Storia Giapponese: il periodo Muromachi
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L'imperatore del Giappone riprende le redini del comando, ai danni di Kamakura
Il 1318 vede salire sul trono imperiale Go-Daigo che,dopo pochi anni, cercherà di sottrarsi alla successione alternata decisa dallo shogunato di Kamakura, mettendosi così contro il bakufu.
L'imperatore, nel 1332, in seguito ad un suo secondo tentativo di forzare la linea di avvicendamento, viene spodestato dallo shogun, ed è sostituito da un regnante del ramo alterno (l'imperatore Kagon) ed esiliato nell'isola di Oki. L'anno dopo, però, Go-Daigo si riorganizza, raccoglie forze fedeli che vengono comandate dal figlio Morinaga e da un altro fedele generale Kusunoki Masashige e, con l'aiuto di due famiglie guerriere che avevano le loro roccaforti nel Kanto, gli Ashikaga, conquista Kamakura e torna sul trono.
E', dunque, il 1333 quando finisce il periodo Kamakura per lasciare posto, nel 1336, a quello Muromachi-Ashikaga...In quei tre anni Go-Daigo inizia a governare in modo assolutista, rimettendo le redini decisionali nelle mani imperiali dopo più di 300 anni di potere delegato. Prova, così, a fare delle riforme che sono note come "Restaurazione Kemnu", dal nome dell'ultimo imperatore che aveva regnato in modo diretto.
La burocrazia viene nuovamente centralizzata, a danno delle deleghe locali (feudi), col ripristino del ministero addetto al controllo del regno e di un "ufficio reclami" (Zassho ketsudansho). Go Daigo inizia la costruzione di un nuovo palazzo imperiale, consono alla sua potenza, per la cui realizzazione spreme ben bene i contribuenti, creando così subito forti motivi di malcontento.
Nuove guerre civili insanguinano il Giappone del secolo XIV
Poichè il potere di Go Daigo non ha solide basi, nel 1335, gli Hojio tentano di riprendersi Kamakura provocando la reazione di Ashikaga Takauji che parte col suo esercito e reprime la rivolta, reclamando per sé il titolo di shogun, ma l'imperatore non ci sta e lo fa accusare di avere ucciso suo figlio Morinaga, che in realtà gli Hojo avevano arrestato nella capitale dove governava in nome del padre. Takauji, col fratello Tadayoshi, marcia su Kyoto che è sottomessa dopo due tentativi e così inizia la nuova era con Go-Daigo che viene destituito e con un nuovo imperatore pescato dal ramo collaterale il quale nomina, nel 1338, Ashikaga Takauji primo shogun della sua famiglia.
Go Daigo scappa e si rifugia a Yoshino, nelle montagne attorno a Nara dove fonda un regno del sud, che però non avrà mai il respiro di quello del nord, ma sopravviverà fino al 1392.
Takauji era un uomo colto e raffinato, che si era trovato a dover fare il guerriero, mentre il vero artefice delle vittorie sul campo è il fratello minore Tadayoshi che in questo primo momento dirige di fatto il bakufu; entrato in conflitto con alcuni fedeli di Takauji, il cadetto degli Ashikaga si allea con le forze del sud cercando di prendere il comando, ma il tentativo fallisce e così il generale viene portato prigioniero a Kamakura, dove muore poco dopo.
Colti samurai conquistano il timone del Paese del Sol Levante
Takauji, rimasto solo al potere, si avvicina sempre più al culto del buddismo Zen e fa proseguire la costruzione, su modello cinese, di 5 templi a Kamakura e Kyoto, divisi in ordine di potenza, i cui sacerdoti aiuteranno, anche a livello burocratico e politico, tra questi forse il preferito dalla famiglia Ashikaga era il Tenryuji, il meraviglioso tempio che sorge a Kyoto nei pressi di Arashiyama.
Lo shogun, intanto, non riesce a decidere dove stabilire la capitale, fino a che lascerà il potere nelle mani dei due figli che risiederanno l'uno a Kyoto e l'altro, ugualmente potente, a Kamakura...Alla loro morte, prende il comando del bakufu Yoshimitsu degno nipote di Takauji, che sale sul trono ancora bimbo, ma che saprà reggere con polso fermo la situazione, creando un'unica capitale a Kyoto, obbligando i maggiori feudatari a risiedervi e ponendo la sede del bakufu stesso nel quartiere Muromoachi, da cui il nome all'intero periodo...
Rinascimento Giapponese
Lo shogun riuscirà a imporre nuove tasse fondiarie e a tassare la produzione del saké dei mercanti cinesi oltre che a piegare le autonomie locali più distanti e a porre a termine gli atti di piraterie che i giapponesi attuavano in prossimità delle coste della Cina. Yoshimitsu abdica in favore del figlio Yoshimoki nel 1398, anno in cui era riuscito ad unificare nuovamente la corona imperiale che era ancora divisa, con la promessa, non mantenuta di applicare un'alternanza, nel ramo di discendenza e prende per sé il titolo di gran ministro, titolo che lo equiparava quasi al sovrano.Uomo di estrema raffinatezza controlla il Paese del sol levante, è proprio il caso di dire dal suo chiostro dorato, è infatti nel Kinkakuji (il famosissimo padiglione d'oro) che risiede il quale era stato costruito all'interno della struttura del grande tempio zen Rokuon-ji e riallaccia i rapporti con la Cina adesso sotto la dinastia Ming, con la quale pur di avere affari vantaggiosi per il suo Paese e potersi procurare raffinati manufatti con cui arricchire le sue dimore, fregiandosi del titolo di re del Giappone assume un ruolo tributario nei confronti del grande vicino.
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