Diario del mio quinto viaggio in Giappone: ottobre il mese del riso maturo
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Butaman una delizia in un viaggio in Giappone!
Oggi è sabato, è una bella giornata, veniamo da tre giorni in giro e ci pare il caso di passarla in tranquillità tant'è che propongo di cucinare io qualcosa stasera ed è così che ha metà mattina andiamo tutti assieme a fare un po' di spesa alla nostra pescheria di fiducia, io ero partito con in mente le vongole, ma pare non ci siano, o meglio che quelle che hanno sono importate ed allora mi decido di comprare dei calamari ed un'orata pescata, grande e bella...poi gli altri ingredienti sono minimi, prezzemolo che mia suocera coltiva quasi esclusivamente per le mie incursioni tra i suoi fornelli, aglio che si trova facilmente anche qua e olio d'oliva extravergine, che non è come quello che uso in Italia, ma che è simile ad uno qualunque dei grandi marchi da supermercato.
Alla pescheria sono felici che siamo tornati a trovarli ed ormai negli anni mi conoscono e quando sentono che la sera i loro calamari diventeranno il sugo della pasta ridono e dicono, scherzando, che quando sarà pronto verranno a trovarci...
Sulla via del ritorno, visto che i genitori di Yumichan sanno che mi piacciono parecchio ci fermiamo al negozio di Butaman, per chi non lo sapesse questi sono dei "panini", dei "ravioloni" ripieni di speziato maiale, una prelibatezza della cucina cinese ormai assimilata dalla tavola nipponica...questa bottega produce questo prodotto dal 1989 e vi assicuro che li fa davvero buoni.
A pranzo però mi trattengo, infatti questo continuo mangiare mi sta facendo lievitare e poi ho in mente di farmi una bella scorpacciata la sera e così di butaman ne mangio un paio per poi poterci dedicare ad un pisolino, Yumiko dall'Italia ha imparato l'arte del riposino dopo pranzo ed ormai l'ha sdoganata anche nella terra dei suoi avi.
Un'antica danza per ringraziare gli dei
A metà pomeriggio, poi, usciamo a piedi per andare ad un piccolo santuario distante un paio di chilometri ove oggi per le festività legate alla raccolta del riso viene messo su un piccolo matsuri (festa/sagra) e viene messo in scena un kagura un ballo dalle antichissime origini con due katana roteanti eseguito da alcuni vecchietti dai riflessi molto più svegli dei miei.
La festa è bellissima, si respira l'amore di una piccola comunità (quella del quartiere) per un evento aspettato, c'è chi fa yakitori (spiedini di pollo), chi okonomiyaki, chi yakisoba ecc...bimbi, adolescenti ed adulti sono accorsi all'evento, ci sono anche un paio di occidentali residenti che si danno da fare ai banchini ... io e Yumichan (anche se non si vede), siamo gli unici "turisti"...
Facciamo diverse foto e ricordo una luce davvero calda e dorata che ad un certo punto ha baciato il grande albero sacro e le grandi pietre qua venerate, nemmeno a farlo apposta come a sottolineare il loro esser divini.
Una cena italiana nel Paese del sol levante
Torniamo a casa che i miei suoceri si preoccupano un po' per i tempi di preparazione visto che sono abituati a, mangiare non più tardi delle 19...ma come dicevo la cucina italiana è rapida e il pesce fresco meno cuoce meglio è, quindi in breve tutto è pronto per la gioia dei commensali ed anche la mia che ormai non mangio italiano da più di due settimane e comincio, in alcuni momenti, ad aver voglia di piatti facili per le mie papille.
Si respira festa ed amore a tavola, si sorride, si brinda, si mangia di gusto, dopo la cena io mi trattengo, come tutte le sere, un po' assieme ai miei ospiti e poi verso le 21 chiamo mia madre che è purtroppo sola a casa, la vedo sempre tranquilla e ciò mi rincuora, ha imparato ad utilizzare la video chiamata di skype e questo è molto per lei che finché c'era il babbo, cioè fino al primo agosto, il computer non lo aveva nemmeno mai acceso, così almeno ci vediamo. Dopo questo rituale quotidiano mi metto a guardare qualcosa in Italiano perché l'isolamento linguistico forse, alla fine, è l'unica cosa che non mi fa pensare in modo deciso a trasferirmi qua.
Ottobre il mese del riso maturo in Giappone
La domenica poi scorre piuttosto opaca se non fosse per una bella tenpura a pranzo e per una passeggiatina nel pomeriggio che ci vede passare dal santuario dietro casa, quello dove era andato a veder costruire il sacro shimenawa, la corda che adorna i templi, e così vedo che nei cestini che preparavano oggi sono accomodate delle palle di riso cotto, è il primo riso del raccolto dell'anno sacro agli dei
(shinsen) e gli stessi signori, non le signore che avevano comunque aiutato l'altra mattina, hanno apparecchiato davanti all'altare e ci danno giù di sakè e shochu, che è un distillato sempre di riso, hanno già banchettato e sono allegri, poi ci vedono, ci salutano, mi riconoscono come il gaijin che faceva le foto, riconoscono Yumiko come figlia di Tsutomu, che è cresciuto nel quartiere, o meglio la riconoscono come nipote del nonno che aveva molte delle terre circostanti, e mi fanno bere un bicchierino, che accetto per non essere scortese, si capisce.
Mentre parliamo con tre o quattro dei convenuti altri mettono a posto il tutto, e sono velocissimi e precisissimi a far ritornare tutto lindo...incredibile i Giapponesi riescono ad essere precisi anche da brilli e trovano anche la premura di regalarci due cestini col riso.
Giunti poi a casa mi dice mia suocera che è riso ben augurale e che non lo regalano certo a tutti quindi è un segno di simpatia verso lo straniero strano che viene dall'Italia.
Per la prima volta in vita mia mi sono accorto del profumo del riso bollito.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!