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Giappone impero dalle origini divine

Il Giappone è una delle 31 monarchie presenti nel mondo e per la precisione è l'unico impero. L'imperatore del Giappone vede il suo potere nascere nella notte dei tempi, in epoca non-storica, tanto che gli si tributavano origini divine, il primo, Jimno, era il pronipote della dea del Sole Amaterasu e quindi direttamente imparentato con Izanagi ed Izanami, le divinità che per lo Shintoismo fondarono materialmente il Giappone.
Anche grazie a queste origini nobilissime la famiglia imperiale non ha mai mutato dinastia, essendo essa stessa simbolo dell'unità del Paese e non ha cognome.

Gli imperatori giapponesi nella storia

La dinastia, poi non si è mai estinta, perché l'imperatore aveva oltre alla prima moglie, che era quella ufficiale, anche altre mogli i cui figli potevano essere a loro volta imperatori, in mancanza di un erede da parte della prima sposa.
Il ruolo imperiale è ancor oggi, anche un ruolo religioso che lo vede in determinati momenti pregare nella ritualità shintoista per il bene dello Stato, ma più lo era all'inizio, tanto che nei primi secoli si ebbero anche imperatrici donne, che erano vere e proprie sacerdotesse a cui si affidava il bene, la salute, dell'intero stato.
Il potere effettivo, però, in Giappone è quasi sempre stato nelle mani di altre famiglie, nessuna di queste ha mai potuto ergersi a cingere la corona, ma sempre si sono dovute “accontentare” di gestire il potere politico essendo l'imperatore divinità incarnante l'unità del Paese stesso, difronte all'intero popolo.
In epoca Yamato (prima del VII secolo) si individua nell'imperatore Ojin la prima figura storicamente ammissibile, che era però, più propriamente re di Yamato, regno corrispondente alla regione di Nara, Osaka; sarà,invece con Tenmu (VII secolo) che essendo stato ampliato il potere su ampie parti dell'isola di Honsu, oltre che su Kyushu e Shikoku , che il re divenne simbolo di unione sulle isole nipponiche.
Da quel momento il sovrano, viene intitolato Tenno, cioè sovrano del cielo, ad oggi in tutto la tradizione vuole che si siano succeduti 126 regnanti sul Giappone unito.
Soltanto con l'epoca Meiji, cioè dopo la fine dello shogunato Tokugawa, gli imperatori avranno un ruolo maggiormente decisionale, anche se saranno sempre comunque “consigliati” da potenti politici.
Fino all'imperatore Showa (Hiroito) o meglio fino alla prima parte del suo regno (1945), i Giapponesi vedevano nel proprio imperatore una vera e propria divinità, da obbedire e servire, con la fine della seconda guerra mondiale e con la nuova costituzione, l'imperatore del Giappone perde ogni aura mistica e soprannaturale, per divenire, solamente, il simbolo dell'unità del paese e il garante della democrazia.

L'imperatore giapponese oggi

Il Paese del Sol Levante nel 2019 ha visto uno sconvolgimento dell'istituto imperiale con l'abdicazione, la prima in età moderna, dell'imperatore Akihito, con lui si è chiusa anche l'era legata al suo nome che nei libri di storia sarà conosciuta come periodo Heisei, il figlio Naruhito salendo al trono ha dato luogo ad un nuovo periodo che sarà detto Reiwa, con l'inizio del nuovo regno si sono azzerati anche i calendari e così adesso nei documenti ufficiali non si è nel 2019 ma nell'anno 1 dell'era Reiwa, lo scorso anno invece eravamo nell'anno 31 dell'era Hesei.
Il ruolo dell'imperatore del Giappone all'indomani della costituzione post bellica è completamente svuotato di poteri, ha ruolo di simbolo dell'unità nazionale e poco più, tanto che nomina il primo ministro o il capo della corte suprema, ma solo su indicazione della dieta e della corte stessa, non ha poteri di veto ed alla fine non è neppure più un capo di Stato, anche se di fatto ne svolge il ruolo... in pratica il nostro Presidente della repubblica ha molti più poteri, così come un monarca tipo i reali d'Inghilterra.
Al giorno d'oggi, rileggendo i dati di un sondaggio di inizio millennio, circa l'80% percento della popolazione giapponese dice che vuole la casa imperiale come simbolo del Paese del Sol Levante e garanzia democratica, ma anche moltissime, ritengono che se non ci fosse le cose non cambierebbero poi di tanto.
Il ruolo dell'imperatore è vissuto dalle varie generazioni nipponiche in maniera differente, se i più anziani, che hanno fatto la seconda guerra mondiale, hanno ubbidito all'imperatore-dio combattendo in modo strenuo per la sacralità del suolo, all'indomani della guerra, dopo che l'imperatore ha perso la sua aura divina ed è diventato un mero rappresentante dello stato, confusi, preferiscono rispettosamente non commentare, le generazioni successive, hanno vissuto e vivono l'imperatore come una figura simbolica di un passato, come il custode di antiche tradizioni e come il garante dello stato e basta.
L'imperatore è comunque un padre della patria, prega per il Giappone al capodanno ed in altre festività secondo antichissimi rituali, ad esempio quando il paese è stato sconvolto dal terremoto e dallo tsunami dell'undici marzo 2011 Akihito e la moglie hanno portato conforto agli sfollati per lungo tempo, anche se non erano più nel pieno delle loro forze, cosa molto apprezzata dal popolo e che ha dato reale supporto morale a chi aveva subito il disastroso sisma. L'imperatore di oggi come il padre prima di lui ha sposato una donna non nobile e sopratutto non di sangue imperiale, come facevano i loro predecessori, e si è sposato con la signora Masako (foto fornita da Ministry of Foreign Affairs of Japan), che da principessa triste, pare abbia sofferto di depressione per abituarsi alla vita di corte dopo una gioventù che la vedeva avviata alla carriera diplomatica, sembra oggi essere un'imperatrice soddisfatta del proprio ruolo di rappresentate dello stato accanto al marito.

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