Diario del mio quinto viaggio in Giappone: Muro-ji ed Hase-dera silenzi, arte e natura.

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Una campagna giapponese quieta e remota

Autobus a Muro-ji

Dalla finestra della camera vedo la piana di Nara, cerco di immaginarla prima della costruzione di case e magazzini, quando circa 1300 anni fa si decise di fondarvi la prima capitale stabile del Giappone, doveva essere più bella, le costruzioni contemporanee giapponesi sono infatti sgraziate, funzionali, ma non armoniche, un po' il contrario del passato.
Scendiamo a far colazione che sono poco più delle sette, c'è un po' di fila all'ingresso, ma questa scorre piuttosto rapidamente, preso posto mi rendo conto che la fila continua anche dentro, non ho mai sopportato la fila al buffet... Ma alla fine siamo in orario prendiamo un treno, uno strano treno locale, un paio di vagoni che si incuneano verso la campagna più remota, dove il Giappone è lontano anni luce dagli Shibuya crossing o dai grandi magazzini della nostra moderna Fukuoka.
Sonnecchiamo, quando ad un certo punto ci sembra di capire che siamo arrivati a Sakurai, che è dove dobbiamo lasciare il treno JR e prendere una coincidenza con un locale della linea Kintetsu-Osaka, e così scendiamo al volo...il treno riparte dietro di noi e io e Yumichan, invece, siamo chissà dove...nel nulla in un mini paesino il cui piazzale davanti alla stazione trabocca di bici e motorini di studenti e lavoratori che da qua vanno a Nara o altrove (siamo nella zona di Asuka dove l'arte giapponese fece i suoi primi vagiti).
Per fortuna il prossimo treno passa tra una mezz'ora e il tempo trascorre veloce a guardare la campagna rigogliosa di riso maturo e scambiando due parole con delle vecchiette che ci raccontano di quando dalla stazione di Muro-ji al tempio omonimo ci andavano a piedi, perchè il bus non c'era e del fatto che siamo fortunati che è da poco che hanno messo i treni tra Nara e Sakurai ogni trenta minuti perchè sennò prima si aspettava un'ora...
Arriviamo quindi alla nostra stazione di scambio e da qua, poi, a Muro-ji dove prendiamo il nostro bus indossando il pass acquistato il giorno prima. Si sale, siamo in montagna è un Giappone che mi piace tanto, mi ricorda le passeggiate in Casentino e i paesini del nostro Appennino.

Il Muro-ji uno dei templi più antichi ed affascinanti del Paese del Sol levante

Viaggiappone al Muro-ji

Arriviamo in un posto dove il turismo ha fiorito rigoglioso, e dove probabilmente è ancora presente, ma non certo oggi, uno stradone costellato di negozietti d'artigianato polverosi e datati e ristoranti un po' logori, ma lindi, gestiti da arzilli vecchietti (non c'è un giovane, che ne sarà di questi luoghi tra 10 anni?)...
Varcato un ponte di legno laccato di rosso, oltrepassata la porta di ingresso contornata da qualche nota di koyo ci arrampichiamo per una scalinata in pietra e ci ritroviamo in un'epoca remota, due bellissimi padiglioni uno di epoca Heian e l'altro del successivo periodo Kamakura si presentano davanti a noi. In questo momento c'è movimento, diligenti studenti di una qualche università sono intenti a disegnare particolari delle architetture, dando una nota di allegria al luogo che è aperto da sempre anche alle donne a differenza della maggior parte dei templi cari al buddismo.
Le strutture custodiscono bellissime statue, tra le più importanti della storia dell'arte Giapponese e qua per la prima volta o una vera emozione visiva, di quelle che fino ad oggi ho avuto solamente davanti a certi capolavori dell'arte occidentale, segno che studia studia ho iniziato a sentir mia la storia del Paese del Sol levante e capirne l'evoluzione artistica andando oltre la superficie...perchè come già detto si gode meglio di ciò che si capisce.
Intanto inizia a piovizzicare, non era previsto, ma siamo un po' in alto e il tempo è più ballerino e ci facciamo un'altra rampa di scale salendo verso la rossa pagoda dell' anno '800 quando qua in Italia veniva incoronato imperatore Carlo Magno, una pagoda in miniatura per essere a cinque elementi e rispetto ad altre viste a Kyoto o Nara, ma qua l'altezza è data dalla montagna, il restauro del 1998 dopo che un tifone l'aveva danneggiata ce l'ha resa vermiglia come appunto erano molte delle strutture del periodo (vedi il Byodo-in).

Udon: la buona pasta alla giapponese

Udon

Torniamo poi lentamente sui nostri passi gli studenti se ne sono andati con le prime gocce di pioggia, rimiriamo il luogo e poi vediamo che abbiamo un po' di tempo per aspettare un bus, è fresco e abbiamo voglia di qualcosa di caldo ci fermiamo in un posto davvero fuori dal tempo odierno, dove un signore anziano ci prepara due gustose ciotole di udon in brodo e parlando ci racconta di essere stato un paio di volte in Italia, di aver visto Roma, Alberobello, la Sicilia...ha sicuramente viaggiato più di tanti suoi coetanei italiani che vivono in remoti paesini ci diciamo con Yumichan (ma se ci penso anche di miei coetanei che vivono in grandi città) e così dopo aver mangiato riprendiamo l'autobus e torniamo indietro, ma ci fermiamo alla prima stazione, siamo ad Hase-dera, un altro luogo sacro da sempre in Giappone, da prima che Kyoto nascesse.

Hase-dera di Nara silenzio e sacralità giapponese

Hase-dera albero di Genji

Qua dalla stazione dei treni per arrivare al tempio c'è da fare una passeggiata di un paio di chilometri, è bello camminare in questo paesino dove si scorge un Giappone silenzioso e remoto, fiancheggiando il torrente e boschi atri di bambù, e poi un lungo stradone anche qua colmo di ristornati e negozi di souvenir fermi agli anni ottanta che ci conduce alle soglie dell'Hase-dera. Tempio che venne costruito alla fine del secolo VII per volere dell'imperatore Temnu (il primo imperatore storico) per propiziare la guarigione da una malattia che lo aveva colpito e dove fu posta, poco dopo, una grande statua di Kannon la misericordiosa (che potete ammirare), la cui leggenda vuole essere stata scolpita da un'unica enorme pianta di canfora, tanto grande che di queste statue ne furono fatte due. La gemella fu affidata al fiume e da qua al mare e navigando arrivò sulle spiagge di Kamakura ove fu fondato l'altro Hase-dera dove potete ammirare il gemello simulacro.
Il tempio attuale è del periodo Edo (XVII secolo in questo caso) ed è molto suggestivo nell'arrampicarsi in lunghi corridoi di legno coperti con belle lanterne che penzolano, e mentre saliamo, facendo una piccola deviazione, arriviamo a vedere un antico albero gemello (che nasce da un tronco e sale in due fusti paralleli) che si dice sia ancora quello narrato nelle pagine del Genji monogatari...riprendendo il cammino arriviamo nella parte più sacra di Hase-dera e ad un ampia terrazza tenuta su da una struttura di legno ad incastro come quella del Kiyomizu-dera a Kyoto.

Cena "occidentale" in Giappone!

hamburger biologico

Dopo essersi riposati un po' riprendiamo la via per Nara, non è molto tardi, e per la prima volta in questa settimana di Japan Rail pass riesco ad andare a cena dopo essermi cambiato ed aver fatto la doccia...ad un orario più italico (cioè non prima di dormire come usa in Giappone).
Abbiamo in mente di andare ad un ristorante di Okonomiyaki, ma è chiuso, veniamo colti di sprovvista, anche perchè Yumichan è raro che vada a mangiare a caso, e così consultate le nostre fonti decidiamo per hamburger biologico con patatine fritte in un posticino davvero carino e non troppo lontano...e per tornare anche se eravamo ad un quarto d'ora di passeggiata utilizziamo il nostro pass per bus che ci riporta senza fatica al nostro Nikko hotel, dove dopo aver consultato un po' internet ci addormentiamo profondamente fino all'indomani.

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Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
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