Storia Giapponese: il periodo Kofun
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Famiglie di stirpe divina al comando del Paese del Sol Levante
Tra la metà del III e quella del IV secolo dopo Cristo, in cui è venuto a scomparire il regno Yamatai che aveva sede probabilmente nel Kita-Kyushu, o nel Kansai, si assiste, dopo un periodo di lotte tra clan rivali, al prevalere di quello Yamato, con base nel Kinki (la zona di Osaka e di Kyoto), da cui derivano, in un modo o nell'altro, gli Imperatori odierni del Giappone.
E' allora che le famiglie maggiori, dette uji, assumono un ruolo guida, di tipo religioso militare, sulle altre classi che si venivano formando, pretendendo di discendere da uno dei kami (dei) dell'olimpo shintoista, come avviene per lo Yamato che sarebbe derivato da Amaterasu, la dea del sole.
E' agli inizi del V secolo che, nelle cronache cinesi, si parla di un invasione di Wa (Giappone) del territorio Coreano dal quale arrivano le tecniche di allevamento del baco da seta, di lavorazione dei metalli e quelle più avanzate per la coltivazione.
Uno stato "unitario" sotto una forte dinastia, che vede una società divisa in gruppi produttivi ereditari, viene così a formarsi fino a che un'ennesima spedizione in territorio coreano si concluse con una sconfitta, in seguito alla quale alcuni uji iniziarono a ribellarsi, dando così vita ad un nuova era quella Asuka.
Tombe enormi a testimoniare questi lontani tempi della storia giapponese
Questo periodo storico viene chiamato Kofun, dal nome dato a grandi sepolcri, lunghi anche più di 400 metri e aventi svariate forme, rettangolari, circolari e di buco di serratura.
Alcune di queste tombe che, per le loro dimensioni, non hanno nulla da invidiare alle piramidi egizie, sono le maggiori testimonianze in nostro possesso di questo antico periodo che è ancora tra la storia vera e il mito.
Dallo studio degli arredi funebri, come è avvenuto per la storia etrusca, possiamo dedurre il raggiungimento di determinate capacità tecniche grazie al ritrovamento di migliaia di pezzi tra specchi, finimenti equestri, armi, campane di bronzo. A testimonianza, poi, di un mondo dinamico ricordiamo il rinvenimento anche di perline di vetro di fattura ellenistica, giunte sicuramente seguendo la via della seta che collegava l'impero romano a quello cinese.
Arredi funebri e pitture per ricostruire il periodo Kofun, alle origini del Giappone
Altre testimonianza di quella remota epoca viene dal rinvenimento in queste tombe di statue dette haniwa che rappresentano il corteo funebre di chi era morto e che, erroneamente, si è creduto fossero state poste nei sepolcri in sostituzione delle vittime di sacrifici umani.
In alcune tombe sono state rinvenute pitture parietali di cui la più importante è quella trovata nei pressi di Fukuoka, a Takehara, che raffigura un nobile su un'imbarcazione ed un cavallo tra due ventagli da cerimonia.
La più famosa di queste grandi sepolture è quella dell'imperatore Nintoku che è vissuto tra il 313 ed il 399 e che è la testimonianza più grande di tali tombe con i suoi 35 metri di altezza e più di 400 di lunghezza, a forma di buco di serratura.
Tre fossati ed altri tumuli più piccoli circondano il sepolcro imperiale che può essere visto nella sua completezza ed estensione salendo al ventunesimo piano del palazzo del comune di Sakai, cittadina del hinterland di Osaka.
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