cui dobbiamo spostarci all'aeroporto di Haneda per prendere il volo per la nostra Fukuoka e per far ciò abbiamo tre ore precise...
Yumichan, quindi, entra un po' in confusione davanti alla lunga fila che accoglie i gaijin (stranieri, nel senso proprio di estranei) alla frontiera, ed è così che dopo aver sbrigato le proprie formalità alla dogana riservata ai giapponesi inizia ad informarsi, sull'eventualità di poter prendere un volo successivo nel caso l'attesa si prolungasse, e difronte alla totale rigidità di JAL, perché caso mai il ritardo sarebbe stato dovuto alle autorità statali e non da loro, si "indigna" non poco e ancor di più rivede il suo giudizio positivo verso la compagnia di bandiera del Sol levante, questo dico io, perché ormai troppo abituata a vivere tra le avversità che provengono dalle italiche genti che però si mostrano spesso aperte a soluzioni dell'ultimo momento.

Di corsa da Narita ad Haneda

Ma la fila scorre veloce e anche grazie al fatto di aver scritto, alla voce alloggio in Giappone, in giapponese, oltre all'indirizzo, presso i suoceri, dopo aver lasciato le impronte e aver scattato la foto d'ingresso, il mio visto viene messo al volo e così possiamo recuperare, stavolta senza indugio, i bagagli e correre verso il Limousine bus ... che ci porta in meno di un'ora a destinazione, mentre mezza Tokyo ci passa davanti agli occhi con i suoi palazzi e le sue torri, quella vecchia e vermiglia e la nuova altissima Sky Tree, e dove abbiamo tutto il tempo per aspettare il nostro volo assaggiando i primi onigiri in terra nipponica di quest'anno.
Mi sento strano a lasciare l'Italia stavolta, sono felice di rivedere i miei cari in Giappone, ma sono triste di aver lasciato mia madre e la gattina signorina Mina, mi manca mio padre che era la persona a cui raccontavo per filo e per segno il mio Giappone e che, come diceva lui, vedeva attraverso le nostre foto , i nostri diari e le nostre video-chiamate... come quando l'anno scorso gli svelammo dal 24° piano del nostro hotel la Baia di Yokohama tutta illuminata...ma si va avanti, perché questo terribile avvenimento se mi deve aver insegnato qualcosa mi ha insegnato che si deve andare avanti.
Atterriamo a Fukuoka dopo poco meno di due ore di volo, la distanza tra la capitale nipponica e la maggiore città di Kyushu è, infatti, di circa 1200 Km, un po' come quella tra Firenze e Parigi, e la passiamo praticamente sempre dormendo. E'un tiepido pomeriggio e stavolta non c'è nessuno ad accoglierci, infatti il nostro otosan (padre in giapponese), come scritto anche nel nostro blog, pur essendo in pensione, come la stragrande maggioranza dei Giapponesi si è trovato un lavoretto, come passatempo...che poi tanto lavoretto non è visto che lo impegna per un paio di settimane al mese e per otto ore al giorno e così non è potuto venire a prenderci con l'auto.

A casa! ma in Giappone...

Con Yumichan siamo troppo stanchi e senza pensarci prendiamo un taxi che ci porta a casa dove troviamo ad attenderci okasan (madre in giapponese). La prima cosa che faccio dopo i saluti, e dopo essermi ricordato che in Giappone in casa si entra senza le scarpe, è una super doccia nell'ofuro, che è una vera e propria stanza doccia, ove è anche la vasca, non un box stretto come quello di casa in Italia.
Una volta che mi sono rinfrescato, utilizzando il wifi chiamo mia madre in Italia, abbiamo fatto con meno di 13€ un abbonamento mensile per chiamare tutti i telefoni fissi e cellulari tramite Skype, anche nel timore che la mia mamma non riuscisse ad utilizzarlo, in modo diretto dal pc e per ogni evenienza. Quindi mettiamo a posto le nostre valige, sopratutto regali per i suoceri, cose italiane che non trovano, tipo la farina ai 5 cereali, i cantucci, i legumi secchi ecc...
Verso le sei e mezza torna anche otosan che si è fermato ad un forno cittadino a comprare pane e dolci per la colazione...un gesto di cura e gentilezza nei miei riguardi, uno dei tanti che mi vengono riservati, ad esempio stavolta mi hanno fatto trovare, oltre a birre e vino, l'acqua gassata (tansansui in giapponese), che sta iniziando a prendere piede anche da queste parti, ma che continua a costare come una bibita e non come semplice acqua minerale.
Ci aspetta un'ottima cenetta, come sapete la mamma di Yumichan è una vera maestra ai fornelli, una montagna di gyosa, i gustosi ravioli di origine cinese, ma un must anche in Giappone, melanzane grigliate morbidissime con lo zenzero, hamburger di tofu e riso della festa, con fagioli atzuki e castagne, insomma una super cena...dopo la quale incuranti del jet-lag crolliamo a dormire...

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