Cultura giapponese: Obon la festa dei morti

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Nel caldo dell'estate giapponese la festa degli antenati nel Paese del sol levante

Tutte le culture hanno la loro festa dei morti, celebrata con maggiore o minore forza ed intensità; nella maggior parte del Giappone si ricordano gli antenati attorno alla metà di agosto, nei giorni che vanno dal 13 al 16 di questo mese.
Agosto, infatti, per il calendario lunare, che è stato in auge in Giappone fino alla seconda metà del secolo XIX, era il settimo mese dell'anno, alla metà del quale era tradizione omaggiare i propri cari defunti.
In alcune zone popolose del Paese del sol levante, quali quelle del Kanto, di Tokyo e Yokohama, invece, si preferisce applicare il calendario gregoriano per fare Obon (Festa dei morti) e festeggiamenti si svolgono alla metà di luglio.
Agli albori del buddismo le radici di questo matsuri giapponese

La parola Obon, o semplicemente bon (la o è onorifica), deriva dal termine sanscrito Ullambana che i giapponesi hanno traslitterato in urabon'e … da cui bon. Questa cerimonia pare essere stata istituita, tra i rituali di quanti seguono il buddismo, per ricordare il seguente evento:
"Il monaco Mokuren, un discepolo di Budda, sognò la propria madre che non riposava in pace ed anzi era nel regno degli spiriti affamati; fu così che il bonzo andò da Budda e gli domandò come avrebbe potuto agire per aiutare la mamma; gli fu consigliato di fare molte offerte in favore degli altri discepoli che avevano appena terminato il loro ritiro e tutto questo, appunto, verso la metà del settimo mese. Mokuren sognò nuovamente la madre, stavolta libera e quieta, e così prese coscienza della bellezza di pensare agli altri e, per la felicità, iniziò a ballare una danza che oggi in Giappone è conosciuta col nome di bon-odori".
La festa dei morti in Giappone tra fiere e rituali

Durante queste festività i nostri amici del sol levante indossano lo yukata, un kimono leggero, estivo e si fanno delle scorpacciate di anguria, che viene acquistata nel corso di matsuri (festival), collegati all'evento, caratterizzati da baracconi ricchi di cibo di strada e giochi.
All'inizio dei rituali, davanti alle case dei defunti, in Giappone si accendono delle lanterne (prima la tradizione era molto diffusa, adesso lo fanno sempre meno persone), mentre il 15 agosto, nel corso del quale, in Italia, festeggiamo il ferragosto, che poi è la festa dell'assunzione in cielo della Madonna, le famiglie giapponesi si riuniscono e celebrano i cari defunti andando al cimitero dove ci si prende cura delle tombe.
Yumichan mi racconta, in proposito, che queste tradizioni sono state portate avanti dalla sua famiglia finché i nonni sono stati bene e poi pian piano sono state un po' tralasciate dai suoi genitori e dai loro fratelli. La nonna di Yumichan, che è una signora di più di 90 anni e di forte tempra, quando è "Obon" porta al tempio una lanterna sulla quale è scritto il nome della famiglia, poi la riporta a casa e la appende sull'uscio, per indicare, così, al defunto marito e agli altri avi chi andare a visitare; mentre 16 agosto; alla fine delle cerimonie la lanterna viene riportata al tempio e da qui si indica ai cari defunti la via per il paradiso.
In alcune parti del Giappone, invece, le lanterne vengono affidate ai corsi d'acqua o direttamente al mare per insegnare ai propri cari a tornare nell'aldilà, con meravigliosi effetti scenografici.
A metà agosto un periodo di ferie per i Giapponesi

Questo evento coincide con uno dei momenti di ferie dei Giapponesi ed in questo periodo, infatti, sono molte le ditte che chiudono per alcuni giorni a cavallo di Obon e così i nostri amici Giapponesi si dedicano alle "vacanze"; per molti, però, il ferragosto diventa anche sinonimo di lunghe code in auto... perché, se il sistema ferroviario Giapponese è ottimo, quello stradale, che ha una manutenzione superlativa che farebbe vergognare ogni italiano, è piuttosto lento e frammentato...per cui lunghe file di automobili intasano le autostrade nipponiche.
Approfittando delle ferie, tanti vanno in viaggio e non onorano più i propri i defunti, ma anche chi è giovane ed ha perso un parente da poco, nel corso del primo bon dalla morte del congiunto, ricorda il proprio caro con maggiore intensità, spesso offrendo un pranzetto all'estinto, un pranzetto totalmente vegetariano perché, secondo la religione buddista, terminata la vita terrena, non si può più mangiare alcun tipo di animale.
A Kyoto si celebra Gozan no Okuribi

Il 16 agosto i rituali di Obon, nella città di Kyoto, vedono celebrarsi il Gozan no Okuribi, (che letteralmente vuol dire Cinque montagne del fuoco propizio) che consiste nel disegnare, tramite dei falò accesi su cinque diverse colline che circondano l'antica capitale, tre kanji (gli ideogrammi cinesi adottati nella scrittura giapponese) e due simboli, una barca ed un torii.
La prima altura ad illuminarsi è quella di Higashiyama che ci mostra il kanji Daimonji che significa grande; altri due ideogrammi Myo-Hou (contati per uno) illuminano poi due vicine alture a significare il titolo di una preghiera; è poi la volta del monte Funa occidentale dove si accende un falò a forma di barca; mentre sul colle Okita fiammeggia Hidari Daimonji che significa di nuovo "grande", mentre sul monte Mandara arde un fuoco a forma di Torii ( l'ingresso dei santuari shintoisti).
I fedeli portano sulle colline interessate, il giorno prima dell'evento, dei legnetti che serviranno ad incrementare i vari falò, che si chiamano Gomagi, sui quali si scrivono auspici di fortuna e buona salute.

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