In Giappone il tè si beve come fosse acqua
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Origini mitologiche del tè ... per i Giapponesi è stato Daruma
Quando andrete in viaggio in Giappone vi accorgerete che la bevanda più bevuta, anche più della stessa acqua, è il tè, il famoso tè verde giapponese che viene consumato sotto diverse forme e che accompagna la giornata e il dissetarsi del bravo abitante del Paese del sol levante.
Come molti altri aspetti di cui ho parlato in questo blog, anche il tè arriva in Giappone dalla Cina, anzi è proprio nel grande paese asiatico che questa pianta viene coltivata ed utilizzata per la prima volta... Secondo una leggenda cinese, l'imperatore Shen Nung, personaggio mitologico che aveva inventato l'agricoltura, vissuto più 2500 anni prima di Cristo e che aveva l'abitudine di bollire sempre l'acqua prima di berla (ma che sia anche l'inventore dell'acqua calda?), un giorno, dormendo all'aperto vicino ad un arbusto di tè (la pianta può raggiungere i 2 metri se lasciata andare) ed il vento facendo cadere delle foglie nella pentola, al risveglio si trovò il tè pronto, lo assaggiò e ne trasse benefici incredibili...Gli indiani, invece, dicono che a scoprire questa bevanda fosse stato Bodhidharma un principe buddista che, trasferitosi in Cina, dette luogo al chan (lo zen); egli si era messo in testa di non dormire e meditare per sette anni, ma, arrivato al quinto, cominciò ad avere sonno e così, guidato da un forte impulso, prese le foglie di un arbusto che cresceva vicino a lui, le masticò e, riprendendosi, portò, a termine il suo proponimento. In Giappone gli accadimenti che accompagnano l'origine del tè cambiano un po'; si narra, infatti, che Bodhidharma (Daruma per i giapponesi, quello dell'omonima bambola che aiuta a realizzare i propri desideri), durante le sue meditazioni si addormentasse e addirittura si distraesse al punto di sognare le fanciulle con cui aveva fatto il simpatico in gioventù. Una volta sveglio, dicono che si fosse infuriato con sé stesso, al punto di strapparsi le palpebre e di sotterrarle, così da non dormire mai più. … E' da quest'ultime che sarebbe nata la pianta del tè.
Il tè è arrivato in Giappone 900 anni fa
In realtà pare che intorno al IV,-V secolo nel celeste impero, si iniziasse ad adoperare come bevanda l'infuso di questa pianta e che poi i monaci chan/zen avessero cominciato a berla per non addormentarsi durante le pratiche meditative.
In Giappone il tè fu importato dal monaco Eisai, nel XII secolo, il quale in Cina aveva appreso il Chan (lo zen); una volta sbarcato nell'isola di Kyushu, fondò il Shofuku-ji, a Fukuoka, che è il primo tempio Zen dell'arcipelago...anche se pare che poi la pianta fosse coltivata, inizialmente, al Kozan-ji dove ancora si mantiene quest'antica coltivazione.
In questo tempio, che sorge appunto a Takao nelle montagne a ridosso di Kyoto, io ho visto per la prima volta una pianta di tè, pianta che sinceramente non mi ero mai immaginato, e tanto meno pensavo essere un cespuglio, tipo che ci si potrebbe fare una siepe e così mentre guardavamo questo “giardino di cespuglietti”, eravamo anche con Elena di Nihon almost a love story ed io e lei da bravi italiani ce ne stavamo andando, Yumichan ci ha sottolineato che eravamo davanti alla più antica coltivazione di tè del Paese...infatti la pianta del tè, la Camellia sinensis è un arbusto sempre verde che fa dei fiorellini bianchi.
Altre fonti sostengono, invece che il primo luogo dove fosse coltivato sia stato Uji, sempre nei pressi di Kyoto, dove a tutt'oggi si coltiva un'ottima qualità di tè verde, l'unico tipo prodotto in Giappone , del quale esistono, comunque, tante qualità differenti.
In Giappone il tè che si produce è solamente verde
Nel paese del Sol levante si producono più di 80.000 tonnellate di tè verde (Ocha) all'anno お茶; lo si coltiva in diversi luoghi, ma i più rinomati per la loro qualità sono Uji come già detto, Shizuoka vicino al Fuji-san (di cui famose sono le foto di questi campicelli ad onde verdi con dietro la montagna sacra innevata), Yame nella prefettura di Fukuoka e Chiran nella zona di Kagoshima.
Il tè, verde o nero che sia, viene sempre dalla stessa pianta: la differenza sta nel fatto che quello verde non è fermentato, mentre quello nero lo è; quello semi fermentato è il tè olong.
In Giappone si producono tanti tipi di tè verde differenti tra loro; quello che tutti noi conosciamo meglio è il Macha (spuma di giada), un tè coltivato all'ombra, poi cotto al vapore, essiccato e polverizzato da una macina di pietra; è quello verde verde che viene utilizzato nella famosa cerimonia del tè (di cui parlerò in un altro post) e che però non è bevuto in ogni momento.
Il tè che si mette normalmente in infusione è il Sencha che viene semplicemente fatto essiccare al sole; è il più bevuto e di questo esistono diverse qualità alcune delle quali anche molto care e ricercate, a seconda del luogo e delle foglie utilizzate.
Un altro tipo di tè verde è Hojicha (houjicha) (ほうじ茶) che si distingue dagli altri perché tostato, mentre la maggior parte dei tè giapponesi di solito sono “cotti” a vapore. Il raggiungimento di alte temperature, modifica le tonalità del colore e la foglia, dal verde, passa al bruno-rossastro, che è la colorazione dello stesso infuso. Il processo è stato la prima volta realizzato a Kyoto, all'inizio del XX secolo, ma la sua popolarità persiste ancora oggi sia per il suo sapore, che a me ricorda quello delle castagne, che per la scarsa quantità di teina che lo rende adatto ad accompagnarsi al pasto e a dissetare nelle giornate estive.
Io l'ho scoperto in casa di Yumchan, dove in estate è consumato in luogo dell'acqua, freddo freddo...e veramente dissetante, anche se spesso, durante la giornata, non posso far a meno di cercare l'acqua frizzante...
Il tè nel Sol levante è senza zucchero
Pensate che il tè, che in Giappone vendono anche in bottiglie e bottigliette, costa quanto l'acqua minerale ...per cui tutti i bravi giapponesi ne hanno sempre una bottiglietta dietro...
All'inizio ero recalcitrante a questo uso, perché non volevo portarmi dietro grandi pesi, ma poi, sopratutto nei mesi estivi, quando il caldo umido del Sol levante si fa sentire, mi sono convinto che questa è una buona abitudine, per cui ho sempre dietro una bottiglietta di tè…
L'infuso in Giappone, anche quello imbottigliato, è sempre senza zucchero e, così io, dopo anni di vita italo-giapponese, ormai bevo tutto senza zucchero, anche il caffè, per non mutare il gusto di ciò che sto bevendo...Anzi, ormai mi viene da storcere il naso quando offro del tè (in casa ne abbiamo di ottimi, e non solo giapponesi) e mi chiedono lo zucchero, per non dire il limone...allora tengo sempre da parte delle bustine da supermercato pronte per chi ama la “limonata calda al sentore di tè”, come ad esempio mia madre...
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!