La società giapponese si semplifica
Abbiamo visto nel capitolo precedente come il 1868 veda la fine del potere dello shogun a favore di una restaurazione di quello imperiale; questo nuovo momento è noto col termine Meiji a cui la storiografia nipponica fa spesso seguire la parola ishin cioè rivoluzione, anche se non si trattò di una vera e propria rivoluzione, né restaurazione delle prerogative assolute imperiali. E' in questo periodo che avviene una trasformazione del Paese sotto la guida di un governo oligarchico che vedrà, quali protagonisti, giovani esponenti della classe guerriera i quali, in poche decine di anni, muteranno il paese, iniziando proprio dal togliere il potere agli stessi samurai. E' così che, già nel 1869, il paese vede diminuire le classi sociali che sono ridotte in nobiltà , guerrieri e gente comune; vengono inoltre eliminati i limiti matrimoniali tra caste e, pochi anni dopo, i samurai sono incentivati a lasciare il loro status, fino alla rinuncia a portare la spada ed all'accettazione della nascita di un governo regolare nel 1874.
Nel 1871, in Giappone, vengono eliminati i feudi e la nazione è divisa in prefetture (362, portate a 72 già l'anno successivo), alla cui guida sono messi i daimyo, i quali, però, rinunceranno a comandare ereditariamente sul territorio.