Storia Giapponese: il periodo Heian

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Nasce Kyoto, capitale imperiale e scrigno della cultura giapponese

L'imperatore Kammu (736-805), con l'appoggio di un importante esponente della famiglia Fujiwara, Tanetsugu, decide che è giunto il momento di trasferire la capitale da Nara dove i numerosi monaci che vi risiedevano si erano lasciati andare a troppo frequenti ingerenze temporali.
Viene scelta come sede Nagaoka, oggi Otokuni, sempre nella zona del Kansai, ma, subito dopo lo spostamento, avvennero alcuni fatti nefasti come l'uccisione di Fujiwara Tanetsugu causata dalle trame del fratello minore dell'imperatore, seguita dall'aumento dell'ingerenza del clan del "campo di glicine" e dall'uccisione dei congiurati.
Dopo questi avvenimenti e in seguito ad alcune epidemie fu deciso di spostare nuovamente la capitale e di fondare Heian-kyo (l'odierna Kyoto) in una valle facilmente raggiungibile, attraversata da corsi d'acqua che là si congiungono a formare il fiume Kamo, che è navigabile e portava a Naniwa (l'odierna Osaka) che era il maggior porto dove si gestivano gli scambi col continente asiatico.
Heian-kyo, su modello della contemporanea capitale cinese, ha una pianta a scacchiera con un perimetro di 4,46 per 5,18 km, la cui via principale, che si snodava centralmente dalla porta Rasho (quella del film di Kurosawa), era larga ben 83 metri e lunga oltre 4 chilometri fino ad arrivare alle soglie della cittadella del Palazzo Imperiale.
La zona ovest della città era insalubre a causa della presenza di alcune paludi, per cui tutti i nobili si stabiliscono nei pressi del perimetro del palazzo o nei pressi della città stessa.

Soltanto tre templi fidati a protezione della la nascita di Kyoto

L'imperatore Kammu, pur essendosi allontanato dai monasteri di Nara, sponsorizza i viaggi dei sacerdoti Kukai e Saicho in Cina per permettere loro di approfondire le conoscenze che avevano sul buddismo e così, al loro ritorno, i due religiosi daranno vita a due sette: la Shingon con sede sul monte Koya dove fonda il Kongobu-ji e la Tendai sul monte Hiei a nord di Kyoto dove sorge l'Enryaku-ji.
Queste due sette contribuiscono a far divenire buddismo e shintoismo come un unico credo e iniziano ad avvicinare il buddismo anche alle classi più popolari sottolineandone i lati maggiormente salvifici ed universali. A Heian-kyo i templi non sono ammessi, ad eccezione del Toji (il tempio dell'est) fondato dal monaco Kukai, il So-ji (tempio dell'ovest), che avevano il ruolo di proteggere la città dagli spiriti cattivi e del tempio Shingon nel palazzo imperiale,templi che diventeranno sedi di importanti sette religiose dalle quali ne nasceranno altre che porteranno al culto del Budda Amida, che si fonderà perfettamente con lo shitoismo.
Nel 810, quando è imperatore Saga, viene scoperta una nuova congiura ordita con l'appoggio della classe religiosa buddista che voleva che la capitale rientrasse a Nara , quindi in seguito a questo episodio si stabilirà, per editto, di non spostare più la capitale.

I Fujiwara al potere e l'imperatore del Giappone messo sotto tutela

E' in questo periodo che si raffina la divisione sociale in classi del mondo giapponese , a partire dalla nobiltà che ne conta 9 più o meno vicine all'imperatore e di origine o autoctona o straniera e più o meno vicine alla capitale stessa.
La famiglia dei Fujiawara, influente già ai tempi di Nara, continua ad influire sella politica nipponica e a fornire le spose per gli imperatori che saranno indirettamente guidati dai suoceri.
E' così ad esempio che, nel 854, Fujiwara Yoshifusa, nonno materno dell'imperatore Seiwa, approfittando della minore età del nipote, non ha difficoltà a prendere il ruolo di sessho (reggente); così come poco dopo il figlio di Yoshifusa, Mototsune prende il ruolo di reggente del imperatore Yozei (876)....ma lo mantiene anche quando questo diviene maggiorenne. Mototsune col successivo sovrano, Uda, che è eletto maggiorenne, per mantenere inalterato potere, si fa insignire del titolo di kampaku titolo che veniva ricoperto per sopperire a presunte incapacità.
Con questo metodo, detto del doppio controllo, viene archiviato il potere imperiale ed il sovrano è sempre più soltanto una pura figura shaimanica di riferimento per l'unità dello stato. Soltanto l'imperatore Daigo riuscì ad interrompere lo strapotere dei Fujiwara, visto che si affidò alla guida di un colto filosofo, poeta e letterato, Sugawara Michizane, che viene nominato ministro della destra, (interni) ma non riesce ad impedire che l'influente e più potente ministero della sinistra (religione) vada in mano a Fujiwara Tokuhira che farà, nel 901, accusare il collega della destra di cospirazione facendolo esiliare a Dazaifu (nei pressi dell'odierna Fukuoka) nell'isola di Kyushu, dove muore … di nostalgia per Kyoto.
A questo episodio seguirono diverse calamità naturali e incendi oltre la morte dello stesso Fujiwara Tokhira e del principe ereditario, per cui Sugawara Michizane fu divinizzato col nome postumo di Tenjin, che è tutt'oggi il dio degli studi e della cultura a cui verrà dedicato un grande santuario a Dazaifu.

Le arti giapponesi raggiungono il loro splendore

A questi fatti seguiranno trecento anni di dominio dei Fujiwara durante i quali si assiste all'affermarsi della classe guerriera, che sarà impegnata in una lunga guerra contro gli Emishi o Ezo, gli antenati degli Ainu, che occupavano il nord di Honshu.
Culturalmente siamo in un momento di fulgore per il Giappone: alla fine del regno di Kammu si decide, infatti, di interrompere i rapporti formali con la Cina dove la dinastia Tang sta andando verso il declino, per cui il paese del Sol Levante darà il via ad una cultura prettamente nipponica, di cui, purtroppo, guerre, incendi, terremoti e varie calamità hanno fatto giungere rare testimonianze architettoniche dei secoli IX e X tra le quali però ricordiamo le raffinate linee del Muroji nei pressi di Nara o il santuario Kasuga voluto dai Fujiwara per tenersi buoni i kami del pantheon nipponico e che possiamo visitare a Nara nel Parco dei cervi oltre appunto al Toji che ho menzionato sopra anche se siamo davanti ad una ricostruzione, antica, ma di epoca successiva che custodisce mirabili sculture anche di questo periodo.

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