Storia Giapponese: il periodo Kamakura (terza parte)

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Il Giappone non si china davanti all'impero mongolo

Il secolo XIII vede così i nostri shogun di discendenza Minamoto, a Kamakura, reggere un potere che in realtà si trova nella mani degli ormai lontani parenti Hojo che lo esercitano tramite l'istituto della reggenza.
E' in questo secolo che, dall'Asia centrale, dalle steppe mongole, il famoso Gengis Khan costituisce un impero che va dalla Corea alla Polonia, arrivando a minacciare la stessa Vienna. Il suo successore Kublai Khan (quello della cui corte fu ospite Marco Polo) prende il titolo di imperatore della Cina e cerca di assoggettare tutta l'Asia non ancora occupata. Egli invia, nel 1268, a Kamakura, un ambasciatore alla corte di Hojo Tokimune, che all'epoca ha 17 anni, con il compito di comunicare che il Giappone doveva accettare di essere sottomesso all'impero mongolo, ma come risposta ebbe la decapitazione del messo.

Il Paese del sol levante resiste ad un primo attacco

In seguito a tale sfida, i mongoli, nel 1271, sbarcano nella baia di Hakata (l'attuale Fukuoka), ma le truppe giapponesi che, pur in numero esiguo, aspettavano l'attacco, ritardano le operazioni di occupazione ritirandosi nella vicina Dazaifu dove resistono fino a quando arriva una tempesta (vento divino: kamikaze) che distrugge 200 navi della flotta di aggressione per cui i mongoli, rimasti senza aiuti dalle retrovie, sono facilmente sconfitti...
A Kamakura, però, i Giapponesi capirono che il pericolo era solo rimandato; iniziò quindi la preparazione di grandi fortificazioni lungo la baia di Hakata, opere, in parte ancor oggi visibili, costruite per cercare di disturbare lo sbarco dei cavalieri mongoli che erano la forza di maggior impatto degli avversari.
Queste strutture difensive e l'impiego di tanti soldati che reclamavano la paga furono ottenuti con un forte aumento delle tasse che colpirono le classi produttive nipponiche.

Il vento degli dei salva il Giappone una seconda volta

4000 navi mongole si affacciarono davanti all'attuale città di Fukuoka e fecero sbarcare i loro soldati; l'esercito giapponese, pur pronto e combattivo dietro le muraglie appositamente preparate, davanti a 140.000 avversari dovette ritirarsi per continuare a resistere grazie al sostegno del territorio accidentato. Fu così che, dopo una prima vittoria, i mongoli non riuscirono a fare passi in avanti per cui, quando una seconda tempesta distrusse le navi ancorate e tagliò i rifornimenti, solo in 40.000 riuscirono a scappare in Corea mentre gli altri furono quasi tutti uccisi.
Questo fu l'ultimo tentativo di invasione straniera nei confronti del Giappone e servì a rafforzare il sentimento nazionale nipponico e a convincere i cittadini di essere i preferiti dagli dei.
Questa vittoria fu, però, raggiunta con grande dispendio di forze e così i governanti di Kamakura, che si bearono momentaneamente del ruolo di salvatori della patria, subirono presto un duro declino, caratterizzato da alcuni decenni di guerre civili e causato dall'incapacità di saldare i conti con i samurai che volevano essere pagati in denaro visto che non c'era stato alcun bottino da spartire.
Alla morte di Tokimune, un vassallo dello shogun, Taira Yoritsuna, cerca di sostituirsi agli Hojo nella reggenza (che era stata presa dal suocero essendo il nipote ancora troppo piccolo) e vince una battaglia nel Kyushu proprio con l'appoggio del reggente ( Hojio Sadatoki )…il quale, però, facendo il doppio gioco si sbarazza di quest'ultimo a giochi fatti.
In questo periodo vennero, per editto, restituite le terre ai legittimi proprietari che le avevano perse a vantaggio dei samurai i quali, esautorati, formano vere bande che saccheggiano e tengono in scacco intere comunità in barba all'ordine costituito e si organizzano in società segrete abili nelle arti marziali, è ora che nascono i famosi ninja.
Nel frattempo, a Kyoto, i due figli dell'imperatore Go Saga erano entrati in competizione per la successione al trono, per cui il reggente Sadatoki cercò di istituire un sistema di alternanza nella successione per le cariche sessho e kampaku, dando origine così ad una grande confusione e , inevitabilmente, alla fine dello Shogunato a Kamakura.

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