Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Tutti dedicano tempo e fatica per curare e tutelare l'amato Paese del Sol Levante
Gli spazzini, se ce ne sono, (io non ne ho mai incontrati) hanno poco da fare in Giappone, anche perché i cittadini sono invitati a pulire il loro quartiere e gli spazi comuni della città, per cui è facile vedere gruppetti di signori e signore con i loro cappelli a falde larghe, le loro visiere, le loro mascherine anti-polvere e sopratutto le loro scope di saggina, che ramazzano il parco, la strada o la piazza, il luogo dove vivono loro ed i vicini...
Eravamo a Nara, nel parco dei cervi, ai primi di settembre, era solamente il mio secondo viaggio, con un caldo che avrebbe affossato chiunque, ma un gruppo di indomiti signori, non proprio giovanissimi, era a togliere foglie, erbacce e a spazzare in qua ed in là,. Si trattava di un gruppo di cittadini che puliva il proprio parco, senza ottenere nulla in cambio, con la consapevolezza di aver adempiuto al proprio dovere di componetene la comunità.
In un'occasione del genere mio suocero è finito all'ospedale per un colpo di calore.
Il rispetto per la cosa pubblica i Giapponesi lo imparano a scuola con la storia e la matematica!
Questa abitudine i ragazzi giapponesi la prendono da piccoli; già dalle scuole elementari, infatti, i bambini sono tenuti a pulire la loro classe, la loro scuola e, qualche volta all'anno, anche la strada davanti a questa; mi è capitato, in proposito, di vedere studenti in divisa intenti a ramazzare la via come se fosse la cosa più normale al mondo.
Yumichan mi ha appena raccontato un episodio delle sue scuole materne; si tratta di un fatto che non accade sicuramente più nemmeno in Giappone: quando pioveva e si formava una pozzanghera nella rena dove giocavano i bimbi, i maestri sorteggiavano quale classe dovesse rimettere a posto la buca e , poiché era sempre l'insegnante di Yumichan a perdere, toccava a lei con i compagni armati di palette, risistemare il terreno. Quando, inoltre, i bruchi invadevano annualmente l'albero di sakura e la maestra perdeva immancabilmente la conta, i suoi scolari, con Yumiko, dovevano salire sull'albero e con delle bacchette gettare al suolo gli animaletti che venivano spazzati via dagli altri bimbi...
Così si forgiava e si forgia fin da piccoli, il rispetto e la cooperazione per il buon andamento della cosa comune e pubblica. E' da qui che è nato il massimo sforzo nel lavorare al meglio per non far ritardare un treno o, ad esempio, per tenere pulito all'inverosimile un bagno.
Chi legge, a questo punto, avrà pensato almeno dieci volte: "sì, sì, uguale, uguale all'Italia". Ed io aggiungo: "alla Francia, alla Spagna...alla Grecia...ed in certo modo anche alla Germania o alla Svezia o a tutti gli altri stati del mondo"...
Ed è così che quando il Giappone nel 1998 debuttò ai suoi primi mondiali di calcio, in terra di Francia i giornali di tutto il mondo dedicarono articoli e commenti a lodare i tifosi nipponici che alla fine della partita si dedicavano a pulire e rimettere a posto gli spalti dello stadio, gli inviati di tutto il mondo si stupirono e elogiarono lo spirito giapponese...
Non posso non ammettere che, anche la mia reazione, era di non capir bene il perché un tale civile comportamento fosse per questo popolo innato.
Nella storia giapponese l'innato rispetto del prossimo
La spiegazione per quanto detto, forse, mi è arrivata, oltre che dai tanti viaggi e lunghi soggiorni fatti nel Sol Levante, dalle letture di storia giapponese che mi sono inflitto e che mi infliggo per capire questo meraviglioso pianeta unite alle mie conoscenze della storia italiana ed europea.
Il rispetto per il prossimo e per la comunità pubblica, nasce in Giappone fin dalle origini dello Stato, quando vi arrivò il buddismo, nel VI secolo, nella sua accezione confuciana, assorbito dal re di Corea che lo aveva proposto all'imperatore nipponico come metodo per governare meglio.
Il confucianesimo-buddismo, infatti, in quel periodo, dà vita alla prima "costituzione" giapponese che rimarrà in vigore (per certi versi) addirittura fino al 1890, la costituzione dei 17 articoli, scritta dal leggendario principe Shotoku, nella quale si mette in chiaro la struttura dello stato e nella quale, tra i tanti articoli volti al conseguimento del buon governo, leggiamo, ad esempio, che il compito del vassallo è quello di conseguire il bene comune e non il proprio.
Il neo-confucianesimo, che nel Paese del Sol Levante fu dai suoi filosofi mediato con lo shintoismo, anche nei punti dove questo spinge sullo spirito unitario e nazionale, influenzò fortemente i governanti giapponesi dal XVI al XIX secolo convincendoli che la divisione dei ruoli doveva servire a portare a termine il buongoverno dello stato, nella consapevolezza di essere parte di un ingranaggio che se si fosse inceppato avrebbe mandato a monte tutto il meccanismo statale, insegnamenti che prosperarono in un lungo periodo di pace.
E' grazie a questa filosofia di vita fatta anche di spirito di sacrificio non solo per sé o i propri intimi che il Giappone ha rizzato la testa dopo ogni tragedia, compresa quella terribile dell'11 marzo del 2011.
Contemporaneamente da noi, dopo secoli di feudalesimo, nascevano la consapevolezza di se stessi e l'illuminismo, che, tra guerre, rivoluzioni, soprusi e continue ingiustizie, davano vita alle democrazie occidentali.
Questi sono i pensieri che si affollano nella mia testa mentre cammino per il Giappone...Quale sia il mondo migliore non lo sappiamo, vi basti sapere che, se tanti di voi hanno sospirato leggendo e sognando una vita nel Sol levante, altrettanti, sono i Giapponesi che si innamorano del nostro Paese...nonostante tutto...
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!