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- Scritto da dani@viaggiappone.com
I monaci buddisti in Giappone elevano il loro spirito anche mangiando
Qualche tempo addietro abbiamo pubblicato una breve recensione su un ristorante vegetariano, legato ad un tempio zen a Kyoto, il quale, oltre a dar da mangiare ai monaci quando sono in particolari momenti di meditazione nel loro cammino di elevazione spirituale, organizza banchetti di purificazione alla fine della prima settimana di un lutto e ospita chi voglia anche semplicemente provare come si può arrivare all'esaltazione del sapore per i cibi più semplici, in questo post, quindi, vogliamo parlarvi un po' di più di questo modo particolare di avvicinarsi ai cibi detto shojin ryori.
La cucina shojn, giunta in Giappone nel VI secolo insieme col buddismo, infatti, utilizza solamente riso e verdure, non contempla animali di alcun tipo, né nessun derivato da essi, proprio perché deve aiutare nel momento di purificazione, tanto è vero che lo stesso termine giapponese shiojin lo si può tradurre con catarsi, ma anche con rigoroso e devoto.
I monaci, dunque, si astengono da qualsiasi tipo di carni, ma fanno un'eccezione quando queste vengono regalate, perché sarebbe un peccato maggiore non avere rispetto del dono ricevuto e lasciar deperire e sprecare quanto è stato donato.
Per i motivi sopra elencati potremmo quindi più correttamente parlare, invece che di arte culinaria vegetariana, di cucina vegana.