Storie da brivido per rinfrescare l'estate Giapponese
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
In Giappone ci si raccontano storie terrificanti per rinfrescare i giorni torridi
L'estate giapponese è molto calda, l'umidità è così alta che spesso neppure la notte si ha refrigerio, anche se io, personalmente, sopratutto accompagnando gruppi di curiosi viaggiatori nel Sol Levante in piena estate (in Italia si hanno le ferie in quel momento), pur testimoniando che fa davvero caldo, devo dirvi che mi ci sono abituato, e poi c'è da aggiungere che ormai anche l'estate italiana, con il susseguirsi degli anticicloni di origine africana, in luogo di quello atlantico delle Azzorre, si è forse uniformata a quella nipponica e così lo shock termico per chi viaggi in questo periodo e sempre meno evidente.
Immaginatevi, però che ormai da molti anni quasi tutti gli spazi abitati del Paese del Sol Levante, i servizi pubblici e tutti i negozi hanno l'aria condizionata e così la vita è migliorata di gran lunga.
Un tempo però, ed ancor oggi per tradizione, i ragazzini per sentir fresco, passavano le notti estive e dar prova di coraggio; amavano, infatti, raccontarsi storie da brivido, la cultura popolare giapponese è ricca di racconti del genere, oltre a contare nel suo immaginario tanti spiriti spesso cattivelli.
Anche i Samurai tempravano il coraggio raccontando storie di paura
Pensate che anche gli antichi samurai amavano raccontarsi storie di paura facendo un particole gioco, che era una vera e propria prova di coraggio il Hyakumonogatari Kaidan, durante il quale in degli ambienti rischiarati solamente da candele ci si raccontavano cento (Hyaku) storie (monogatari) terrorizzanti e man mano si spegnevano i lumini, così da arrivare alla fine a star quasi al buio, vinceva chi dimostrava sprezzo dei timori e maggior autocontrollo evocando gli spiriti guardandosi ad uno specchio, dove l'immagine riflessa era sempre di più evanescente.
Anche per la cultura nipponica, infatti, gli uomini hanno un'anima, che è detta reikon, la quale, se uno muore nel proprio letto e le sue spoglie mortali passano dai riti buddisti che lo devono accompagnare, va verso il paradiso; mentre se uno muore improvvisamente e tragicamente si trasforma in un yurei cioè un fantasma che rimane senza pace nel luogo dove lo stesso è venuto a mancare per l'evento traumatico; il secondo conflitto mondiale ha purtroppo fornito molti degli attuali fantasmi che vagano tra vivi e morti nel Paese del Sol levante e le guerre fratricide che hanno insanguinato il Giappone dalle sue origini hanno fornito tanti spiriti protagonisti di molte storie.
Storie di fantasmi giapponesi arricchiscono la cultura popolare del Sol Levante
Questi racconti del terrore in giapponese vengono detti appunto Kaidan e dalla tradizione orale sono stati trascritti in più raccolte tra il XVII e XVIII, nel XIX secolo, poi, un personaggio della nostra Europa, Lafcadio Hearn , di cui ho parlato in un articolo a lui totalmente dedicato, tradusse in inglese una raccolta detta: "Kaidan storie di fantasmi giapponesi", facendo in modo che nel mondo anglosassone la tematica diventasse famosa tra i lettori di storie fantastiche e di paura.
Chi è un amante dei film dell'orrore, non è il mio caso, saprà bene che esiste tutto uno speciale filone del genere fantasmi non placati, in Giappone di cui il più famoso degli ultimi anni è senz'altro The Ring, film trasposto poi anche dal cinema hollywoodiano e così conosciuto in tutto il mondo, in questo caso vincendo i miei timori ho guardato entrambe le pellicole, trovando quella nipponica migliore.
Non tutti i Giapponesi si impressionano facilmente
Questo gusto per rabbrividire con eventi legati al mondo degli spettri si manifesta anche altrimenti in Giappone; quando Yumiko era ragazzina, ad esempio, e non era molto diversa da oggi anche durante le vacanze estive i maestri dei campi estivi che portavano i bambini in montagna per stare al fresco, organizzavano una speciale gara di "coraggio" (Kimodameshi), non letteraria, ma che consisteva nel passare nel bosco dove allestivano simulazioni di spettrali manifestazioni, alle quali, spesso, anche i più bulli, scappavano terrorizzati, meno che lei che è sempre stata estremamente razionale e spesso vinceva questa particolare competizione.
Così succede ancor oggi a casa guardando la tv, dove non viene mai toccata dai film del terrore, mentre io preferisco evitare (cambio stanza nei momenti peggiori) ma contemporaneamente non ama i film di guerra dove la violenza riportata spesso è simulazione di un evento realmente accaduto.
Yotsuya Kaidan una storia che ha influenzato tutte le sfere culturali giapponesi
Una storia che ha come protagonista un fantasma ed è famosissima tra tutti i Giapponesi, sopratutto per la sua trasposizione del 1835 in un dramma kabuki, dal titolo Yotsuya Kaidan, è la storia di una ragazza che si chiama Oiwa che sposa un ronin (samurai senza padrone) e che vede la sua vita sconvolta dopo la nascita di un figlio dal fatto che il marito si trova un'amante e per sposarla lasciando la povera Oiwa non trova niente di meglio se non avvelenarla pian piano provocandone una vera e propria trasfigurazione del volto, fino alla mote; il fantasma rancoroso provoca così morte e sciagura sulla famiglia del ronin manifestandosi spesso sotto forma di lanterna mostruosa.
Per questo accanto al santuario Shintoista Oiwanari a Shinjuku è stato costruito un tempio buddista a placare lo yurei e dove si va a pregare quando non si vuol vedere davvero mai più una qualche persona che ci ha nuociuto.
Questa è la storia, così come la trovate descritta al tempio in questione, ma se avrete modo di leggere il testo teatrale, o di vederlo vi accorgerete di come il drammaturgo, su questa base, abbia poi unito altri fatti di cronaca efferati che avevano attirato la fantasia del pubblico, facendone così un'altra storia, dove solo alcuni fatti si ritrovano.
Prima di rappresentare questo dramma è buona abitudine andare al tempio Myogyo-ji dove è la tomba della poveretta a chiedere il permesso di metter in scena la vicenda.
La figura deforme del fantasma di Oiwa è molto nota in Giappone ed è spesso stata raffigurata anche da famosi pittori come Shunbaisai Hokue, che appunto dipingeva per stampe legate al teatro kabuki o ai più famosi Utagawa Kuniyoshi e Katsushika Hokusai oltre a tanti altri pittori della cultura popolare nipponica ed è stata argomento di una trentina di trasposizioni cinematografiche dalle origini del cinema stesso in Giappone.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!