Il teatro giapponese: il Kabuki
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Il teatro Kabuki per sconvolgere la neonata classe borghese giapponese
In uno degli ultimi blog ho parlato di un dramma scritto per il teatro Kabuki, Yotsuya Kaidan e molti se non tutti i lettori sanno che il Kabuki è una forma teatrale giapponese, oggi cercheremo di spiegare meglio le origini e la storia di questa forma di rappresentazione, così importante per capire la cultura del Paese del Sol Levante.
Il teatro Kabuki ha origini relativamente recenti, infatti lo si fa risalire al 1603, quando agli inizi del periodo Edo, i Tokugawa danno al paese 250 anni di immobile pace.
E' in questo momento che la nascente classe borghese, acquistato un ruolo, tra quella guerriera e quella contadina, cerca una nuova forma di svago in alternativa al teatro Bunraku (marionette) ed al sofisticato teatro No che per la levatura era inaccessibile, se non alle classi più elevate.
La storia vuole che il Kabuki sia diretto discendente del kabuki odori, cioè una danza discinta creata da una sacerdotessa di nome Okuni appunto nel 1603 che a Kyoto con alcune sue seguaci mise in scena questi balli dove con poca sacralità si evocavano le gesta del suo defunto amante, un famoso brigante del tempo.
Lo spettacolo fece furore e così molte prostitute iniziarono ad emularlo in tutte le città più importanti come mezzo per accalappiare i clienti, creando scandalo e confusione, fu così che lo shogun proibì alle donne di esibirsi in simili rappresentazioni.
Teatro giapponese solo al maschile
Le danzatrici furono sostituite da fanciulli molto giovani che arricchirono le danze con prodezze acrobatiche, ma ugualmente si crearono situazioni equivoche tra questi e gli spettatori, spesso samurai in incognito che tradivano il teatro no, per questa nuova forma di rappresentazione teatrale e fu così che con un altro editto si sancì che attori di Kabuki dovessero esser solamente uomini adulti; simbolo di raggiunta maturità in quel tempo era la tonsura dei capelli sopra la fronte,quindi tutti gli attori dovevano esser rapati; chi poi si specializzò in ruoli femminili (onnagata) era solito camminare con la tonsura coperta da un fazzoletto.
Un teatro prerogativa solo dei maschi, così come era d'altronde il teatro greco e che vede nel contempo elevare la classe sociale dei teatranti, che come in occidente era considerata ai margini , visti i lauti compensi che si aggiudicano gli attori che pian piano diventano vere e proprie star.
Kabuki: recitazione, musica e danze
Si può parlare di Kabuki come una sorta di teatro globale, dove a trame più o meno stereotipate si accompagnano danze, canti ed esecuzioni musicali dei tipici strumenti giapponesi, le trame via via si infittiscono e nei secoli XVIII e XIX iniziano a prendere dagli eventi storici e dai fatti di cronaca più eclatanti spunti per scritture.
Il dramma Kabuki, spesso dotato di una prosa divertente, si avvale, già dal XVII secolo, così, sempre più di effetti speciali, come il palcoscenico ruotante, botole e montacarichi; oltre a saltimbanchi ed acrobati per evocare le scene di battaglia o le più epocali, tutti escamotage che rendono la narrazione più divertente.
La trama spesso vede un nobile di second'ordine che cade in disgrazia e e poi risorge agli allori, o il figlio dissoluto di qualche vassallo che allontanato dal padre per i suoi folli amori contrari al volere della famiglia torna rinnovato e sposa l'amata, dopo aver magari salvato l'intera casata dagli intrighi di un qualche cattivo, a differenza del teatro occidentale non aspettiamoci nel Kabuki, espressione artistica squisitamente nipponica, monologhi edificanti ed educativi o riflessioni filosofiche sulla vita.
Il dramma kabuki è spesso scritto in cinque atti e vede dopo un primo che fa da spiegazione e prologo la vicenda trovare il suo punto nodale nel terzo atto per arrivare così al dipanare dell'intreccio.
E l'attore in Giappone diventa una stella
In tutto questo come dicevo gli attori sono al centro dell'attenzione del pubblico, dentro e fuori il teatro e così si vede nascere una forma d'arte ritrattistica che vedrà alcuni dei pittori nipponici del tempo a far ritratti di questi, via via, in modo sempre più riconoscibile, realizzando opere che sono antesignane dei poster dei divi o per manifesti che dovevano adornare gli ingressi dei teatri, così le stampe di artisti come Ippitsusai Buncho o Kazukawa Shunsho vedono come soggetti gli attori del Kabuki quasi preferiti a paesaggi ed altre tematiche, fino ad arrivare alla famosa, per chi ama la pittura nipponica, figura di Sharaku, l'artista che in meno di un anno tra il 1794-1795 ci ha regalato la sua particolare visone caricaturale degli attori stessi e che è avvolto nel mistero tanto da far pensare ad un esperimento interrotto da parte di uno o più pittori che non ad una carriera bruscamente troncata per aver toccato le suscettibili corde di un attore deriso.
Se amate il teatro durante il vostro viaggio in Giappone non perdete il Kabuki!
Il Teatro Kabuki modificandosi coi tempi ha passato l'epoca del rinnovamento Meiji, quando il Giappone si apre all'occidente ed è arrivato ai nostri giorni nei suoi storici teatri di Kyoto, Osaka e Tokyo (il cui teatro più importante a Ginza è stato ricostruito ed inaugurato nell'aprile del 2013), oltre ormai anche nelle città più importanti.
In particolari momenti dell'anno i teatri mettono in scena i loro spettacoli, si tratta del susseguirsi di più dramma uno dietro l'altro nella stessa giornata a cui gli amanti del genere vanno ad assistere portandosi in platea i propri bento per mangiare.
Chi è in viaggio e volesse approfondire la cultura giapponese può andare a vedere uno di questi drammi, i teatri lasciano infatti per gli stranieri e per chi giapponese voglia vedere una sola opera i posti in galleria, senza timore di non capire, infatti un'opera di Kabuki dura un paio d'ore ed è molto colorata e con balli, musiche ed acrobazie, basta quindi leggersi la semplice trama prima per poter fruire del tutto, un po' come si fa andando a vedere un'opera lirica dove ci sa fa rapire dal canto, dalla musica e dai costumi più che dalle singole parole che possono sfuggire, per questo non fatevi neppure tentare di prendere i traduttori automatici in inglese...vi farebbero seguire il tutto in una prosa straniera, facendovi perdere il succo del Kabuki stesso.
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