Diario del mio quinto viaggio in Giappone: meraviglie a Kyoto!

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Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!

Risvegliarsi a Kyoto

Fushimi Inari Taisha, Kyoto

Mi sveglio dopo aver dormito profondamente che sono le sei e mezza, mi sento indolenzito dall'acquazzone preso il giorno prima, che certo non aiuta qualche reumatismo che l'età non verdissima mi ha regalato, ma il letto era veramente comodo. Mi faccio la barba col rasoio elettrico, così da svegliare Yumichan e farla iniziare a preparare...e poter andare a far colazione, una colazione bella e buona, con lo chef che prepara le omelette ed è così che piuttosto affamato mi spazzolo un pasto iper-proteico, come se non avessi mangiato chissà da quando...scopro con piacere un espresso buono, basta togliere la tazza prima che sia terminata l'erogazione...lo so, non si dovrebbe fare, ma era un peccato far diventare un beverone un buon espresso.
Nel frattempo il tifone di cui si sentivano le avvisaglie il giorno prima aveva falciato la costa della Kii Hanto durante la notte ed era passato in modo marginale da Kyoto, e così con un arietta frizzante ci affacciamo alla giornata, abbiamo appuntamento nella Hall con la nostra cara amica Yuko che ci è venuta a trovare da Tokyo e che passerà con noi un paio di giorni, ma che alloggia in un altro albergo, prendiamo il comodo bus navetta del Nostro Tokyu hotel e con questo raggiungiamo la stazione di Kyoto, dove abbiamo appuntamento con Reiko, un'altra amica, che ci ha raggiunto dalla vicina Osaka.
Tutti assieme prendiamo poi il treno JR, Yumichan riuscirà in questa settimana a sfruttare al massimo il nostro Japan Rail pass, della linea che va ad Uji-Nara e con esso arriviamo in uno dei luoghi più famosi tra i turisti che vengono a Kyoto: il Fushimi Inari Taisha.

Uno dei santuari più famosi di tutto il Giappone

Viaggiappone al Fushimi Inari Taisha, Kyoto

Proprio la sua fama e la paura di grandi assembramenti ci aveva sempre tenuti lontani da questa meta, e domandando alle nostre amiche nipponiche scopro che nemmeno loro non ci sono mai andate...
Arriviamo e subito dalla stazione si è in un baleno nel santuario, che è bello ed affascinante con le sue centinaia di torii rossi che accompagnano il cammino dei visitatori per tutta la montagna sovrastante, camminiamo qualche centinaio di metri, qua avverto i primi italiani, e tanti tantissimi turisti cinesi.
Quest'anno, forse più degli altri, noto come ci siano veramente tanti cinesi in viaggio turistico in Giappone, e me ne rallegro, visto che spesso si sente parlare di rapporti non proprio idilliaci tra i due paesi, tanto da mettre in pericolo la stabilità e la pace nella zona; mentre la mia Yumichan e le nostre amiche non sono molto contente a causa dell'eccessivo chiasso che fanno le comitive, incuranti delle abitudini silenziose degli abitanti del Paese del Sol levante.
Decidiamo si essere sazi di tanta folla e dopo aver preso un potente Omamori (un talismano shintoista) che devo indossare per tenere lontane le negatività, e che porto al collo anche ora, col favore degli dei ci dirigiamo ad Uji dove andiamo a vedere il Byodo-in fresco di un recente restauro.

Il tempio più bello del Paese del Sol levante

Byodo-in, Uji

Il Byodo-in è uno dei templi più famosi del Giappone, tanto da essere raffigurato nelle monetine da 10¥ ed è uno dei rarissimi esempi di architettura Heian risparmiati dagli eventi, oltre ad essere stato dimora di Fujiwara Michinaga il Genji principe splendente del romanzo, per noi è un ritorno, e in questo viaggio di ritorni ce ne concederemo altri. Ci siamo stati in quello che fu il mio primo viaggio, quando ancora di Giappone ne sapevo veramente poco, e come si sa in viaggio si apprezzano di più le cose che già si conoscono, che si sono precedentemente amate e studiate, così da capire cosa c'è dietro alla visione e far sì che l'immediato stupore sia preso da consapevole amore per ciò che si osserva.
Lo spettacolo d'insieme del Byodo-in è stupendo e ne fa veramente uno dei templi a me più cari nel paese del Sol levante, il rosso ed il bianco che lo hanno riportato agli splendori di mille anni fa brillano e si specchiano nelle acque del laghetto prospiciente e sembrano abbracciarti...poi arriva il nostro turno per poter accedere alla statua del Budda Amida custodita nel padiglione centrale e che oggi dopo qualche studio in materia riesco sicuramente ad ammirare in modo più esaustivo.

Capolavori sotto la tutela dell'UNESCO

Ujigami Jinja, Uji

La statua in legno di cipresso ricoperta di foglia d'oro è opera del grande maestro Jocho e risale al 1053 in piena epoca Heian, il momento più alto e raffinato dell'antichità nipponica, quando la giapponesità si manifesta e si integra al meglio con la cultura millenaria proveniente dalla Cina, che è senz'altro faro culturale dell'estremo oriente.
La sala della fenice era, e in parte è ancora, anche se con tinte meno luminose di un tempo, dettagliata iconografia della trasposizione del vita postuma dell'uomo, con Amida che garantisce il paradiso ai suoi fedeli.
Dopo di che si visita il piccolo, ma bellissimo museo che custodisce alcuni particolari della struttura e delle sculture che sono state sostituite all'esterno da copie, e di cui, da distanza ravvicinata si può godere il dettaglio che rimarrebbe sennò celato alla vista.
Una volta sazi di tanta bellezza ci decidiamo ad allontanarci per andare a visitare un altro tesoro patrimonio dell'umanità l'Ujigami Jinja, oltrepassiamo quindi su un ventilato ponte il fiume omonimo della città, famosa in tutto il Giappone oltre che per i suoi templi per il suo profumato tè verde.
Arrivati sulla sponda opposta mi attardo presso una statua moderna di Genji, eroe letterario che pervade tutta la zona, famosa nel mio immaginario, ma che deve essere più nota tra gli amanti del Giappone italiani che non tra i nipponici d.o.c. e così la mia sosta è troncata sul nascere...
Dell'Ujigami Jinja ci dobbiamo, però accontentare di un simulacro...infatti l'originale è in restauro e sarà nuovamente visibile tra qualche mese...da queste parti i loro tesori tutelati dall'UNESCO sono sicuramente ben curati... anche qua qua si vede la ricchezza economica e spirituale di questo Paese che investe nella tutela del suo patrimonio artistico, con un'attenzione ormai da noi inesistente, grazie anche agli interventi dei privati.

Un tempio zen inaspettato e bellissimo

Manpuku-ji, Uji

Anche se stanchi, non siamo domi ed è così che vediamo che sulla via del ritorno possiamo fermarci alla stazione di Obaku per visitare il Manpuku-ji (letteralmente tempio dei dieci milioni della fortuna) un tempio buddista che ci stupisce per la sua grandezza e la sua bellezza.
Il Manpuku-ji riprende le architetture cinesi Ming del XVII secolo ed è il principale della setta Zen Obaku, infatti di origine cinese, la struttura ricorda molto i templi di Nagasaki che abbiamo avuto la fortuna di vistare l'anno precedente, sopratutto nella statuaria, vi sono raffigurati Hotei e altri personaggi del buddismo che poi il sincretismo nipponico ha trasformato nei sette dei della fortuna e nella presenza di una grande pesce di legno che serviva da gong per i bonzi avvertendoli che era ora di mangiare e che avevo visto solo a Nagasaki.
Oramai stanchi e con gli occhi colmi di tanta bellezza torniamo verso la stazione di Kyoto, nei cui pressi andiamo a mangiare in un buchetto per "kyotesi", una friggitoria di spiedini, un posto dove vi friggono ogni cosa infilata in uno stecco, maiale, pollo, verdure, uova di quaglia...pesce...e dove per me c'è un solo difetto...non posso accompagnare il tutto con un po' di pane croccante...
Oramai stanchi salutiamo le nostre amiche, Reiko alla prossima volta che passeremo nella zona di Kansai e Yuko all'indomani...e così, dopo una doccia salvifica possiamo dormire fino al dì successivo, quando la sveglia è puntata un po' prima...

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Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
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