Hanami in Giappone non solo coi ciliegi
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
I Giapponesi ed il loro amore per la natura
L'amore per la natura caratterizza il Giappone ed il suo popolo e il riempirsi della bellezza di questa, per le sue mutazioni cromatiche e per le sue fioriture, fa sì che un paese altamente tecnologizzato e frenetico si fermi e contempli, con un'attenzione a noi occidentali sconosciuta, il segreto della mutevolezza e della caducità della vita stessa.
Tutti gli amanti del Giappone sanno che tra la fine di marzo ed i primi di aprile il Paese del Sol Levante sta col naso all'insù per ammirare i fiori di ciliegio, seguendo così la tradizione di fare hanami che letteralmente vuol dire osservare i fiori.
Anche nel periodo invernale, però, in Giappone, chi vuole fermarsi a contemplare la bellezza dei colori della natura può fare hanami, osservando i fiori di ume, cioè di quel pruno giapponese che scientificamente risponde al nome di Prunus mume e che fiorisce adesso allietando lo sguardo con infiorescenze che vanno dal bianco al rosa, al fucsia; una tradizione che i giappponesi portano avanti dai tempi più antichi.
Il primo hanami in Giappone fu coi fiori di ume
L'albero di Ume è coltivato in Cina da circa 3000 anni, per i suoi fiori e per i i suoi piccoli frutti ed è con questa pianta che gli abitanti dell'arcipelago giapponese iniziarono appunto a fare hanamii; i nobili della corte imperiale, in proposito, già nel VI-VIII secolo nel periodo Nara, durante i mesi invernali, iniziavano ad ammirare i fiori di Ume ed a questi dedicavano poesie.
Nel Man'yōshū, la raccolta di poesia più antica della letteratura giapponese risalente appunto al periodo Nara, infatti, possiamo contare un numero maggiore di componimenti dedicato a questo fiore piuttosto che a quelli del ciliegio; fare, invece, hanami, ammirando i fiori di sakura, è un gusto che diviene preponderante uno o due secoli dopo, durante il periodo Heian, quando la capitale si trasferisce in modo stabile a Kyoto, come si deduce leggendo il Genji monogatari e la raccolta poetica Kokinwakashū dove il numero di poesie dedicate ai sakura è ben superiore a quello dedicato ai fiori di ume.
Una prima fioritura ad allietare parchi e giardini del sol levante
Che questa pianta sia molto importante nella cultura Giapponese lo si vede anche dal suo inserimento in importanti giardini come quello del Kitano Tenman-gu a Kyoto che ne conta 1500 differenti tipi i quali fioriscono dai primi di febbraio alla fine di marzo. Altrettanto importante è il giardino limitrofo al castello di Osaka, dove 1300 alberi di ume fioriscono tra la metà di febbraio e la fine del mese di marzo per lasciare poi il campo al fiorire dei ciliegi.
Altra testimonianza dell'importanza del fiore di ume per questo hanami anticipato è la storia di Sugawara no Michizane, poeta studioso ed uomo politico giapponese del X secolo che fu esiliato a Dazaifu nei pressi di Fukuoka dove scrisse una famosa poesia su quella fioritura (che campeggiava nello stemma della sua famiglia) nella quale implorava il vento dell'est di portagli il profumo di questa oltre che dell'amata Kyoto; alla morte di Sugawara no Michizane avvennero fatti nefasti imputati alla vendetta postuma del suo spirito e così costui fu divinizzato e venerato come dio della cultura col nome di Tenijin.
(Nella cittadina di Dazaifu presso il tempio a lui dedicato possiamo godere della fioritura di 6000 di questi alberi!)
Anche a Tokyo nel giardino Shinjuku Gyoen, parco sotto l'egida della famiglia imperiale, c'è la possibilità di ammirare 350 esemplari di questa pianta, ma spettacolo maggiore lo possiamo godere ad Hachiōji, nella zona di Takaobaigou, nei pressi della capitale nipponica dove un bosco con 10.000 ume fiorisce dalla fine di febbraio a quella di marzo.
Dall'albero di ume vengono gli umeboshi le peschine salate
Questo albero, oltre a fare dei fiori che allietano lo spirito di chi li contempla, produce una piccola susina che, salata, diviene un succulento componente della dieta nipponica accompagnato al riso: questo frutto delicato quando è salato si chiama umeboshi e spesso è nel cuore del vostro onigiri.
La mamma di Yumichan, oltre ad utilizzare i frutti della pianta di ume, che è nel suo giardino, per fare gli umeboshi, se ne serve per creare uno sciroppo che, sciolto in acqua e ghiaccio, diventa una bibita corroborante veramente buona, mentre altri ne fanno anche un liquore.
Il gusto degli umeboshi, ad un primo impatto, può risultare alieno al nostro palato occidentale, ma dopo un po' se ne comincia a gustare il sapore fino ad andarli a cercare per arricchire il sapore del riso.
La grande importanza di questo albero che fa bei fiori e preziosi frutti la vediamo anche dalla grande presenza di matsuri ad esso dedicati di cui uno dei dei più famosi è quello di Yoshino nella prefettura di Tokyo.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!