Origami, magie di carta in Giappone
Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Preziosa e resistente la carta in Giappone
Tra le arti che contraddistinguono il Giappone c'è senz'altro quella di piegare la carta e farne sofisticati oggettini con sembianze di animali, fiori, particolari figure geometriche; è un'attività manuale che in giapponese si dice origami ori che significa piegare e kami che significa carta.
Ora pare che la carta l'abbia inventata, come al solito, un cinese nel II secolo e che nel VII secolo sia arrivata, con su scritti i sutra, dalla Corea in Giappone insieme alle tecniche di lavorazione dei metalli e al buddismo.
I nostri giapponesi in breve tempo assimilano i segreti di produzione del materiale e ne producono uno loro, indiscutibilmente migliore, fatto con tre tipi di cortecce differenti che vengono lavate, bollite, ridotte a strisce e poi incollate. I "cartai" più famosi sono quelli di Mito che ancor oggi detengono il primato, ma che, come per tutte le attività artigianali del mondo, vedono il loro patrimonio rischiare di andar perduto.
Mille utilizzi con la carta del Paese del sol levante
Ma in Giappone non ci si accontenta semplicemente di fabbricare carta per creare un supporto alla scrittura, come avevamo fatto noi che avevamo importato dagli arabi la tecnica ad Amalfi (che è infatti gemellata con Mito) e poi a Fabriano. I giapponesi, infatti, ne costruiscono di particolarmente resistente, tanto da usarla in luogo dei vetri (che in estremo oriente non andranno di moda fino all'età contemporanea) delle pareti interne e per molti altri usi.
Non posso, a proposito, non ricordare un capitolo del diario di Enrico Hillyer Giglioli che testimonia il primo contatto diplomatico tra il neo nato regno d'Italia e il Giappone che si era appena aperto all'occidente; tra i vari suoi stupori narra la visita ad una cartiera ed ammette che la tecnica della carta in Giappone è migliore che ovunque nel mondo. Del prodotto, all'esposizione mondiale di Londra del 1862, l'impero del crisantemo aveva, addirittura, inviato 79 tipologie differenti...che erano state usate per gli spaghi, per ombrelli e per particolari impermeabili, e ve ne era anche un tipo morbidissimo per soffiarsi il naso...gli antenati dei kleeneks.
Le antiche origini dell'arte di piegare la carta in Giappone: l'origami
Con questa bella carta giapponese, particolarmente resistente (noshi), si incartava una stringa di mollusco essiccata (awabi) che veniva data in dono ai samurai in epoca Muromachi (1392-1573) tant'è che, alla fine, l'incarto, che già era di per sé un dono, è diventato un oggetto avente un valore proprio, un origami.
Altre tradizioni fanno risalire l'origami, cioè il piegare la carta facendone simulacri, ai rituali shintoisti, riprendendo, nell'effimera durata del materiale, una delle tematiche principali di questa religione, cioè l'accettazione della fine e il fatto che la vita sia una sorta di passaggio sulla terra; tant'è che le prime bambole dell'hinamatsuri, la festa delle bambine che si festeggia in marzo in Giappone, erano appunto di carta, così come di carta era la barchetta su cui erano poste nelle acque...
Il secolo XVIII assiste poi ad una vera e propria codificazione di questa simpatica arte grazie alla stesura di un manuale dal titolo evocativo: "Piegatura delle mille gru" (la gru è infatti un animale considerato mitico ed immortale nella tradizione nipponica, per cui si pensa che piegarne mille porti alla realizzazione dei propri desideri).
Piccole gru di carta, l'origami della speranza
Chi ama il Paese del sol levante ricorderà la triste storia di Sadako, una bimba che, ammalatasi di leucemia come conseguenza delle radiazioni nucleari di Hiroshima, aveva iniziato a piegare le sue 1000 gru in segno di speranza, ma che morì quando ne aveva confezionate 644; fu così che le rimanenti 356 furono confezionate dai suoi amichetti e, in ricordo della bambina, nel parco della pace della città, c'è una statua che la raffigura mentre tende un origami dorato verso il cielo, come a dargli il volo.Nella sua recente e significativa visita il presidente degli Stati Uniti Obama ha realizzato due origami di gru, tale gesto è stato molto apprezzato dal pubblico giapponese tanto che nel museo dedicato all'immane tragedia saranno ospitati anch'essi come simbolo di pace
I bambini giapponesi imparano da piccoli, all'asilo e alla scuola elementare, a fare origami ed oltre alle gru, che Yumiko fa (o meglio faceva quando ancora voleva stupire me e miei amici) anche coi tovaglioli come segna posto a tavola, realizzano meravigliosi poliedri di fettucce colorate di carta o vari animaletti...(Yumichan ne faceva di bellissimi...dei veri soprammobili). .
Comunque anche noi italiani a scuola facevamo delle barchette niente male...o degli aeroplanini che planavano immancabilmente sulla cattedra del professore...
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!