La storia della lingua giapponese in breve

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Nasce la scrittura in Giappone

Fino al V secolo il Giappone vive un'epoca in cui esisteva una lingua parlata, ma non esistevano lettere per esprimerla, perciò non si sa come si parlasse, quello che si sa di questo periodo, si ricava da cronache cinesi e da ritrovamenti archeologici.
E' in quel secolo che iniziano i primi rapporti diretti tra i due popoli asiatici e così i Giapponesi capiscono l'importanza di avere una lingua scritta ,perciò, prendono tout court il cinese e lo utilizzano come scrittura.
Per esprimersi,quindi, per iscritto si doveva conoscere la lingua e la grammatica cinese.
Fu così che, come prima evoluzione, essendo scomodo dover imparare due lingue, si iniziò, per scrivere una parola giapponese, a cercare gli ideogrammi cinesi che esprimessero lo stesso suono, anche se il loro significato era un altro.
Nell'epoca Nara la lingua giapponese evolve
Essendo tutto ciò ancora piuttosto difficile da imparare, si cercò nell'epoca Nara (secolo VIII) una semplificazione, applicando agli ideogrammi cinesi l'equivalente parola giapponese che veniva così letta col suono nipponico.
Anche la costruzione della frase ben presto si piegò alla lingua parlata, quindi non più soggetto verbo e predicati, ma soggetto, predicati e verbo in fondo, nasce, così un giapponese scritto che si esprime con ideogrammi cinesi, cioè i kanji.
Hiragana e Katakana scritture giapponesi
Già, però, nel secolo IX nasce un “alfabeto fonetico” giapponese, l'iragana che permetteva di trascrivere le parole anche senza utilizzare i complicati ideogrammi cinesi.
Sempre di questo periodo, inoltre, è la nascita della scrittura Katakana, altra modalità fonetica, introdotta dai monaci buddisti, e sopratutto usata, oggi, per traslitterare le parole straniere.
Nell'epoca Heian la famosa scrittrice Murasaki Shikibu scrive “La storia di Genji”, il poema più importante del Giappone Antico, utilizzando l'iragana, che si sviluppa molto anche a corte per la sua semplicità, perchè era consuetudine tra i nobili scambiarsi molti messaggi scritti in poesia, una sorta di sms antichi.
Dal 1338 il Giappone vede, con il trasferimento della capitale shogunale a Kamakura, il potere passare alla classe guerriera e la reintroduzione dei kanji che vengono anche arricchiti di ideogrammi caduti in scarso uso (per questo si tendeva a vedere nell'hiragana una scrittura per donne).
Il periodo Kamakura vede succedersi, il così detto, periodo Muromachi (XV-XVI secolo)nel corso del quale nobili colti, caduti in disgrazia, insegnano la cultura di corte ai soldati, così da favorire i buoni rapporti con l'Imperatore; a questa alfabetizzazione dei soldati nasce il samurai, guerriero, ma anche uomo colto e letterato.
Samurai Guerrieri letterati
La lingua si evolve con la storia, quindi, nel periodo Edo, in cui l'odierna Tokyo città, sempre più grande e popolata da soldati e mercanti vede in queste due classi evolvere due lingue differenti, una più lenta e l'altra più veloce...potremmo dire commerciale.
Grazie alla creazione, già in questo periodo, di veri e propri manga, la lingua scritta viene rapidamente assimilata dall'80% della popolazione.
Sempre in questo periodo si ha una forte regionalizzazione del Giappone e quindi la nascita dei dialetti locali.
Giapponese e lingue straniere
Quando poi arrivarono gli stranieri con l'epoca Meiji risalente a circa 150 anni fa, era divenuto di moda parlare un giapponese condito anche con parole inglesi.
In tutto questo racconto non vi abbiamo, però, detto che la lingua scritta giapponese era ben lontana e differente dalla lingua parlata; ci si accorse, solo frequentando gli occidentali della comodità di un parallelismo tra scrittura ed oralità, per cui è solo da 150 anni che possiamo dire sia nato il Giapponese moderno, quello che viene utilizzato per scrivere e parlare oggi.

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