I bonsai giapponesi

Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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- Scritto da dani@viaggiappone.com
Paesaggio e uomo nella cultura giapponese

Se passeggiate in Giappone, sicuramente vi salterà all'occhio di come la natura abbia un ruolo centrale e fondamentale e pensandoci bene la natura è per la religione giapponese null'altro che la pura manifestazione dei Kami, gli dei shintoisti, al contempo se la vostra osservazione del paesaggio, dei giardini che circondano le case, dei parchi pubblici o semplicemente degli alberi che cingono i viali si facesse più attenta notereste come, la natura in Giappone non è mai lasciata al caso. Questa cosa non accade soltanto nei famosi giardini zen, ma vi assicuro ovunque, a volte guardando dal finestrino del treno, o dell'auto, sopratutto in primavera, quando susini, ciliegi e peschi iniziano a fiorire vi sembrerà che i boschi, le montagne, il panorama tutto sia frutto della mano del' uomo.
Arte di racchiudere la natura in una scatola

E' chiaro di come qua l'uomo abbia trasformato il semplice trasportare una pianta in una scatola in una vera e propria opera d'arte.
L'uso di mettere le piante in vasi giunge in Giappone dall'India dopo che da qua era arrivata in Cina e qua aveva dato origine proprio all'arte di far crescere piante miniaturizzate, il primo motivo di ciò fu pratico, cioè trasportare le piante officinali da un luogo all'altro e così poter realizzare ovunque medicine erboristiche. Non si hanno però testimonianze scritte in proposito e si inizia a parlare di bonsai (pun-sai in cinese), molto dopo di quando non nascano di per sé.
Le prime testimonianze delle coltivazioni di piante in vaso sono del IV secolo dopo cristo e risalgono a leggende che attribuiscono la coltivazione in vaso di crisantemi da parte di un poeta cinese, alcune pitture funerarie dii epoca Tang (VII secolo), ci testimoniano personaggi che portano in mano vasi contenti piante.
Forse qualche bonsai assieme al buddismo, la scrittura, l'architettura, sarà arrivato in Giappone già dalla remota epoca Nara (VII secolo) ma non si hanno testimonianze certe se non nel periodo Kamakura (XII-XIV secolo) quando il buddismo zen sicuramente fa conoscere l'arte di fare i Bonsai in Giappone.
I primi esempi, furono prerogativa di nobili e samurai, e spesso assieme alle piante contenevano pietre, a simulare i giardini zen che amiamo tanto, per poi diventare composizioni solo di piante, nei primi momenti contenute in cassette di legno visto che il vasellame atto all'uopo veniva dalla Cina, per poi lasciare il posto a bonsai che crescono direttamente su pietre.
bonsai la natura della cerimonia del tè

Col periodo Edo il Giappone perfeziona la sua produzione di terrecotte e ceramiche e le nostre piantine iniziano ad essere contenute sempre più spesso in vasi, questo è il momento di una grande diffusione del bonsai in Giappone divenendo questo parte della famosa cerimonia del tè nella codificazione di questa dei primi anni del XIX secolo.
Il Bonsai apparirà poi nel mondo occidentale ad un'esposizione a Parigi di fine '800 e da qua verrà sempre più amato ed imitato, anche se in occidente già all'epoca di Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia che ha circa 2000 anni, troviamo descrizioni di piante in vaso drenate e potate con tecniche che sono molto simili ai bonsai che oggi conosciamo, ma probabilmente il nostro Medio Evo ci fece obliare la cosa.
Della tradizione bonsaista cinese, poi si sono perse un po' le tracce per la diversa storia di questo paese e per la rivoluzione culturale maoista che ha cancellato molte tradizioni millenarie.
Gli Italiani hanno una gran simpatia per i bonsai tanto da esserne i maggiori produttori europei al giorno d'oggi.

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