Diario del mio decimo viaggio in Giappone: concentrato di Sol Levante!
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Il castello di Nagoya
Dopo una comodissima dormita ci aspetta stamani una buona ed abbondante colazione da hotel, che impianto in stile anglosassone, io amo la colazione salata quando posso, poi a pancia piena ci rechiamo verso il famoso castello cittadino.
E' una giornata di sole radioso, presa la metropolitana arriviamo al sito del castello della città di Nagoya, forse il luogo di maggiore interesse della zona che col suo torrione principale, alto 48 metri, sorvegliava le valli fino al mare, nodo fondamentale per i collegamenti tra Edo (l'antica Tokyo) e Kyoto costruito come residenza di uno dei figli del grande Tokugawa Ieyasu, il primo grande shogun, era uno dei castelli più grandi del Sol Levante. Che purtroppo fu distrutto durante la seconda guerra mondiale. Oggi, però possiamo ammirare parti superstiti (torrioni laterali e le possenti mura perimetrali) ed una successiva ricostruzione, fedele e suggestiva che domina sulla cittàe sulla valle.
Ogni volta che salgo su di una torre che sovrasta il centro di una grande o media città giapponese ammiro con stupore come questi grandi maestri dell'armonia in fatto di giardini e architetture minimaliste, si perdano nella più totale disarmonia urbanistica.
Ammirati alcuni sakura che timidamente stanno sbocciando ci decidiamo per ripartire, abbiamo in mente di recarci in una zona rurale, tra il mare e la campagna al confine delle prefetture di Osaka e Wakayama, qua oltre a vistare templi e santuari come piace a noi, ci siamo presi una mezza giornata di "nulla" in un ryokan tradizionale sul mare, da passare tra lettura, tè verde cucina kaiseki ed onsen.
Avanza lentamente la fioritura dei sakura
Riprendiamo così lo shinkasen e ci rechiamo fino a Shin Osaka, da qua con un paio di treni locali arriviamo al Kimiidera in piena campagna, scesi alla stazioncina omonima mi ritrovo nel Giappone che io amo di più , quello che senz'altro è rimasto più vicino a come era nel passato. Per arrivare al tempio,uno dei 100 posti più belli ove ammirare la fioritura, dei sakura passiamo delle bancarelle senza personale di vendita, come usa ancora qua in Giappone, dove chi magari ha una piccola coltivazione vende i propri prodotti, espone il prezzo e se ne avete bisogno mettete il dovuto in una scatola ed andate poi via..noi ci compriamo delle arance.
Il tempio è carino, bello nella luce del sole e tra i petali dei sakura che qua ancora hanno raggiunto il 25% della fioritura, stiamo bene. Siamo finalmente soli (non ce ne vogliano i nostri viaggiatori che magari leggeranno) e ci stiamo riposando da quello che è stato senz'altro un viaggio difficile, per il clima avverso.
Un vero vecchio ryokan
Ripreso il treno arriviamo a Kada. Un piccolissimo centro di pescatori che dà sul mare interno, bellissimo per il suo essere rimasto completamente fuori del tempo massimo, così come completamente staccato dal tempo è il nostro ryokan. Ci si toglie le scarpe nella hall, qua la casa giapponese inizia al portone del palazzo in pratica, qua si viene per riposare, per godere della bella vista sul mare che si ha anche dalla camera, dell'ospitalità del luogo, per gustare le buone orate e far bagni... non c'è WIFI, la connessione è scarsa.
Addirittura il telefono in camera è il bigrigio della Sip, chi è grande sa di cosa parli , chi non lo sa faccia una ricerca su google e la cassaforte ha una chiave da antico forziere... dormiremo sui profumati tatami in un morbido futon stanotte, i letti come si usa in questi casi appariranno mentre si mangia la cena montati da invisibile signore.
Quando si entra in una stanza di un ryokan si mette l'acqua a bollire e si prende un tè (verde), si mangia un dolcetto e poi si fa l'onsen, che come si confà in questi casi dà sul mare con la sua vasca esterna.
Poi si va a cena, una grande stanza bella negli anni ottanta ci attende, qua alcune comitive di amici e coppie di anziani e noi. Una cena molto molto giapponese. Sashimi, un piccolo nabe, qua l'orata fa da padrona fino al risotto... davvero buono, forse troppo leggero. Torno agli onsen dell'hotel per godere della vera ospitalità giapponese e conciliare il sonno.
Dormiamo poi profondamente fino all'alba...
Un santuario che protegge le bambole giapponesi
Al risveglio torno ai bagni termali, mentre Yumiko si prepara, un detto nipponico dice, infatti che per godere del ryokan si devono fare gli onsen appena arrivati, dopo la cena ed al risveglio... ed io solitamente sempre mi adeguo alla saggezza locale. La colazione è davvero alla giapponese, e non molti lettori forse l'avrebbero apprezzata: sgombro alla griglia, umeboshi, zuppa di miso, un piccolo nabe, riso, frittatina arrotolata, tofu e altre delizie del Sol Levante. E' una bellissima giornata di Sole, anche oggi, prima di lasciare l'hotel definitivamente ci rechiamo nei pressi di esso a fare due passi sul molo, qua essendo un giorno festivo tanti sono a pescare, vecchi signori, ragazzi, bambinetti. Poi tornati sui nostri passi andiamo ad un santuario Shintoista che si trova proprio nei pressi il santuario Awashima. In questo luogo riposano le anime di centinaia, migliaia di bambole. Si dovete sapere che anche gli oggetti in Giappone hanno la propria anima e tanto più se essi hanno sembianze antropomorfe o zoomorfe. così cortei matrimoniali di vecchi Hinamatsuri si rincorrono a simulacri di ogni genere, dai Tanuki, ai maneki-neko, alle rane, fino ai sette nani da giardino, che sono arrivati fino in Giappone a "rallegrare" i cortili. Solo le foto possono farvi capire però cosa dico, e forse nemmeno... un posto un po' inquietante. Ogni anno poi le bambole sono lasciate in mare con una sorta di rito funebre.
Paesaggi impressionisti per i sakura giapponesi
Tornati poi alla piccola stazione dei treni torniamo indietro fino a Izumisunagawa, da dove andiamo con un bus al tempio Negoro-ji, dove si gode di uno degli hanami più belli del Sol levante. Anche qua si è un po' indietro sulla tabella di marcia delle fioriture. Siamo al confine con la prefettura di Osaka, ma qua della grande metropoli non si avverte nulla, ci troviamo in una campagna meravigliosa, lenta, armonica, dove l'anima si riposa e gli occhi godono della bellezza. Ciliegi in fiore si alternano ad antichi padiglioni, ad una pagoda in stile tahoto ed a prati verdi, in mezzo a comitive di Giapponesi che son giunti fin qua in auto per godere dei più di settemila sakura. Mangiato un piccolo pranzo "al sacco" e riposatisi un po', io al sole e Yumiko all'ombra riprendiamo il bus fino al treno, da qua arriviamo alla stazione di Tennoji, una delle grandi stazioni di Osaka, nella zona più popolare che sta avendo in questi tempi un grande risalto.
Un tesoro nazionale nel cuore di Osaka
Mai domi di cose da vedere, preso un tram arriviamo al grande ed antichissimo santuario di Sumiyoshi che sorge nella zona meridionale della metropoli. Qua un tempo era la natura a far da padrona, bellissime costruzioni si palesano a noi in uno dei luoghi di culto della religione dei padri forse più belli che io abbia visto. Un tesoro dimenticato dal turismo, ove si può respirare un po' di bellezza delle architetture giapponesi, senza essere sopraffatti dalle masse di turisti poco rispettosi che ormai si incrociano. Da qua con le ferrovie locali, ed il nostro Japan Rail pass arriviamo a Shin Osaka da cui con uno shinkansen chiudiamo il nostro cerchio e ripartiamo alla volta della nostra Fukuoka...dove arriviamo in circa in due ore e mezza di treno e dove stanchi ma affamati andiamo da Daichi no udon uno dei posti da noi più amati per un buon piatto di pasta alla giapponese con ottima tenpura.Galleria fotografica sotto!
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!