Lo shintoismo e la spiritualità giapponese
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Lo Shinto la religione del Sol levante
Un po' di tempo fa un lettore del nostro blog si stupiva del fatto che i Giapponesi non siano molto religiosi, questo davanti a percentuali che illustrano il Paese del Sol Levante come un paese piuttosto laico e gli sembrava strano che la religione shintoista e buddista si completassero l'un l'altra, tanto da pensare che fossero sentite più che altro come superstizioni, nasce così una mia riflessione in merito, su quella che è la più antica religione nipponica, culto che è, inoltre, esclusivamente giapponese.
Dobbiamo partir dal presupposto che non mi stancherò mai di ripetere, di avvicinarsi al Giappone ed alla sua cultura con la testa sgombra dai retaggi del passato, sennò non lo si può capire. La religiosità non corrispose sempre ad un credo unico, ma un popolo può avere comunque una profonda sfera spirituale ed il sincretismo esser il mezzo per spiegare il perché dei dubbi che attanagliano l'uomo quando non si hanno risposte da una sola parte.
L'anima dello shintoismo è la natura
Quando i Giapponesi scoprirono l'agricoltura, probabilmente grazie a qualche coreano che gli svelò il trucco, dopo alcune migliaia di anni che li vide fermi all'età della pietra trascorsi a cacciare, pescare e raccogliere i frutti che venivano fuori dalla terra, si accorsero che la natura non sempre favoriva i raccolti e che era meglio tener a bada i vari elementi aiutati dall'intervento di sciamani che mediavano tra gli dei che albergavano nei vari elementi della natura, nel fulmine, nel vento, ma anche nel bosco o negli alberi ed è così che è nato più o meno lo shintoismo.
Fino alla seconda guerra mondiale, con un imperatore investito di un aura soprannaturale, come diretto discendente della dea del sole Amaterasu e custode del Giappone e della sua integrità, forse la religione in senso stretto era maggiormente presente, ma lo era di più anche nel resto del mondo.
Gli dei dello shintoismo sono impegnati ad aiutare gli uomini in svariati compiti, e molti giapponesi ad esempio acquistando un auto nuova le impartiscono una particolare benedizione prendendo al santuario un gagliardetto benedetto, mia moglie, ad esempio, ne ha portato uno per mio padre quando ha cambiato vettura, lo so, queste piccole cose possono sembrare a chi legge superstizioni, ma sicuramente fanno parte dello spirito nipponico che fa si che chi è cresciuto in questo ambiente abbia un approccio spirituale con la natura stessa con gli oggetti e con il vivere quotidiano.
Da sempre l'intervento dei kami è stato visto, quindi, volto ad aiutare o a punire il popolo nipponico, così come due tempeste , dette kamikaze, letteralmente vento divino, distrussero due flotte mongole pronte ad invadere Chipango all'epoca di Marco Polo, gli stessi Dei, così, per alcuni giapponesi mandarono le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per punire il popolo colpevole di aver scatenato la guerra.
Questa propensione al castigo divino quando si sbaglia è ritornata anche dopo l'11 marzo del 2011, dove anche la catastrofe nucleare di Fukushima, è stata vista da alcuni, ad esempio il governatore di Tokyo, come come una punizione degli Dei per un allontanamento dalle tradizioni in funzione dei guadagni.
Con superficialità , questo atteggiamento, può sembrare semplice rassegnazione agli eventi, ma è anche da qua che poi nasce la forza di ricominciare senza piangersi troppo addosso, indispensabile per convivere con terremoti, vulcani e maremoti.
Rispetto per la natura ed il prossimo sono innati in Giappone
La cosa che amo di più del Giappone è il grande rispetto della natura almeno da parte della stragrande maggioranza dei cittadini, rispetto e compenetrazione derivati anche dall'antica religione.
Se, infatti ancor oggi andate al santuario shintoista spesso vi troverete un antico albero o questo sorge nei pressi di una foresta dove gli alberi sono il tramite tra gli umani ed i kami, prima della costruzione dei templi, allo origini di questo credo, per pregare gli dei era sufficiente una albero alto che facesse da ponte col cielo e se questo non c'era veniva issato un palo.
Troverete poi in questi santuari sull'albero o su una pietra o su altri oggetti una grossa corda, fatta con le paglia del riso, a simboleggiare la corda che impedisce alla dea Amaterasu, il sol, di rientrare nella caverna dove si era celata ed ad indicarci che quell'elemento è sacro.
L'altra religione che caratterizza il Giappone è il buddismo, giunto qua come dono del re di Corea che consigliava al sovrano Yamato questo culto che giungeva dall'India, perchè funzionale per governare, ma di questo parlerò meglio in un altro momento.
Rileggendo la mia chiacchierata potrà sembrare a molti che il popolo nipponico non sia molto religioso, ma la sua grane etica, il rispetto per gli altri e per la natura non sono altro che il frutto delle religioni e delle filosofie confuciane che ne fanno il meraviglioso paese che amiamo.
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!