Il quartiere di Fushimi a Kyoto
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
L'antica capitale del sakè giapponese
Nella zona sud della capitale, in direzione di Uji è il quartiere di Fushimi il cui nome subito ricorderà ai viaggiatori il noto santuario shintoista dedicato al dio Inari caratterizzato dei più di 10.000 torii (cancelli riturali) rossi. Sebbene adesso si scriva con ideogrammi diversi il nome Fushimi originariamente derivava da fusu + mizu , che significa "acqua nascosta" o "acqua sotterranea".
In altre parole, la posizione era nota per la buona acqua di sorgente, tanto che da sempre, il luogo è stato per i Giapponesi sinonimo di buon sakè, il vino di riso che ha necessità di tanta acqua limpida per "nascere" e qua già attorno al V secolo, cioè circa tre secoli prima che Kyoto divenisse capitale, si videro sorgere, grazie ad immigrati cinesi che vi portarono i "segreti" della produzione, le prime cantine.
La produzione del "vino di riso" fu fondamentale per l'economia di Kyoto tanto che fu istituito uno speciale ministero dedicato al Sakè i cui funzionari spesso provenivano da questa zona in quanto esperti del settore.
Qua ancor oggi come immaginerete si produce ottimo sakè e tante sono le famose cantine che imbottigliano la loro produzione (circa 23), come ad esempio la Kizakura con l'annesso ristorante Kizakura Kappa Country, oppure la Kinshi masamune o la Gekkeikan Okura kinen kaikan che vede nascere la sua produzione nel 1638 e che adesso ha in una vecchia machiya (le case degli antichi mercanti giapponesi che avevano anche magazzini e spaccio) del 1828 voluta dall'ottavo discendente della famiglia di produttori, un museo del saké che potete visitare pagando un piccolo biglietto che viene poi ripagato da una bottiglietta omaggio e dove potrete fare anche degustazioni. Il sakè di Fushimi ebbe nel XVI secolo con Toyotomi Hideyohi una particolare nobilitazione prendendo l'appellativo di reale, la zona infatti è strettamente legata anche al grande condottiero che qui pose il suo quartier generale nel suo famoso castello, noto sia come di Fushimi che come Momoyama.
Uno dei castelli che hanno scritto (col sangue) la storia del Giappone
Nel 1594 qua, infatti, a metà strada tra Kyoto ed Osaka, Toyotomi Hideyoshi, l'uomo più potente del momento in Giappone, fece costruire il castello di Momoyama che assieme al maniero del suo predecessore, Oda Nobunaga, che era situato ad Azuchi sul lago Biwa, diede il nome al periodo storico delle grandi guerre civili (Azuchi-Momoyama 1573–1603) che portarono poi alla lunga pace dei Tokugawa (il così detto periodo Edo 1603-1868). Il maniero pur avendo le forme di un castello da guerra alla sua origine fu pensato come dimora principesca per il grande condottiero del momento che qua voleva andare in pensione... Toyotomi è famoso in Giappone per lo scarso gusto dovuto dalle sue umili origini che lo portano sempre a prediligere lo sfarzo ed infatti qua fece costruire una casa da tè laminata d'oro oltre ad altre strutture riccamente decorate.
Il Castello fu poi danneggiato da un terremoto quando ormai Hideyoshi era morto e il suo controllo fu affidato dal suo più importante feudatario, Tokugawa Ieyasu, ad uno dei suoi samurai più fedeli Torii Mototada.
Qua si è svolta una delle pagine campali della storia giapponese, infatti Ieyasu lascio il suo vassallo con 1800 uomini nel castello per andare nella zona di Fukushima a sottomettere un nemico, quasi sperando che il maniero fosse attaccato così da aver la scusa di guerreggiare contro la fazione a lui avversa, ed infatti le truppe fedeli al figlio di Hideyoshi sferrarono un attacco con un vero e proprio esercito in armi.
Torii Motodata invece di capitolare subito come previsto, resistette per 11 giorni, dando il tempo al suo signore di riorganizzarsi ed andare poi a vincere la battaglia di Sekigahara (1600), sacrificandosi con tutti i suoi uomini. All'indomani dei tragici eventi il castello fu abitato dallo stesso Tokugawa Ieyasu e qui vi nacquero gli ultimi dei suoi figli nei primi anni del secolo XVII, poi il fortilizio di Momoyama fu smontato e i suoi pezzi vennero riutilizzati qua e là. Ad esempio la torre principale fu rimontata al castello Nijo e andata poi in fumo per un incendio, mentre la porta Karamon la possiamo ammirare al Nishi Hongan-ji, mentre la porta d'ingresso è stata rimontata al vicino santuario Gokouguu ed i pavimenti intrisi del sangue dei guerrieri sono oggi soffitti di alcuni templi tra cui lo Hosen-in di Ohara. Oggi del maniero rimane una piacevole riproduzione incantevole quando è in mezzo ai sakura in fiore (che è quando lo abbiamo visitato noi).
Un antico santuario giapponese dalle acque miracolose
Nel cuore commerciale della zona, al termine della lunga galleria di negozi, la strada sale, infatti, verso un torii che ci fa da ingresso allo spazio sacro del santuario Gokouguu, un luogo sacro per le sue acque, si narra, infatti, che qua durante un restauro nell'anno 862 voluto dell'imperatore Seiwa scaturisse una fonte profumata e miracolosa e così il luogo sacro fu ribattezzato Go (onorifico) Kou (profumo) guu (imperiale), un acqua che guarisce ogni male... che abbiamo bevuto copiosamente ogni volta che vi siamo andati in visita, ovviamente.
La famiglia dei Tokugawa era molto devota a questo santuario, per i motivi narrati era affezionata alla zona ed è così che molti restauri furono via via realizzati da quella che era di fatto la famiglia regnate sul Giappone, come il torii d'ingresso risalente al 1767, e la porta principale spostata qua appunto dal castello e altre strutture interne di cui il padiglione principale che custodisce la fontana che fu fatto ricostruire dallo stesso Ieyasu.
Non lontano dal santuario e dalla cantina Gekkeikan Okura kinen kaikan tra canali e case in legno, in un atmosfera rilassata da vecchio Giappone incontriamo anche quella che fu la locanda Teradaya, o meglio una sua ricostruzione a testimoniare un avvenimento della storia giapponese della metà del XIX secolo quando qua si riunivano i samurai che volevano rovesciare lo Shogun con un atto violento, guerrieri che furono poi in gran parte uccisi tranne il loro leader Sakamoto Ryoma che si mise rocambolescamente in salvo.
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Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!