Le quattro stagioni in Giappone

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
L'importanza del susseguirsi delle stagioni nel Paese del sol levante

In Giappone le stagioni hanno ancora connotati ben definiti: estati calde e torride, autunni tiepidi ed asciutti, inverni freddi e primavere fresche e luminose, ed i Giapponesi vanno fieri di di tutto questo, tanto che, quando incontrano uno straniero se ne vantano e gli domandano se anche nel loro paese ci sia la stessa alternanza...
Le stagioni in Giappone sono preannunciate nelle vetrine dei negozi, dove la primavera è segnalata con elementi floreali e tralci di sakura, l'estate con riferimenti ai fuochi d'artificio e fette d'anguria che rischiarano e rinfrescano le notti afose, mentre le foglie d'acero in ghirlande appaiono nei grandi magazzini insieme ad edizioni limitate di birre per ricordare a tutti che è autunno già dal mese di settembre quando ancora, di regola, ci sono 30° e si va in calzoni corti; il freddo, invece, in inverno, è annunciato da pupazzi di neve finta...
Pensate che il passaggio da una stagione all'altra era ed è così importante che, per gli equinozi d'autunno e primavera, è festa nazionale, perché il Giappone aveva una cultura molto legata all'agricoltura e, quindi, vedeva nel regolare succedersi delle stagioni la possibilità di buoni raccolti, quindi ricchezza e pancia piena.
Piatti di stagione sulla tavola giapponese

Le stagioni si alternano e si cadenzano anche a tavola, o meglio la cucina giapponese, dove si mantiene un legame con le tradizioni, segue il mutare della natura e il succedersi dei prodotti freschi.
La cucina estiva deve rinfrescare, quella invernale riscaldare e così gli udon (spaghetti giapponesi) in estate vengono messi in ghiaccio prima di essere conditi con verdure fresche o “zuppettati” nella salsa di soia col wasabi, mentre in inverno sono serviti in un caldo brodo …inoltre le stoviglie, a seconda dei loro colori, sono abbinate ai piatti ed al mutare del ciclo stagionale.
Così ad esempio, a casa dei miei suoceri che sono persone molto attente alle tradizioni, la cucina di mamma Kayoko è sempre al servizio del benessere dei commensali, pronta a portare calore o a rinfrescare, con una grande attenzione alla stagionalità di ciò che si mette in tavola.
Io, in proposito, così ho avuto la fortuna di mangiare i germogli di bambù in primavera, e quando, alcuni anni fa verso la fine di settembre, ho espresso il desiderio di mangiare il nabe, (un piatto che si cucina direttamente a tavola costituito da carni, verdure, funghi e volendo frutti di mare..messi a bollire in brodo di pesce, arricchito dalla presenza di udon e condito con una salsa al “mandarino”, il ponzu,) che avevo mangiato l'anno prima alle soglie del novembre mi sono sentito dire da Yumichan: “Ma cosa chiedi!!! E' un piatto che si mangia quando fa freddo...”
Anche il pesce è meglio che sia di stagione in Giappone

Non solo le verdure in Giappone seguono le stagioni, ma anche il pesce che, a seconda del tipo, è più buono in certi momenti: a settembre ad esempio le vongole non dovrebbero essere un granché (anche se a me sono venuti degli spaghetti da favola), mentre è il momento di calamari e sarde …
La brava “massaia” del Sol Levante, dunque, non starà solamente attenta a cucinare melanzane in estate e spinaci in inverno, ma anche a quali tipologie di pescato mettere nel carrello della spesa a seconda del periodo dell'anno.
E così in estate si prediligono anguilla, gronco, tonnetti, pesce volante, spigole, ricciola e capesante, mentre in autunno è meglio cucinare calamari, sardine, polpi, gamberoni e ostriche; in inverno poi il mare dà il meglio con orate, dentici, e granchi e in primavera il miglior pescato è dato da sgombri, platesse, sogliole, seppie, ricci di mare e vongole...
Certo, come immaginerete, ormai non tutti in Giappone stanno sempre attenti alle stagioni , tanto è vero che i supermarket sono ricchissimi di surgelati precotti di tutti i tipi e le fragole varcano i continenti per arricchire la torta di Natale ormai tradizionale nel Paese del sol levante insieme ad altri prodotti coltivati in serra.
Rispetto all'Italia, comunque, l'attaccamento ai prodotti di stagione è certamente più forte; visto che da noi, soprattutto negli ultimi anni, si trovano senza problemi melanzane, peperoni e zucchine in inverno, ortaggi che quando ero ragazzo si mangiavano solo d'estate; inoltre non essendoci una grande cultura sui modi di consumare il pesce, sopratutto nell'entroterra, questo viene cucinato senza pensare se sarà o meno il momento giusto...però trasporti e serre hanno anche creato belle combinazioni ad esempio fare una fetta di pane col pomodoro con l'olio appena franto ai primi di dicembre prima non si poteva immaginare in Toscana...ma è davvero buona.

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