Viaggio a Tokyo e Tokyo family: una storia giapponese

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Il Sol Levante a casa

Viaggio a Tokyo locandina

In questo periodo di frontiere interrotte e quarantene chi ha il Paese del Sol Levante nel cuore e non sa come fare, può ricordarlo, o semplicemente scoprirlo meglio con la letteratura, con i manga e con i film...
Personalmente, ad un mese circa dal rientrare a casa in Italia, senza ben sapere quando poterci tornare, per colmare il senso di vuoto, ho voluto vedere per la prima volta un grande classico del cinema giapponese che in Italiano troviamo col titolo di "Viaggio a Tokyo" (in Giapponese Tokyo Monogatari, cioè Racconto di Tokyo e per questo la pellicola è conosciuta ovunque, meno che in Italia, col titolo di Tokyo story), film considerato un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale e che il grande regista Yasujirō Ozu ha girato nel 1953 in un Giappone appena uscito dalla seconda guerra mondiale, la cui semplice storia subito ci porta nella tematica fondamentale del percorso narrativo giapponese del XX secolo: cioè la stridente coabitazione tra la tradizione giapponese, fatta di lentezza e provincialità, che ancor oggi possiamo constatare in molte regioni rurali, e la modernità di provenienza occidentale, che impone ritmi frenetici e che trova nella metropoli il suo habitat naturale.

Un capolavoro assoluto del cinema mondiale nel Giappone del secondo dopoguerra

Viaggio a Tokyo foto di scena

La storia si apre ad Onomichi, una cittadina molto suggestiva che anche ora possiamo definire certamente fuori dal tempo e dalle rotte turistiche più gettonante (che abbiamo avuto la fortuna di visitare con degli amici di viaggiappone.com, che tornavano con noi per la seconda volta alla scoperta del Sol levante), da dove una coppia di anziani coniugi si sposta con l'intento di andare a Tokyo in visita di parte della propria famiglia, che si è nel frattempo trasferita nella capitale, cioè, del figlio maggiore, che là è diventato medico e li ha resi nonni di due nipotini, della figlia, che ha un suo negozio di parrucchiera e del marito di questa, ed infine della moglie di un altro figlio, caduto in guerra.
Da Onomichi, dove lasciano la figlia più piccola che là fa l'insegnante, i due anziani protagonisti devono fare tappa ad Osaka, dove gli va incontro al binario (per non farli perdere) un altro figlio che là si è trasferito.
Di colpo la scena si sposta a Tokyo a casa (che è anche ambulatorio) del medico.
La trama gira sul fatto che i figli, presi dalla propria vita e dal loro lavoro, non hanno tempo di star dietro ai genitori e così essi vengono parcheggiati ad una stazione termale che dovrebbe essere luogo di riposo, ed invece è affollata di giovani rumorosi, da qua la decisione di ritornare a casa ad Onomichi, ma prima devono ripassare da Tokyo per un ultima notte e dove scoprono che la figlia parrucchiera (anch'essa ha casa e bottega) è impegnata fino a sera e non può ospitarli e così i due anziani coniugi, che non vogliono incomodare il primogenito, si separano per la notte.
La moglie va dalla nuora vedova, con cui ha una profonda conversazione e il marito, invece, si vede (e si ubriaca sonoramente) con due vecchi amici del paese. L'indomani dopo aver rivisto velocemente i figli tornano a casa e... e non vi "rovino" il finale.
Ho letto rapidamente una recensione sul film prima di guardarlo ed ho visto che il critico (ignaro del Sol Levante e degli usi dei suoi abitanti) osannava i dialoghi scarni, ma in realtà, secondo me, essi erano dialoghi normali che hanno tra loro dei giapponesi quando parlano, che raramente vanno oltre la formalità, sopratutto tra genitori e figli e che, forse proprio per questo, nel film diventano intimi solo negli scambi di battute tra la suocera e la nuora vedova e nelle confidenze tra ubriachi.
Il tutto ha come cornice una Tokyo che non c'è più, se non nell'incrocio di Ginza, col palazzo di Wako con il suo orologio identico dagli anni trenta, e una Onomichi che troverete ancora uguale nonostante il tempo, il che, mentre guardavo la pellicola, mi ha provocato unanime gioia e stupore.

Modernità e tradizione: armonico stridore giapponese

La sera seguente a questa visione, con Yumiko, visto che io non ero ancora sazio di Sol Levante, abbiamo deciso di vedere il film Tokyo Family, che non è altro che il bel remake del 2013 del nostro "Viaggio a Tokyo", realizzato dal bravissimo regista Yoji Yamada.
La narrazione è pressoché identica, così come i dialoghi e le ambientazioni di molte sequenze, che rimangono uguali all'originale e si ripetono 50 anni dopo in un Giappone che, pur mutato ha lasciata quasi immutata la differenza tra le metropoli, che come un vortice attraggono e macinano con il loro ritmo chi vi vive, e la provincia, dove la vita scorre ancora nei ritmi e negli arredi simile al passato.
In Tokyo family, che con Yumiko abbiamo trovato bello, ma forse un po' meno entusiasmante del suo originale, l'intreccio si attualizza ovviamente un po', ma davvero il succo della trama alla fine rimane immutato pur togliendo ed aggiungendo personaggi che si incastrano l'uno nelle caselle dall'altro per far tornare alla fine l'intreccio narrativo (per noi italiani una chicca è nel figlio minore che come auto ha una vecchia fiat 500, un modello molto amato dai giapponesi).
In Tokyo family del 2013 i due anziani genitori invece che agli onsen vengono spediti dai figli a passare del tempo in un bel hotel a Yokohama, quel palazzo a forma di vela nella Minato Mirai (la zona più moderna, sul mare) e che con la ruota panoramica, su cui danno molte delle sue camere contraddistingue lo skyline della grande città giapponese che fa un tutt'uno ormai con Tokyo... e per noi questa sequenza è stata particolarmente evocativa, perché vi avevamo dormito nel settembre del 2013 (quindi poco dopo che vi avevano girato il film, ma non lo sapevamo) non voglio dire nella stessa camera, ma la vista era davvero simile se non identica e così come i protagonisti della pellicola abbiamo passato anche noi la serata a guardare lo spettacolo delle luci della baia e della sottostante ruota panoramica, pensando: "godiamo questo panorama spettacolare che non lo vediamo mai"... un vista tanto bella che ricordo facemmo una video chiamata per far vedere questo spettacolo ai miei genitori e poi a quelli di Yumichan e io ricordo con gioia lo stupore nella voce del mio caro babbo.

Lo spirito del Sol Levante

Fabbrica di birra Kirin di Kyushu, Giappone

La bellezza aggiuntiva di questi film è stata senz'altro per me trovarvi alcune delle dinamiche abituali del mio vivere il Giappone, dal rivolgersi ai propri suoceri con otosan ed okasan (cioè padre e madre) cosa che all'inizio nei film non vi farà capire chi sia a parlare, se un figlio, la nuora, oppure il genero, alle eterne formule linguistiche che colmano, sempre identiche, i dialoghi quando si torna a casa o si esce, ai ringraziamenti formali che si susseguono per ogni azione...
Ad esempio nel nostro ultimo soggiorno giapponese a casa di otosan ed okasan io ho lavato sempre i piatti, e loro tutte le volte mi ringraziavano, anche se io lavavo anche i miei piatti, e loro facevano tante cose per me... oppure, ad esempio, questo da sempre, la mattina a colazione, se la sera ho cucinato qualche prelibatezza italiana, mi ringraziano nuovamente per aver preparato la cena e mi chiedono di cucinare presto per loro, e non solo perché gli sono piaciuti i piatti, ma sopratutto per la gentilezza data dalla forma che contraddistingue questo popolo. Figuratevi, che ancora dopo venti anni che stiamo assieme, mi stupisco che Yumiko al rientro da un giro in macchina mi ringrazi per aver guidato, lo fa in Italiano, ma io capisco che è una formula automatica di gentilezza tutta nipponica, che potete chiamare formalità, ma è un qualcosa che davvero a noi italiani manca.
Due belle pellicole che vi consigliamo di guardare, approfittando del fatto che in questo periodo Rai Play offre diversi film giapponesi di Yamada... così da poter viaggiare un po' con questi film aspettando di poterlo fare nuovamente, presto e normalmente, anche in prima persona.
Per la locandina di Tokyo family abbiamo usato un rimando Amazon, perché non potevamo scaricare una foto a causa dei diritti d'autore, essendo la pellicola recente, ma questo film potete vederlo gratis, per ora, come vi scrivevamo, invece, se volete vedere Viaggio a Tokyo, potete, se vi piace il nostro sito, comprarlo passando da qua.

Cosa è viaggiappone?

viaggiappone

Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
Viaggiappone, con la propria esperienza, progetta e si mette alla testa di viaggi di gruppo alla scoperta del Sol Levante che vengono realizzati da un tour operator leader nel settore.
Le spese del sito vengono coperte dagli acquisti effettuati tramite queste pagine (booking, assicurazioni, Amazon ecc) senza che per voi ci siano costi in più...quindi se vi piace sosteneteci!
Viaggiappone è anche cultura e società giapponese nel tentativo di presentare un Giappone reale e al di fuori dei luoghi comuni a chi si è appassionato di questo lontano paese o che lo voglia visitare...

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