Sulle differenze del contare in Giappone
Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Preparandosi al prossimo viaggio in Giappone
Pur essendo andato in Giappone tantissime volte, con permanenze ogni volta di qualche mese, il mio Giapponese è sotto le basi, imparate, infatti un po' di parole magiche, come: grazie, prego, per favore e vorrei...e il nome di alcune cose che possono servirmi tipo: pane, birra, acqua gassata, riso, avendo, poi, al mio fianco Yumiko che parla Italiano meglio di tanti Italiani ed essendo un pigro, senza metodo di studio per le lingue, mi sono sempre accontentato, ed ho sempre rimandato ad un futuro che non arriva mai, lo studio della lingua Giapponese. Vivendo poi in Italia ed essendo la mia Yumichan con me pessima maestra (si spazientisce subito), mi sono ad un certo punto dedicato "solamente" a cercar di capire la cultura e la storia del Sol levante leggendo quel che si trova in Italiano, così da non perdermi il succo di molte cose quando vado nell'arcipelago nipponico.
Adesso, però, preparandomi psicologicamente ad un prossimo viaggio, non appena le condizioni di stop dettate dalla pandemia di nuovo corona virus lo consentiranno, mi sono deciso ad approfondire il mio studio della lingua, quanto meno parlata, per spiccicare qualche frase in più ogni tanto.
Ho ripreso quindi in mano il mio "Imparare velocemente il Giapponese" e qualche corso trovato sul web ed ho iniziato ad applicarmi quotidianamente, con grande difficoltà soprattutto per memorizzare i termini...perchè se al momento sembra tutto facile, poi basta parlare un minuto in italiano e tutto scompare nel mio ricordare.
Un numero per ogni cosa nella lingua giapponese
E'così che un giorno passeggiando con Yumiko tra le colline della Val d'Orcia, dove il paesaggio della nostra regione è quello dei calendari inizio a declamare delle frasi in Giapponese, per ripassare i miei studi fatti ultimamente.
Ad un certo punto mi lancio (senza saper bene dove sarei finito) nella frase: "cammino in un sentiero di campagna e vedo tre alberi" il problema dopo aver fatto appello ai miei neuroni è venuto fuori quando ho detto san ki per dire tre alberi, perchè Yumichan mi ha ricordato (me lo aveva detto) che ogni cosa si conta in modo differente ed in questo caso avrei dovuto dire sanbon no ki... a questo punto i digiuni di giapponese come me diranno: "e che vuol dire?"...vuol dire che cè un modo di contare gli alberi, un altro per i cani e i gatti, un altro ancora per i libri e le foglie e così uno per gli onigiri e i takoyaki , le uova e poi per le persone e anche per le case...ecc... ed è a questo punto un pigro come me si scoraggia.
Stavolta, però per mia e vostra curiosità mi voglio avventurare in questo curioso aspetto della lingua nipponica, e devo dire delle lingue orientali, presentandosi questo, per noi occidentali curioso, aspetto anche nella grammatica cinese, coreana ed indiana (per non indagare oltre).
Esistono quindi diversi modi per contare le cose e così
- Nin
- Persone
- Mai
- Cose piatte e sottile come le foglie, i fogli, le fette di pane
- Hon
- Cose lunghe e strette, tipo penne, banane, ombrelli
- Hai
- Bicchieri, coppe, tazze, cose contenenti liquido
- Satsu
- Libri, riviste, giornali
- Kai
- Piani di un palazzo
- Ken
- Edifici, case
- Hiki
- Animaletti, tipo, gatti, cani, tassi
- To
- Animaloni tipo elefanti, giraffe, ma anche leoni e mucche
- Wa
- Pennuti, aquile, passerotti, galline ecc
- Soku
- Scarpe, calze a paia (le cose legate ai piedi)
- Bu
- Porzioni, fette, pezzi...
- Kai o do
- Per indicare il numero di volte
- Sai
- Per dire l'età
- Jo
- Per i tatami
- Ko
- Per piccoli oggetti, per gli stranieri un po' per tutto
- Tsu
- Anche questo suffisso lo possiamo utilizzare in modo generico
Per giocare con quest'aspetto linguistico, in Giappone si fa presente che un pollo da uovo alla padella si conta in modo differente, infatti un uovo sarà ikko un pollo, invece, ichiwa, e lo stesso fatto a pezzetti divverrà nuovamente ikko, ma se alla fine lo impiattiamo sarà ippin.
Anche contare è difficoltoso in Giapponese!!!
Andando, poi avanti, continuando scoperchiar vasi, che sarebbe meglio lasciar tappati, si scopre che esiste, nello stesso giapponese, anche un modo diverso per leggere gli ideogrammi che indicano i numeri... infatti essendo gli ideogrammi dei concetti e non delle lettere si possono leggere alla cinese o alla giapponese...concorderete con me che quando ho scoperto che i miei ichi, ni, san (1,2,3 ecc... in giapponese)... a fatica imparati erano la lettura cinese e quella giapponese da uno a dieci sarebbe: hito(tsu), futa(tsu), mit(tsu), yot(tsu), itsu(tsu), mut(tsu), nana(tsu), yat(tsu), koko(no tsu) e alla fine to, mi è crollato mezzo mondo, per poi rimetterlo in piedi coi puntelli, quando ho capito che era comunque indifferente e che da undici in poi si dice in un modo solo.Torniamo, un attimo ancora ai nostri cinque maiali, alle nostre sette montagne ed ai nostri otto libri... (gohiki no buta, nanatsu no yama, hassatsu no hon) per scoprire che anche qua ci sono le eccezioni e che non è che si appiccica semplicemente il suffisso ai numeri, ma che a seconda di numeri e suffissi si modificano e così una persona sarà hitori (e non Ichinin), due futari, e da tre si dice (meno male) san-nin, una penna si dirà ippon (e non ichi-hon) un bicchiere, invece, ippai (e non ichi-hai)... io mi sarei già confuso, e voi?
Sempre in quella famosa passeggiata, poi, mi sono spericolato nel voler dire: vedo sette conigli, tre gatti e due galline nella piazza... (nana-wa no usagi, sanhiki no neko, niwa no...) per scoprire che conigli e galline si contano in eguale modo... al che ho chiesto lumi e Yumichan mi ha detto che le avevano raccontato che questa cosa deriva dal fatto che, nel passato, era divieto assoluto mangiare i conigli (che esulano tutt'oggi dalla dieta nipponica) e che quindi alcuni che li cucinavano comunque si limitavano a contarli come i polli...
Ora dopo aver messo paura ad alcuni lettori devo però comunicare che Yumiko ci consola dicendoci che possiamo indicare numeri e cose o utilizzando o i numeri letti alla giapponese e poi il sostantivo che indica gli oggetti che abbiamo in mente preceduto da no, oppure unendo alla lettura alla cinese ko (che indica la cosa) e quindi dicendo ikko, niko, sanko, yonko, goko, rokko, nanako, hachiko, kyuko, jukko...mele, gatti, alberi, case e cetrioli, tanto siamo "gaijin" e non passiamo troppo da ignoranti, ma sarebbe meglio tenere a mente i vari suffissi numerali.
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