Il Sol Levante fuori dai luoghi comuni

hanami in Giappone

Con un sito come viaggiappone.com, ed ormai organizzando qualche viaggio di gruppo ogni anno per portare un po' di persone curiose assieme a noi ad esplorare il nostro Sol Levante, vi immaginerete che sentiremo tante affermazioni secondo noi sbagliate sul mondo Giappone, spesso ammantate dalla sicumera di un: "me lo ha detto mio cugino che ha fatto un corso di cucina giapponese", o "l'ho sentito dal fidanzato di mia figlia che mangia il sushi tutte le settimane", ed è così che sopratutto su hanami, ci siamo sentiti dire tante cose non corrispondenti al vero, anche perché i nostri interlocutori sono spesso fuorviati da una stampa on line che posta ogni cosa per ottenere un like in più, e spesso foto e notizie insensate, come avevamo avuto modo di scrivere anche qualche tempo addietro.
Oggi, quindi vogliamo concentrare i nostri sforzi, di far conoscere il Giappone fuori dai luoghi comuni, sull'hanami, la famosa fioritura dei sakura, i ciliegi giapponesi, che tutti nel mondo ormai hanno scoperto (anche se tanti in Italia pensano che siano mandorli) e che vorrebbero vedere almeno una volta nella vita, concentrandosi non tanto sulla sua storia ed il suo significato filosofico e sociale che vi abbiamo raccontato in un'altra occasione, ma sopratutto vorremmo orientarvi nella scelta del periodo migliore per andare nel Sol Levante a goderne l'indiscusso spettacolo.

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Due parole sulla cucina giapponese

Kaisendon: cibo giapponese

Come tante cose, anche tutto ciò che ruota attorno al tema "mangiare", in Giappone può risultare differente dalle nostre italiche abitudini... ma d'altronde si fanno almeno 10.000 km per arrivarci, e qualcosa deve per forza cambiare, per questo ci è venuta voglia di raccontare ai nostri lettori qualcosa in più per informarli per semplice curiosità o prepararli se abbiano in conto un viaggio nel Sol Levante.
Il pasto classico giapponese ha come altrove una derivazione contadina o comunque modesta ed era pensato sopratutto per tirare avanti con quel poco che il convento passava ogni giorno. C'era un po' di riso da cui prendere l'energia dei carboidrati, una zuppa calda fatta con pesto di soia fermentato per le proteine (il miso), arricchita con qualche verdura di terra (radici, erbe) o di mare (alghe) e attorno ad essa si accostavano i piatti, ed i prodotti che la stagione e le disponibilità personali vi davano.
Fino alla metà del XIX secolo la religione buddista e la morale pubblica imponevano poi, al così detto popolo, una dieta per lo più vegetariana e al massimo arrivava un "ovetto" o un po' di pesce ad arricchire il menù, mentre samurai, notabili ed "alto clero" se potevano mangiavano di tutto. Con la modernizzazione del paese la cucina dei ricchi è arrivata sulle tavole di molti (mangiare carne di vitello addirittura veniva consigliato dallo stato) e si è venuta a creare l'attutale la cucina giapponese che addirittura l'UNESCO ha annoverato tra i beni immateriali da conservare.

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Giappone un paese per vecchi

Anziani Giapponesi

Come dicevamo anche nel nostro ultimo post del blog, dedicato ai centenari, il Giappone è il paese più longevo al mondo, ma oggi dobbiamo ricordare anche che, come le altre nazioni altamente sviluppate, il Paese del Sol Levante ha una crescita demografica pari a zero, crescita qua ancor più accentuata dalla scarsa se non quasi assente immigrazione da parte di lavoratori stranieri. Oggi quindi vi raccontiamo il succo di una trasmissione che abbiamo visto su NHK con data 20 maggio 2018 dal titolo pressappoco: "Shock per la diminuzione dei lavoratori", che condiremo con nostre osservazioni personali.
Pensate che negli ultimi 20 anni il Giappone ha visto "sparire" 10 milioni di persone nella fascia tra i 15 ed i 64 anni, cioè nel momento della vita in cui si dovrebbe o si potrebbe essere produttivi, un numero di individui equivalente alla popolazione dei quartieri speciali di Tokyo e ormai nel 2017 addirittura il 12,4% dei lavoratori sono gli ultra sessantenni, la percentuale più alta di occupati di questa fascia d'età di tutto il mondo.
Questo fenomeno di invecchiamento della società sta portando anche ad un vero tracollo demografico, infatti se nel 2008 il Giappone ha raggiunto il suo massimo in fatto di popolazione con 120.000.000 circa di abitanti si prevede che nel 2053 i Giapponesi andranno nuovamente sotto i cento milioni.

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Il metodo giapponese per vivere 100 anni

Il segreto della Longevità copertina

Ho letto "Il segreto della longevità" fino all'ultima pagina, ho scorso anche la bibliografia, come quando si è guardato un film che ci ha entusiasmato e non ci si arrende dopo la fine e si aspettano le luci in sala vedendo scorrere i titoli di coda accompagnati dalla musica, un libro che mi ha davvero entusiasmato, uno spaccato del ventesimo secolo nel Paese del Sol Levante attraverso lo sguardo lucido di alcuni protagonisti che in comune hanno avuto la forza, o semplicemente la fortuna, di viverlo per intero o quasi, tra guerre mondiali e terremoti, rivoluzioni culturali e sociali, cambiamenti, ma anche tanta quotidianità.
Una narrazione garbata e semplice che ci svela, oltre al segreto non segreto di come si faccia a campare cent'anni, anche tanti aspetti della società e della cultura giapponese, come ad esempio la vecchia usanza degli "omiai" che introducevano i matrimoni combinati, o il rapporto che hanno con la religione in genere i Giapponesi o il grande rispetto che si ha per le passate generazioni nel Sol Levante, tanto da celebrare i vecchietti con una festa nazionale e che ci regala, man mano che si procede nella lettura, l'entusiasmo e l'amore per la vita che hanno i suoi protagonisti.
L'autrice del libro, Takahashi Junko, è una giornalista che ha vissuto a lungo lontano dal Paese del Sol Levante e così, con naturalezza, ci ha potuto donare uno speciale affresco della sua nazione, andando incontro anche a chi non sia troppo esperto di Giappone, spiegando ai lettori avvenimenti e comportamenti che altrimenti rimarrebbero poco comprensibili. Noi di viaggiappone.com durante un suo recente viaggio in Italia, legato alla promozione del suo libro, abbiamo avuto l'occasione di sentirla al telefono e di rivolgerle alcune domande.

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Il Giappone tra pop e sublime

Iroiro copertina

A ciascuno il suo Giappone, mi son detto appena finito di leggere "Iroiro" di Giorgio Amitrano, volume uscito da pochi giorni in libreria, ed a ciascuno il proprio modo di descriverlo passando dalla mediazione del proprio sguardo e delle personali conoscenze.
Siamo appena rientrati a casa, in Toscana, dall'ennesimo lungo viaggio/soggiorno, giapponese e mentre verso, in modo poco rituale, l'acqua calda sulle foglie del mio tè di Chiran e scarto il mio profumato dorayaki, mi appresto a buttar giù le mie impressioni sulla lettura appena finita. Intanto osservo il dorayaki, un dolce preparato su ordinazione da una pasticceria nei pressi di casa a Fukuoka, così da portarlo in Italia appena fatto, e mi stupisco (ancora mi stupisco) di come esso sia stato scrupolosamente confezionato e vedo in esso, per la prima volta, il Giappone stesso. Una pasta soffice di provenienza occidentale che abbraccia un tripudio di marmellata di azuki, e questa "pastarella" è ancora freschissima grazie all'incarto ed all'immancabile bustina di sali deumidificanti, il Paese del Sol Levante in un dolcetto: occidente che avvolge un'antica ed indomita cultura che cerca di prevenire ogni magagna.
Il Professor Amitrano in "Iroiro" , parola giapponese che significa, come ci spiega nell'introduzione, "una varietà eterogenea di cose", ci regala il suo personale zibaldone giapponese, fatto di letteratura, arte, cinema, ma anche luoghi, odori e persone. Il tutto cercando sempre di abbandonare la veste cattedratica, che il suo ruolo accademico potrebbe dettargli, e tentando sempre o quasi di spiegare al lettore nel modo più semplice possibile il suo Giappone, come ha avuto modo di confermarci lui stesso quando gli abbiamo chiesto per chi fosse pensato questo libro:

"Non avevo davanti a me un interlocutore in particolare. Ma immaginavo che avrebbero potuto leggermi sia conoscitori del Giappone che neofiti, e così mi sono posto il problema di trovare un modo di raccontare che fosse adatto agli uni e agli altri. Il libro è rivolto alle persone che provano interesse o curiosità per il Giappone, indipendentemente dal loro grado di conoscenza."

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Cosa è viaggiappone?

viaggiappone

Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
Viaggiappone, con la propria esperienza, progetta e si mette alla testa di viaggi di gruppo alla scoperta del Sol Levante che vengono realizzati da un tour operator leader nel settore.
Le spese del sito vengono coperte dagli acquisti effettuati tramite queste pagine (booking, assicurazioni, Amazon ecc) senza che per voi ci siano costi in più...quindi se vi piace sosteneteci!
Viaggiappone è anche cultura e società giapponese nel tentativo di presentare un Giappone reale e al di fuori dei luoghi comuni a chi si è appassionato di questo lontano paese o che lo voglia visitare...

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La Nuova guida Verde Touring sul Giappone!

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