Ise ed i suoi santuari

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Ad Ise vediamo l'architettura autoctona del Sol Levante

Ise, Mie, Giappone

Se vogliamo trovare nel nostro viaggio in Giappone un'architettura giapponese pura, che esuli da ogni contaminazione continentale, dobbiamo arrivare ad Ise, nella prefettura di Mie, dove tra una costa frastagliata ed un entroterra rigoglioso gli dei del Giappone compivano le proprie gesta e dove gli antichi sciamani, nella notte della storia del Sol Levante, costruirono dei santuari ove venerare le forze della natura per antonomasia: il Sole e la Terra, prima che nell'arcipelago si sovrapponessero a questi antichi culti i riti del buddismo.
Pare che i primi santuari fossero null'altro che le dimore degli sciamani stessi, che venivano costruite un po' sopraelevate dal suolo così come si era cominciato a fabbricare i magazzini al fine di preservare le derrate dall'acqua e dai topi e così queste architetture preistoriche si sono perpetrate per imitazione nelle strutture che possiamo ammirare ancor oggi nei luoghi sacri dello shintoismo, tra cui Izumo, Kumano, Isonokami ed appunto Ise e se tutti si contendono primati di antichità (oltre ad altri luoghi sacri alla mitologia nipponica), forse ad Ise per la sua particolarità di periodiche fedeli ricostruzioni abbiamo l'unica architettura del Sol Levante totalmente autoctona.

Ogni venti anni identici ai precedenti i santuari di Ise vengono ricostruiti

Ise, Mie, Giappone

I due santuari di Ise, sono divisi dal fiume Isuzu e distano circa sei chilometri l'uno dall'altro, quello interno è chiamato Naiku ed è dedicato ad Amaterasu la dea del Sole, e vanta la fondazione a circa 2000 anni fa (quando ancora il Sol Levante era in epoca protostorica nel pieno della così detta epoca Yayoi), mentre quello esterno, è detto Geku ed è dedicato alla dea dei raccolti Toyouke-Ōmikami il cui culto pare essere stato istituito in questo luogo circa 1500 anni fa.
I due santuari hanno come prerogativa, come accennavamo, quella di essere smontanti e rimontati identici a se stessi, ogni venti anni, un rituale che è rimasto inalterato da sempre, questo perché per la religione shintoista il tempo che passa con le morti, le sciagure, i cataclismi ecc esige per gli dei case fresche e nuove e se in alcuni luoghi sacri alla religione dei padri nipponici ad un certo punto si è cercato di restaurare gli edifici antichi per amore di storicità, qua ad Ise questa tradizione è andata avanti dritta nei secoli consegnandoci così un'architettura protostorica ancora intatta, anche se nuova di zecca e fornendo un esempio unico di luogo di culto di impianto preistorico in una cultura al culmine dello sviluppo tecnologico e sociale.
Visitando i santuari Naiku e Geku noterete come accanto ai padiglioni sacri ci siano delle "piazzole" vuote, esse sono il luogo ove verrà ricostruito l'edificio adiacente allo scadere dei 20 anni.
E' così che in modo identico e con riti inalterati e forse ormai poco comprensibili sono stati tramandati gli edifici di Ise, l'ultima ricostruzione la sessantaduesima risale al 2013 e la prossima sarà nel 2033.
Immaginate che 13200 alberi nelle prefetture di Gifu e Nagano vengono abbattuti otto anni prima della ricostruzione e dopo 5 anni di stagionatura ad Ise sono sagomati per l'uso ed i pezzi sono avvolti in carta fino a che non saranno usati per costruire, uguali a sempre, i nostri edifici. Gli spiazzi dove sorgeranno i recinti sacri dopo opportuni riti di purificazione vedono un anno prima della ricostruzione piantare dei pali di fondamenta nel suolo sui quali poi sorgerà la struttura sacra.

Il santuario esterno ed il santuario interno di Ise

Ise, Mie, Giappone

Si arriva al santuario Naiku tramite la via Oharaimachi, una omotesando (strada che porta al santuario), ricca di vecchie machiya (le antiche case dei mercanti) adibite a negozi turistici, ove poter anche mangiare qualcosa o acquistare dei souvenir, per poi arrivare al ponte di legno che porta da una parte all'altra del fiume alle estremità ci sono due grandi torii (i cancelli sacri) che ci indicano che siamo arrivati nella zona santa. Il fedele ha modo di purificarsi oltre che al consueto temizusha anche bagnandosi nelle acque del fiume.
Camminando si trova un edificio ove "comprare" omamori e talismani e poi dopo una scala di pietra oltre la quale non si possono far foto appare il primo perimetro del santuario più interno della dea Amaterasu ove i fedeli si fermano per una preghiera.
Nei pressi possiamo anche vedere il padiglione degli dei del vento ed un antico granaio ove si conserva il cereale sacro alle divinità. Il tetto degli edifici fatto con corteccia d'albero è caratterizzato dai due travi a biforcazione detti chigi e da dieci travetti che decorano il culmine detti katsuogi.
Il santuario esterno (solitamente visitato per primo e per comodità nostra abbiamo fatto così anche noi) sorge in un perimetro un po' più piccolo ed è dedicato come dicevamo alla dea dell'agricoltura (oltre che dei vestiti e delle case) colei che, infatti, crea il cibo che poi viene mangiato dalla dea del Sole Amaterasu, anche qua non si può andare oltre il perimetro esterno del santuario principale nè si possono far foto e le strutture, uguali a quelle del Naiku, differiscono soltanto per avere 9 travetti invece di 10 e i chigi tagliati in modo inverso.

Le rocce sposate di Meoto Iwa e la costa di Ise

Ise, Mie, Giappone

Non lontano da questi luoghi, sulla costa troviamo Meoto Iwa cioè le rocce sposate, due scogli sacri collegati da una corda shimenawa, la corda sacra che funge da collegamento tra il mondo divino e quello terreno. Le due famose rocce tra cui in estate sorge il sole (e da dove in particolari condizioni si scorge anche il monte Fuji) simboleggiano il matrimonio del dio Izanagi e della dea Izanami... da cui poi sorgerà il pantheon shintoista ed il Giappone stesso.
Noi vi consigliamo di andare a piedi dalla stazione, perché è una bella passeggiata in una omotesando circondata da vecchie case e ryokan che ci riportano ad un Giappone ormai perduto e che forse tra qualche anno senza interventi conservativi mirati non ci sarà più.
Da notare, sul "lungomare" approssimandosi al Meoto Iwa l'Hinjitsukan un albergo in stile giapponese costruito in tre mesi di lavori nel 1887 e che ospitò per primi alcuni esponenti della famiglia imperiale giunti qua in visita e che oggi ospita alcune mostre, il giardino è molto bello e realizzato da alcuni dei maestri di paesaggio più quotati al tempo.
Prima di arrivare al punto più vicino agli scogli sacri si incontrano altri santuari, anche se al viaggiatore forse sembrerà un unicum, il Futami-Okitama, dove sono venerati molti dei e dove possiamo vedere alcune sculture di rane, animale che in Giappone ha il potere di far ritornare le persone e le cose infatti rana in giapponese si dice kaeru che ha lo stesso suono dell'ideogramma che indica il "ritorno" e poco prima di giungere alle famose rocce sempre lungo il sentiero che dà sul mare ci si imbatte nel Santuario Ryugu dove si venera il drago signore delle acque.
Quando siamo stati noi in questa zona abbiamo poi dormito in bel ryokan a Toba un porto famoso per la pesca (oggi la coltivazione) delle perle e qua abbiamo assaggiato alcune delle specialità della zona che sono la carne di Matsuzaka (per i Giapponesi più buona e di conseguenza più cara di quella di Kobe), l'aragosta (ise-ebi) ed un mollusco che si chiama awabi (in italiano abalone, davvero ottimo) e vi consigliamo di passare almeno un paio di giorni nella zona godendo dello spettacolo della costa frastagliata dove il mare si insinua in veri e propri fiordi verso l'entroterra, un luogo bello ed isolato ove nel 2016 il Giappone ha ospitato un G7.
Sotto galleria fotografica.

come arrivare
Per arrivare al santuario Naiku si va in treno fino a Isuzugawa (Kintetsu line) e poi si prende un bus, oppure come abbiamo fatto noi si cammina una ventina di minuti.
Per arrivare al santuraio Geku si scende alla stazione di Iseshi (JR o Kintetsu Line) e poi 10 minuti a piedi.
Per arrivare al Meoto Iwa dalla stazione di Futami Ura e un quarto d'ora a piedi oppure dal piazzale della stazione un autobus cittadino.
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