Ako e il castello dei 47 ronin
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Uno dei luoghi dell'immaginario collettivo giapponese
Chi è in viaggio in Giappone giungerà ad Ako, cittadina nella prefettura di Hyogo spinto dalla storia quasi leggendaria dei 47 ronin che tanto ha colpito l'immaginario collettivo nipponico nei secoli a venire, per vedere le rovine del castello che ha ospitato i protagonisti della vicenda ed il santuario ad essi dedicato.
La storia dei 47 ronin
Si racconta, infatti, che il signore di Ako, Asano Naganori, ancora fanciullo si trovasse ad Edo (Tokyo) alla corte dello shogun, era prassi che i nobili feudatari passassero del tempo a corte per non stare a tramar troppo all'ombra dei propri possedimenti, e che qua fosse educato alle varie arti da un ciambellano di corte, Kira Yoshinaka, di rango inferiore rispetto ad un nobile daimyo (feudatario). Costui alla fine dei suoi servigi (che sarebbero stati suo dovere e quindi gratuiti) voleva dal nobile Naganori una qualche ricompensa, che lui non gli voleva riconoscere in quanto samurai.
Fu così che il ciambellano umiliò in più occasione il signore di Ako fino a pretendere che gli allacciasse le scarpe... azione che lui fece, ma nel momento in cui fu redarguito di averle legate male non ci vide più e si scagliò su Kira per farlo fuori, fu però bloccato ed il colpo di spada arrivò solamente a sfregiare l'avido Yoshinaka... Sguainare la spada era di per sé un azione inaudita dentro il palazzo dello shogun, ferire un dignitario di corte lo era ancor di più così Naganori, fu condannato a fare seppuku e la casata degli Asano perse ogni diritto di successione nel feudo.
La vendetta dei 47 samurai
Quando il signore di Ako e della regione di Harima si trovava ad Edo era il suo samurai più alto in grado ad occuparsi del feudo, esso si chiamava Oishi Kuranosuke e fu lui a dover consegnare i domini del suo signore agli inviati dello shogun, dopo di che lui e i suoi colleghi samurai erano diventati ronin, cioè senza padrone, quindi senza arte né parte.
Oishi Kuranosuke, però, si era accordato con altri 46 fedeli vassalli del clan Asano per vendicarsi nei confronti di Kira che tanta sventura aveva causato a tutti, per due anni essi fecero vita appartata ai margini della società, dando addirittura modo di dubitare sulle loro capacità psicofisiche, fino a che pian piano iniziarono ad arrivare nella capitale... dove travestiti da vigili del fuoco assaltarono la dimora del gran ciambellano e dopo aver sopraffatto le guardie, scovato il loro nemico nascosto in uno stanzino, lo fecero fuori e portarono la sua testa in dono alla tomba del loro padrone al tempio Sengaku-ji.
I 47 samurai il cui gesto era stato capito dalla popolazione e godevano della simpatia di molti non riuscirono ad aver salva la vita, ma ottennero una morte onorevole tramite il seppuku. Soltanto uno di loro fu graziato (pare non fosse nemmeno un diretto servitore di Asano) affinché narrasse a tutti quanto accaduto... la storia poi è passata nell'immaginario collettivo e diventata materia letteraria, teatrale, cinematografica.
Un castello dove si respira la storia del Sol Levante
Noi siamo arrivati ad Ako col treno nella tarda mattinata di un giorno di piena estate, e la cittadina sembrava quasi disabitata, qualche studente che tornava o andava ai corsi estivi, qualche turista che si strascicava fino ai ruderi del castello di cui rimangono fossati, bastioni e torrette, se ne intuisce la grandezza del maniero che fu fondato da Asano Naganao (era il nonno di Naganori, il padre morì presto) sul mare, tanto che dai moli protetti dalle mura si poteva salpare, la costruzione fu terminata in 13 anni di lavori nel 1648 e non ebbe mai una torre principale perché non ricevettero il nulla osta dei regnanti Tokugawa, il castello fu poi pian piano smantellato nel periodo Meiji, quando il Giappone scalpitante di modernità fremeva nel voler distruggere i suoi legami col passato feudale, ma è stato poi nel dopo guerra restaurato nelle restanti parti ed una vista (gratuita) è piacevole, tanto che il maniero è annoverato in Giappone come monumento nazionale. Camminando negli spazi che furono l'interno del castello si giunge nel luogo dove era la casa di Oishi Kuranosuke che ormai è un santuario in suo onore ed in quello dei suoi altri 46 amici e poi a quello che fu il giardino della residenza del daimyo che si accende di rosa e di bianco nel momento della fioritura dei sakura, i ciliegi giapponesi. Sul castello e la regione dopo il clan Asano ha dominato un ramo del clan Mori fino alla fine del periodo Edo.
Una cittadina della profonda provincia giapponese
La vostra camminata per il "centro storico" di Ako, ricco di vecchie dimore che vi faranno immaginare il tempo delle vicende narrate, vi condurrà anche al tempio Kagaku-ji fondato 1645 dalla famiglia Asano essi precedentemente stavano ad Ibaraki e così arrivati ad Ako hanno voluto un proprio tempio, qua oggi è possibile visitare un piccolo museo dedicato alla vicenda sopra narrata e la tomba dello stesso Oishi Kuranosuke oltre a quelle di altri ronin.
Il 14 dicembre si ricorda, tutti gli anni, con una parata in costume, la notte dell'assalto alla casa di Kira, evento che ha influito fino ad oggi sulle sorti della cittadina. La costa circostante è davvero bella ed motivo per indugiare nella regione e noi ne abbiamo approfittato per premiarci in coda ad un nostro tour di gruppo per una serata in un bel riyokan con terme che si affacciavano sul mare.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!