Storia Giapponese: il periodo Heian (terza parte)
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la religione buddista è abbracciata da tutto il popolo giapponese
E' tra i secoli X e XI che il culto del Budda Amida o "della terra pura" prende piede e tutto il popolo giapponese abbraccia veramente questa fede; l'operazione di proselitismo è condotta inizialmente dal monaco Kuya, che predicò per le vie di Kyoto e dal monaco Genshin che dipinse i concetti del paradiso occidentale (terra pura) ed i dolori dell'inferno, integrando così i kami shintoisti nel pantheon buddista come avviene, ad esempio, con la dea del sole Amaterasu la quale fu identificata con il budda Dainichi.
il ritorno della proprietà privata nel Paese del Sol Levante
Sempre in questo periodo la società nipponica subisce forti cambiamenti tra i quali la fine totale del ritsuryo, cioè di quell'istituto in base al quale tutte le terre erano dell'imperatore, per cui, in pratica, non esisteva proprietà privata, con l'eccezione dei territori sotto il controllo dei monasteri e delle famiglie nobiliari.
I domini più periferici diventano, così, veri e propri feudi comandati da nobiltà locali tra cui si distinguono rami cadetti degli stessi Fujiwara che hanno raggiunto il massimo del potere con Michinaga e che hanno tutto l'interesse a che le cose vadano in tal modo, visto che la famiglia si era impossessata di grandi fette del demanio pubblico.
Si assiste così alla nascita di un nuovo istituto, lo shoen, in base al quale il feudo era guidato politicamente dal signore, mentre un contadino gestiva la terra e pagava una sorta di affitto-tributo in riso e lavoro artigianale.
Gli imperatori stessi, per conservarsi un po' di terra, acquisiscono fette di demanio e le gestiscono in modo feudale.
I signori locali vivono in castelli sopraelevati e fortificati, si circondano di milizie (samurai) prezzolate ed esigono e riscuotono il tributo per sé e per chi nominalmente sta sopra di loro (l'imperatore).
Gli uji (clan familiari) più importanti, tra cui i nostri Fujiwara erano, come i monaci che abitavano nei monasteri più vicini a Kyoto, esentati dalle tasse ed è così che molti guerrieri i quali, sopratutto nelle zone più lontane, si erano guadagnati appezzamenti di terra, cominceranno a cederli nominalmente ai Fujiwara, così da non pagarci alcuna gabella sopra, anche se, ad esempio, Taira no Tadamori (nome da ricordare) farà apertamente sfoggio dei suoi possessi gudagnando favori a corte.
Monaci guerrieri, chiusure commerciali e rivolte nel Giappone dell'epoca Heian
In questo momento storico dobbiamo anche ricordare che sul monte Hiei, dove i seguaci di Kukai avevano fondato l'Enryaku-ji, vivevano centinaia di monaci guerrieri, dei soldati veri e propri, che, di tanto in tanto, calavano sulla capitale e facevano il bello ed il cattivo tempo, commettendo ruberie, assassinii, violenze.
Dal punto di vista economico il paese internamente è caratterizzato da commerci prettamente locali e nemmeno Heian può vantare mercati veramente degni di questo nome, dato che i commerci internazionali sono bloccati dai mille ostacoli che i Giapponesi hanno alzato nei confronti di tutto ciò che è esterno al loro arcipelago. Pensate che i privati cittadini nipponici non potevano commerciare direttamente e che i mercanti stranieri non potevano venire a commerciare in Giappone se non una volta ogni tre anni e questo per far sì che lo stato centrale controllasse e tassasse il tutto...dando vita, però a numerose truffe in materia.
Un'altra rivolta insanguina la metà del secolo XI: quella di Abe Yoritoki signore della vasta regione di Mutsu nel nord est che sfida il potere di Kyoto a cui si ribella e che i Fujiwara peneranno a soffocare, facendo uso dell'aiuto di un clan militare, quello dei Minamoto (ricordatevi questo nome).
Imperatori in ritiro esercitano il potere sul Giappone dal chiostro
Il 1072 vede nascere un altro istituto di governo: l'insei cioè il "governo del chiostro", così detto perché l'imperatore Go-Sanjo , fattosi monaco, aveva continuato a governare. Era accaduto che, in un momento di carenza di appartenenti al sesso femminile Fujiwara, era nato un erede al trono non legato al potente clan, il quale, non essendoci donne appartenenti all'uji da fargli prendere in sposa, né un reggente da affiancargli, si era ritirato nel tempio facendosi monaco. Da qui tutelava, però, il figlio, che era un imperatore bimbo, rendendo vana l'istituzione di un kampaku (reggente dell'imperatore minore), il che continuò anche quando questi divenne adulto, per cui nel monastero dove vive l'imperatore monaco nasce un'amministrazione parallela a quella del palazzo imperiale dominato dai Fujiwara.
Questi fatti faranno sì che la nobile famiglia del principe Genji perda il suo assoluto potere a vantaggio delle classi militari in ascesa.
Tra le vestgia di questo tempo uno dei simboli del Giappone
Testimonianze architettoniche di questo periodo le troviamo nell'isola di Miyajima e sono costituite dal Santuario buddista di Itsukushima, uno dei simboli del Giappone, quello col tori rosso nelle acque, che che influenzerà le successive costruzioni shintoiste presenti nel territorio.
Ed anche ad Ohara nei pressi di Kyoto dove ammiriamo il Sanzenin, un tempio monzeki, cioè dove si ritiravano gli imperatori in "pensione", nel quale è possibile ammirare il padiglione Gokuraku-in Ojo con una superba scultura del tempo raffigurante Amida, Kannon e Seishi.
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