Il Giappone per gli Italiani

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Distanze incolmabili nel passato hanno dato una timida percezione del Giappone in Italia

Manifesto giapponese di propaganda anni 30

Nel tempo in Italia l'idea di Giappone è cambiata sicuramente più volte. Il Paese del Sol levante certamente sarà stato completamente sconosciuto ai più fino al XX secolo; se, infatti se ne era avuta un cenno tramite Marco Polo e i missionari gesuiti che avevano tentato di forzare il sakoku, la chiusura al mondo, in pochi, certamente, avranno sentito parlare di questo lontano posto.
Tramite i mercanti olandesi, unici autorizzati ai commerci, erano arrivate nelle corti e nelle case dei ricchi europei, sete, porcellane lacche, tutti oggetti stravaganti ed inconsapevoli che facevano dell'oriente estremo un esotico tutt'uno, cineserie che agghindavano magari i salottini delle corti europee, ma che celavano, ai più, cosa fosse il Paese del Sol levante, così come la stragrande maggioranza dei nipponici ignorava l'esistenza dell'Italia e dell'occidente tutto.
Questo tanto meno fin quando il '900 porta le fantasie dei melomani nella Nagasaki di Madama Butterfly e poi addirittura nel finir degli anni '30 il Paese del Sol levante diventa alleato di Germania ed Italia in quella che da noi era nota come Asse Roma, Berlino, Tokyo e quindi di esso si sarà parlato almeno un po'.

Giappone ed Italia due paesi rinati dalla guerra

Tokyo, Nihonbashi 1946

Dopo la seconda Guerra mondiale poi entrambe le nostre nazioni avevano da tirasi su le maniche e ricostruire il proprio paese e così con gli aiuti americani abbiamo assistito ad un boom economico quasi in parallelo, che ha portato, poi, ad un nuovo incontro affaristico e culturale basato sull'esportazione dei nostri marchi di lusso nei settori della moda e l'importazione di manufatti giapponesi che a volte non sapevamo nemmeno che giapponesi fossero. Quella che si percepiva da lontano era una nazione di grandi lavoratori che ricordo bene, si diceva, facesse concorrenza sleale dando stipendi bassi e imponendo turni massacranti senza alcuna protesta sindacale (ma non era del tutto vero) e per questo fosse giusto mettere dazi sui loro prodotti per salvaguardare le produzioni europee.
Fino al grande incontro della mia generazione, cioè dei nati negli anni settanta ed alla fine dei sessanta con la rivoluzione giapponese dei cartoni animati e dell'elettronica, prodotti diversi e quindi sconvolgenti e per molti versi demonizzati,prima di essere ammessi e rivalutati, del Giappone si sapeva davvero pochissimo. Molti lettori ed amanti del Paese del Sol levante che sono nati in anni successivi ignorano forse che un tempo i cartoni animati erano solamente o quasi americani, c'erano gli eroi della Disney: un mondo dove i buoni erano solo buoni e i cattivi solo cattivi; c'erano i personaggi della Warner: gatto Silvestro, Bunny o Daffy ecc che incarnavano esilaranti esempi di astuzia o stupidità o al massimo si arrivava agli Antenati di Hanna e Barbera o al mitico e ormai quasi dimenticato Braccio di Ferro e che gli eroi nipponici arrivarono in Italia (in Europa) dopo la metà degli anni settanta, quasi per caso, cambiando radicalmente l'immaginario della generazione che per prima era nata con la televisione in casa.

L'inconsapevole Giappone dei nati negli anni '70

Orologio Casio

Ed è così che appassionandoci alle prime storie dei robot da bimbi abbiamo visto per la prima volta il Giappone ed i Giapponesi, senza nemmeno sapere che gli eroi di tante avventure fossero gli abitanti del Sol levante e che ciò che vedevamo fosse spesso una fedele trasposizione di quel lontano mondo; e senza neppure domandarci troppo dove esso fosse e quante diversità ci fossero con la nostra Italia. Quindi abbiamo imparato a veder eroi che erano uomini e non topi o paperi soffrire e sanguinare e non soltanto rimbalzare come palle o svenire con gli uccellini attorno alla testa. Nel frattempo chi era più grande di noi guardava con l'occhio di chi vede una diavoleria i nostri Lupin e Geeg robot immaginando, in modo denigratorio, che essi fossero una produzione computerizzata...quando ancora anche in Giappone si lavorava agli anime solo ed esclusivamente a mano ed al massimo si assisteva ad un montaggio delle immagini più sbrigativo o volutamente tale.
Un altro grande "inconsapevole" impatto nelle nostre vite il Giappone lo portato coi prodotti dell'elettronica e dell'industria, prima osteggiati e visti come corbellerie insensate, ricordo perfettamente il primo orologio al quarzo della Casio ambitissimo tra noi bambini (era il 1976 infatti quando arrivò sul mercato il Casiotron) e la delusione quando per la prima comunione mi fu regalato un orologio a carica con le lancette, perchè sennò non avrei imparato mai a leggere l'ora, dicevano.
E così, poi, siamo cresciuti convivendo col Giappone senza nemmeno saperlo accompagnati da calcolatori Sharp, rullini Fuji, macchine fotografiche Canon e televisori Sony per non dir nulla dell'industria automobilistica, prodotti, ormai con buona pace di tutti, visti come esempio di manufatto ottimo e spesso superiore ai concorrenti europei ed americani...Confesso, poi, l'ignoranza di aver creduto americane la Bridgestone, la Canon, la Panasonic e perfino la gatta Hello Kitty, ma in quegli anni in molti fecero il nostro errore, anche perchè indotti da nomi che comunque Giapponesi non ci parevano.
Oltre a ciò la nostra percezione del Giappone e dei suoi abitanti per tutti gli anni ottanta-novanta e buona parte del primo decennio del XXI secolo è stata tramessa dai milioni di nipponici visti sbarcare nel Belpaese come turisti per visitarlo ed innamorarsene, tanto da tornarci tante volte, anche solo per far shopping complice uno Yen fortissimo su di una Lira debole debole...un popolo con la macchina fotografica che girava tutta l'Italia in una settimana (ora so perchè, ma un tempo mi sembravano solo strani e sbrigativi).

Il Paese del Sol levante sconosciuto del secolo XXI

Turisti giapponesi a Milano

Ed oggi? Oggi nel 2014 quanta consapevolezza di Giappone abbiamo attorno a noi? Pochissima. Lasciamo perdere tutti voi che state leggendo le mie parole che quindi avete un interesse preesistente verso il Paese del sol levante e che magari in Giappone ci andate in viaggio anche con regolarità aiutati da prezzi di biglietti aerei abbordabili e da un euro forte sullo yen ...ma tutti gli altri, cari i miei lettori, il nostro ben amato Paese del sol levante lo ignorano e lo confondono come un tutt'uno nel grande calderone asiatico.
A chi non è capitato di sentir confondere Cina e Giappone? Cinesi e Giapponesi? A questa confusione certo hanno contribuito i vari ristoranti che sono sorti negli ultimi dieci anni e che hanno servito assieme sushi e riso alla cantonese senza problemi (wok-sushi e con ciò ho detto tutto), ristoranti che si chiamano Tokyo, ma che il Giappone lo hanno visto probabilmente solo in foto...ma non soltanto questo: anche la scarsa curiosità che ci fa fermare alle apparenze più superficiali ci mette del suo.
La stessa confusione si ha anche, inoltre, nella percezione del turismo, infatti i bei gruppi di Giapponesi spendaccioni in Italia si sono molto ridotti e i mucchi di persone asiatiche che si incontrano sono sempre più ricchi Cinesi che vengono a vedere le nostre bellezze...i Giapponesi si sono stancati delle varie truffe subite negli anni, a cui spesso non ribattevano non certo per stupidità, ma per non creare confusione, e preferiscono altre mete...come ad esempio la sempre gettonatissima Francia o l'Australia...non che non vengano più in Italia i nostri amici nipponici, ma vengono meno e quelli che arrivano spesso sono soli e ci amano proprio tanto...
Avrei da dire altro, avrei potuto scriver più e meglio, ma spero che questi miei pensieri anche stavolta possano far riflettere tutti gli amanti del Paese del sol levante che seguono viaggiappone.com, mentre ho in mente di approfondire tra amici e conoscenti, sia di persona che sul web quale sia la percezione personale del Giappone, per poi una volta ritornato nel Sol levante cercare di capire quale Italia alberghi nella mente giapponese.

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Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
Viaggiappone, con la propria esperienza, progetta e si mette alla testa di viaggi di gruppo alla scoperta del Sol Levante che vengono realizzati da un tour operator leader nel settore.
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